Pitti Immagine Filati 79 chiude in un’atmosfera di grandi novità e con una visione complessivamente positiva per il futuro della maglieria. Molti gli stimoli emersi da questa edizione del salone, cui hanno portato un interessante contributo 26 giovani selezionati per la 7a edizione di Feel the Yarn. Il concorso ha coinvolto 13 istituti di moda internazionali e 22 filature italiane, che li hanno sostenuti con il dono dei loro filati, oltre a C.P.F. (Consorzio Promozione Filati), Pitti Immagine e Centro di Firenze per la moda italiana.
Il sostanziale accordo fra il verdetto della giuria tecnica e il voto dei 2100 visitatori di Pitti Filati che hanno partecipato al Concorso è un indicatore dell'interesse e della preparazione di questo pubblico in visita alla fiera. Vincitrice è Wang Yan Jun del BIFT-Beijing Institute of Fashion Technology con un abito scultura che valorizza i filati messi a disposizione da Toscano, mostrando una grande competenza tecnica unita a una capacità creativa di forme originali ed eleganti. Il premio speciale offerto da Salvatore Ferragamo viene assegnato a Yan Wen del Polimoda di Firenze che ha saputo coniugare la sua visione con i materiali di Pecci Filati, ottenendo capi complessi dedicati ai viaggiatori del futuro. Premiate dunque due concezioni diversissime dell'abito, che mettono in luce la versatilità della maglia, tema cui questa edizione era dedicata.
Spazio Ricerca, l'osservatorio sperimentale di Pitti Immagine dove vengono analizzate e lanciate le tendenze, ha realizzato, sotto con il titolo h24, 24 tipi di abbigliamento pensati per trarre il massimo beneficio dalla maglia lungo le 24 ore: Trekking, Yoga; Risveglio, Gardening, Sofa sono solo alcuni degli abiti suggeriti, realizzati sotto la direzione artistica del fashion designer Angelo Figus e dell’esperta in maglieria Nicola Miller: davvero incantevoli per i suggerimenti di colori, forma e tipi di maglia tessuto. C'è il lavoro di un gran numero di stilisti nell'allestimento di Alessandro Moradei, completato da un corridoio d'accesso dove si può vedere e toccare, come in libreria, una varietà di tessuti e di colori, concreta forma di ispirazione per designer da tutto il mondo, che fotografano copiosamente. Questo spazio da solo giustifica una fiera, ma Pitti filati 79 è ben più ampia nelle proposte.
Per la prima volta, infatti, è stata organizzata una sfilata anche in occasione di Pitti Filati: Sansovino 6, brand di Edward Buchanan, sfila a Firenze nell'ambito di Pitti Italics, perché Buchanan è un esponente delle nuove generazioni di fashion designer stanziali in Italia, ma già fortemente internazionali. Durante la lunga attività creativa e di ricerca, Edward ha scoperto e sviluppato una particolare affinità per il mondo della maglieria, esplorandone le infinite possibilità di adattamento fino a creare un total look, dai filati, progettati e trasformati in tessuti, alle collezioni. Pitti ha messo a disposizione per alcuni suoi abiti, molti dei quali piacevolmente oversize, il palcoscenico del Teatro della Pergola, dove gli indossatori e le indossatrici hanno mostrato, con movenze flessuose e rapide, la vestibilità della collezione, orientata sui colori mare-jeans, bianchi, beige. Abiti quasi tutti destrutturati, e pertanto definiti solo al momento che vengono indossati. È anche il cliente, quindi, che partecipa alla creazione e all'utilizzo dei suoi abiti. Le musiche dal vivo e la bella coreografia hanno trasmesso un senso di libertà che ha aggiunto fascino alla sfilata-spettacolo.
Nelle serate di Pitti Filati,in location storiche di grande bellezza si sono susseguiti vari eventi, organizzati per rendere note importanti iniziative. Il 29 giugno ha visto la presentazione ufficiale, nel bel giardino Torregiani, di una nuova fusione: l'acquisizione di Safil da parte di Südwolle Group, che ha colto di sorpresa il mondo dell'industria lo scorso novembre. La sera dopo, Filmar SpA, azienda italiana leader nella produzione di filati in cotone di altissima qualità, ha proiettato un docufilm a conclusione di un importante progetto dai molteplici risvolti nel campo dell'economia, durante una serata di gala sul terrazzo dell'hotel Baglioni. Introdotto dalla rappresentante della Moda italiana in Egitto e dalla designer di moda Marina Spadafora, ambasciatrice della moda sostenibile nel mondo, il progetto è stato presentato attraverso le suggestive immagini del cortometraggio Cottonforlife.
Di quale progetto si tratta? Il cotone a filo lungo, ottenuto da una pianta di cotone coltivata in Egitto, a causa di agenti chimici sempre più diffusi in agricoltura, era divenuto quasi introvabile. Perciò la Filmar, dopo aver trovato alleati, ha ridato vita alla coltivazione del cotone nella valle del Nilo, realizzando, oltre al salvataggio di una preziosa varietà di questa pianta, anche nuovi posti di lavoro per gli egiziani. Nel corto si possono osservare le raccoglitrici dei bianchi fiocchi di bambagia e i contadini egiziani che, grazie agli incentivi e all'idea di costruire solidali reti cooperative, hanno avviato la produzione del primo cotone organico egiziano a fibra extra lunga.
Nella stessa serata, nel giardino della Principessa Corsini, si svolgeva anche la festa di Millefili. Non potendo partecipare anche a questo evento siamo stati compensati dalla bella accoglienza allo stand in Fortezza. Il patron Francesco Galli è un uomo generoso, fiero del suo lavoro, di cui condivide volentieri i risultati. Il suo motto “work hard, stay humble", è una bella sintesi della carriera di Francesco, nato come rappresentante, e in grado di conoscere l'orientamento dei vari sistemi produttivi. A Carpi, tappa obbligata delle sue visite commerciali, quaranta anni fa aveva notato che le fibre lavorate erano l' acrilico e, al più, il misto lana. Da commerciale trasformatosi in imprenditore e distributore, Galli ha portato pionieristicamente a Carpi filati pregiati di fascia più alta. “Oggi non basta più avere materie prime pregiate - dichiara - serve uno studio particolare per potersi presentare con idee nuove... ci avvaliamo di stilisti che interpretano le tendenze moda e orientano la nostra collezione”.