Le feste devono sempre essere illuminate da un fascio di auguri, perché è un piacere farli così come riceverli. Non dobbiamo sentire il peso della ripetizione: l'anno che passa tra un periodo di feste natalizie e il successivo è più che sufficiente per sfumare i ricordi e, oltretutto, molto spesso nasce il desiderio, vissuto come una sfida, di rinnovarsi nell'espressione augurale.
Ecco, quest'anno gli auguri li voglio concentrare sull'influenza. Cominciando ad augurare a tutti di non prenderla, ovviamente, ma dando delle indicazioni, niente di medico, per viverla nel modo migliore in caso ci si ammali durante le feste. Approfittando del maggiore tempo libero dal lavoro, bisogna concedersi di derogare dal "Tutto e subito", uno dei peggiori dictat della cultura attuale. Afferma un antico detto attribuito a un medico cinese (sinonimo di saggio): "L'influenza, se la curi, guarisce in una settimana, se non la curi, in sette giorni". Una via di mezzo è la mia proposta, avvalorata dall'esperienza, di regalarsi tre giorni di irreperibilità, tre giorni da dedicare a se stessi per debellare, senza armi micidiali, il misto di raffreddore colante, tosse squassante e dolori sparsi che non assurgono neppure al livello di influenza secondo alcune correnti mediche, ma sono tanto debilitanti e ottundenti.
Tant'è che alcuni si precipitano addirittura ad autoprescriversi gli antibiotici. Ecco invece l'alternativa: stare al caldo, fasciati a mo' di mummia sotto molti strati di lana, meglio se con qualche capo di cashmere, magicamente omotermo alla temperatura corporea. E soprattutto dormire molto, bere spremute d'arancia, non sforzarsi di mangiare (in questi casi la fame passa, quasi che l'organismo volesse indirizzare ogni sua energia a combattere i disturbi). Si trovano in vendita alcuni farmaci omeopatici che possono aiutare (e, in ogni caso non nuocciono), ma soprattutto esiste uno sciroppo per la tosse che riesce, con elementi naturali quali miele ed elicrisio, a debellare le tossi più stizzose in poco tempo. Certo, i risultati saranno tanto più soddisfacenti quanto meno si ricorre abitualmente ad assumere medicine per ogni malessere.
Per quanto riguarda gli antibiotici, è molto grave usarli come generica prevenzione perché un loro uso smodato seleziona i germi resistenti ai farmaci che per essere debellati richiederanno farmaci sempre più forti. E il comportamento scorretto di alcuni ricadrà sull'intera comunità. Cerchiamo di tenere sempre presente, comunque, che anche al di là del periodo delle vacanze, quando si ha meno tempo a disposizione da dedicare alle malattie, è sempre auspicabile interrompere il lavoro, invece di ricorrere illusoriamente a sovradosaggi esagerati e inopportuni di medicinali. Le ricadute sono frequenti e il tempo che non si vuole sprecare ci sarà nuovamente sottratto, spesso con una recrudescenza della malattia.
E dopo questo discorso scaramantico non ci rimane che augurare a tutti buone vacanze in buona salute!