Era stato etichettato da molti come la delusione di questa edizione del Giro, dopo la cronoscalata di domenica congetture e illazioni infinite sulla sua condizione e sulla preparazione si susseguivano senza tregua. In tanti avevano parlato di un Vincenzo Nibali demotivato, in palese difficoltà e in procinto di ritirarsi. In effetti anche lo stesso corridore aveva ammesso di star passando dei giorni difficili. Nonostante qualcuno avesse ipotizzato addirittura un ritiro dalla corsa rosa per lo squalo dello stretto, lui lo aveva subito escluso. In troppi erano andati anche oltre il semplice fatto sportivo approfittando di un momento difficile che a volte un atleta può attraversare. L'amore dei tifosi e degli sportivi sulle strade d'Italia in ogni tappa a seguirlo e a incitarlo però meritava rispetto, e Nibali aveva dichiarato senza mezzi termini che avrebbe portato a termine il giro a prescindere, per ripagare il tanto affetto dimostrato.
Nella 19ma tappa, quella da Pinerolo a Risoul di 162 Km, tutti gli sportivi e gli appassionati di questo meraviglioso sport sono stati ampiamente ripagati con gli interessi da un Vincenzo Nibali straordinario che ha dato prova di un cuore immenso e di una generosità infinita, dando spettacolo in una delle tappe più difficili di questo Giro 2016. Nibali è stato protagonista di una frazione di gara corsa con intelligenza e supportata dal lavoro incommensurabile di un Michele Scarponi stratosferico che dopo aver conquistato la cima Coppi con un numero strepitoso, si è messo a disposizione del proprio capitano aspettandolo, e dando il proprio fondamentale contributo per la vittoria di tappa.
Quando mancano 5 Km al traguardo, il siciliano sente che è giunto il momento dell'attacco; si alza sui pedali e piazza due rasoiate che fanno piegare le gambe al colombiano dell'Orica Green Edge fino a quel momento secondo in classifica generale, ma che sull'ultima salita strappa la maglia rosa a Kruijswijk incappato in una rovinosa e pericolosissima caduta, fortunatamente senza conseguenze fisiche, nella discesa del colle dell'agnello. Nibali sta bene, le gambe girano e nell'ultima ascesa piazza due scatti fenomenali che staccano Esteban Chaves, che conclude la tappa secondo ma in apnea, perdendo tantissimo terreno dal siciliano che rientra prepotentemente in lizza anche per la vittoria finale risalendo fino alla seconda posizione nella generale a 44” dalla nuova maglia rosa Chavez.
La svolta della tappa arriva probabilmente con la caduta di uno sfortunatissimo Steven Kruijswijk impeccabile e fortissimo fino a quel momento. Nella discesa del Col dell'Agnello l'olandese arriva lungo andando a impattare con il fianco contro la parete di neve ghiacciata riportata al lato della strada e compie una pericolosissima capriola in avanti, fortunatamente senza riportare danni se non qualche ematoma e abrasioni varie. Con l'ammiraglia lontano, Kruijswijk può solo beneficiare di una prima assistenza della vettura tecnica, fino al cambio della bicicletta che arriverà solo dopo una decina di Km una volta raggiunto dall'ammiraglia LottoNL-Jumbo. Quando si rilancia all'inseguimento, il corridore olandese è solo e deve consumare parecchie energie, con caparbietà stringe i denti, ma perderà tantissimo sul traguardo finale.
Ed è proprio in quel frangente che Chaves e Nibali si staccano guadagnando parecchio e facendo selezione. Nella stessa discesa, qualche km a valle, un'altra paurosa caduta ferma Ilnur Zakarin (Team Katusha) mettendolo definitivamente fuori gioco con una clavicola fratturata. Sull'ultima ascesa, sulle rampe di Risoul, Monfort (Lotto Soudal) viene ripreso dal gruppetto composto da Vincenzo Nibali e Chaves a 30’’, Valverde (Movistar) a 1’ Nieve e Ulissi. Kruijswijk attardato perde 2’30’’. A quel punto è lo squalo dello stretto a prendere in mano la situazione: con la prima accelerata resta solo con Chaves, Nieve e Ulissi. Poi quando mancano 5 km al traguardo affonda gli avversari con un doppio scatto terribile che mette al tappeto anche il colombiano che cede e si stacca.
Al traguardo, Mikel Nieve (Team SKY) è secondo a 51’’ mentre Chaves terzo a 53’’. Quarto, a 1’02’’, arriva Diego Ulissi, autore di un giro splendido, poi Rafal Majka (Tinkoff Saxo), Alejandro Valverde (Movistar) e Rigoberto Uran (Team Cannondale) seguono a 2’14’’. Sul traguardo Vincenzo Nibali si lascerà andare a un pianto di gioia liberatorio dedicando questa straordinaria vittoria al piccolo Rosario Costa, membro della sua squadra messinese scomparso tragicamente in un incidente stradale il 15 maggio.
Classifica totalmente rivoluzionata dunque, che rimette in gioco anche il campione siciliano riavvicinando gli uomini di classifica delle primissime posizioni. La 20ma tappa di 134 Km da Guillestre a Sant’Anna di Vinadio scalando Vars, Bonette e Col della Lombarda prima dell’ultimo arrivo in salita sarà il degno finale thriller di un Giro ricchissimo di sorprese e colpi di scena che si concluderà con la passerella finale domenica a Torino.
Ordine di arrivo
1.Vincenzo Nibali (Astana)
2. Mikel Nieve (Team SKY) a 00:51”
3. Esteban Chaves (Orica Green Edge) a 00:53
4. Diego Ulissi ( Lampre-Merida) a 01:02”
5. Rafal Majika ( Tinkoff Saxo) a 02:14
6. Alejandro Valverde (Movistar) a 02:14
Classifica generale
- Esteban Chaves (Orica Green Edge)
- Vincenzo Nibali (Astana) a 00:44”
- Steven Kruijswijk (LottoNL_Jumbo) a 01:05”
- Alejandro Valverde (Movistar) a 01:48”
- Rafal Majka (Tinkoff Saxo) a 03:59”
- Bob Jungels (Etixx Quick Step) a 07:53”