Piccolo paradiso, semplice e al contempo fiabesco, questo accogliente e vivido “giardino di casa” è stato realizzato lungo le rive del Marta, fiume magico degli Etruschi, intorno alla storia remota di un’antica peschiera per le anguille.

Nella Tuscia, nel cuore della mite campagna viterbese e solcata dalle diramazioni del fiume Marta, La Cannara è annunciata con calore dalla presenza dei proprietari Mirella e Massimo Faggiani, che mi attendono in una radiosa giornata di maggio sulla soglia di un incantevole giardino. Una volta La Cannara era un'antica peschiera per anguille, un salto d'acqua su una griglia robusta di quadrello di quercia; probabilmente è stata progettata e realizzata dagli Etruschi circa duemila anni fa sulle acque del Marta, emissario del lago di Bolsena, che, attraversate le valli circostanti, si getta nel Tirreno ed è solcato dal passaggio migratorio delle anguille in transito verso il Mare dei Sargassi. In epoca medievale qui furono costruiti un ponte e una piccola fortezza in pietra, e quando Mirella e Massimo Faggiani, in cerca di un luogo speciale, videro questa insolita conformazione articolata fra le due rive fluviali, la sentirono subito come propria. Al centro si trova una strana casa di pietra grigia, oggi fittamente trapunta di edera e dal viola intenso del glicine, immersa nello scroscio cantante e continuo dell’acqua. Attorno, senza geometria, così volutamente lasciato, il terreno si spiega frammentato e irregolare, proprio per questo emanando grande fascino.

Nell’ideare il giardino non vi è alcuna apparente disciplina, ma un paesaggio vero, affettuoso, che Mirella Valmaggi con un’assoluta passione per i fiori, oggi totalmente ricambiata, ha voluto conservare nella sua peculiare naturalità, così come la spontanea vegetazione fluviale, arricchita di essenze in modo apparentemente casuale, secondo natura, ma gestito secondo una regia “complessa e sommessa”. Piantagioni, potature e abbinamenti studiati secondo il corso delle stagioni, i venti e le zone di sole e ombra, le riuscite acclimatazioni di specie esotiche e nordiche, insieme all’habitat mediterraneo, danno vita a un gioioso insieme di circa 300 essenze.

Tre grandi cipressi centrali accolgono all’ingresso, introducendo verso un primo prato rotondeggiante e poi, a sinistra, verso una curva concava di pioppi impreziositi da ghirlande di Rosa banksiae. Dietro il triumvirato di cipressi, totalmente foderata di edera e glicine, la casa si allunga a destra congiungendosi alla prateria dopo aver doppiato un ponticello, raccordo di due lembi di terra attraversati dall'acqua. La campitura a prato si allarga ellittica verso il fondo, completata, nella cinta degli altofusti che delimita questa parte del paesaggio, dalla strada, dalla curva profonda e coloratissima del “mixed-border” di stagionali, e da perenni e arbustive in altezza crescente, ornamento anche dell'area da poco dedicata al bed&breakfast. Da qui un nuovo ponte traghetta al giardino posteriore, quello più legato al fiume e all’antica storia del sito.

A destra del cavalcavia, il Marta scorre fra alte pareti di bambù orlate di gunnera manicata e vegetazione d’acqua, mentre a sinistra confluisce nella trappola della peschiera quadra, che riflette anche la facciata laterale della casa. Una pergola di rampicanti passa dal ponte alla sorpresa del nuovo paesaggio. Qui sottili percorsi di tufo costringono il passo in un cammino in continuo contatto fisico e visivo con fioriture e alberi. A destra, sul prato verdissimo si trovano collezioni di magnolie, spirea, salici, viburni, aceri e spalliere di rose, mentre di fronte scorre la facciata posteriore della casa, trapunta dall’arrampicarsi pervadente di Rosa banksiae ‘Lutea’ e rosate. Un nuovo passaggio sospeso fra le peonie scorre sulla vasca delle ninfee e si raccorda alla “penisola-prato" della pergola di castagno per le colazioni all’aperto, tappezzata di rose rosa rampicanti, e avanza oltre il territorio fra la casa e il fiume, attraverso l’affascinante irregolarità del prato bordato da ricche aiuolature, fino a concludersi fra graminacee e rose, con il pontile proiettato nell’acqua.

Testo di Patrizia Spinelli Napoletano

In collaborazione con la rivista Giardini: www.giardini.biz
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