Il fondatore di Apple, Steve Jobs, il 6 Giugno 2011 al Moscone Center di San Francisco ha voluto esserci a tutti i costi per presentare tutte le novità della Mela, nonostante fosse in congedo dal 17 Gennaio per curarsi una rara forma di tumore. iCloud, spiega Jobs, tiene le informazioni e i contenuti più importanti sempre aggiornati su tutti i vostri dispositivi. Avviene tutto in automatico e in wireless, e dato che è un servizio integrato nelle nostre app, non dovrete neanche pensarci: funziona da solo, semplicemente". Questo nuovo servizio sarà in gran parte gratuito con l’eccezione di iTunes match, l'unico servizio a pagamento che fa parte della nuvola di Apple: a un costo di 25 dollari l'anno consente di aggiornare la qualità e completare la nostra libreria musicale su iTunes con i brani che fanno parte del catalogo musicale della casa di Cupertino, forte di 18 milioni di titoli. E su qualsiasi dispositivo. Un servizio per garantire il quale la Apple ha dovuto anticipare 150 milioni di dollari alle major della musica e spendere un miliardo di dollari per mettere su un data center adeguato. Le altre novità presentate dal fondatore di Apple sono state:

Os X Lion. Arriverà a luglio, al prezzo di 29 dollari, e si potrà scaricare direttamente dall'App store. Lion è l'ultima versione in ordine di tempo Mac Os X, il sistema operativo per i computer della mela, nonché l'avversario di Windows che, anche se non ha raggiunto la stessa diffusione, ogni anno gli rosicchia quote di mercato. Siamo dinanzi a un aggiornamento piuttosto sostanzioso. Tante le nuove funzioni, circa 250. Tra queste spiccano le "multitouch gestures", con il computer che si controlla come fosse un iPhone o iPad. Un ventaglio di possibilità cha lascia una sensazione netta: il mouse sta per salutarci e finire in un cassetto. Si è consumato un altro passo in più verso il superamento delle interfacce tradizionali. Nelle demo - durante le quali Jobs ha lasciato il campo ai suoi collaboratori- sono state mostrate la gestione delle applicazioni a pieno schermo, e Mission Control, l'evoluzione di Exposé, un sistema per rendere più fluido possibile il passaggio da un programma all'altro. Anche Spaces, che consente di avere desktop multipli, ha subito un'evoluzione. Adesso utilizzare più applicazioni comporta azioni simili a quelle possibili su un tablet. Apple vuole evidentemente uniformare a livello di percezione il concetto di "esperienza Apple" da parte dell'utente. Nel dettaglio, il nuovo "Spaces" appare molto fluido e consente di gestire in maniera unica il proprio spazio di lavoro. Insomma, il nuovo Mac OsX fa sue molte delle caratteristiche che hanno avuto successo nel sistema operativo di iPhone e iPad. Sempre all'insegna della semplicità. Tra le sorprese più tecniche, c'è il peso di OsX Lion, decisamente contenuto: l'installazione in tutto occupa 4 gigabyte appena, e ci sono 3000 nuove "Api" per facilitare la vita ai programmatori.

Le nuove applicazioni. L'innovazione principale nell'interfaccia utente di Lion si chiama "Launchpad". In buona sostanza, Apple ha replicato il carattere di iOs nel sistema operativo del Mac. Dal funzionamento intuitivo e veloce, Launchpad è il passo di Apple verso la transizione al mondo touch anche per i computer. Il nuovo OsX Lion dedica molta attenzione al rapporto tra utente, applicazioni e documenti: nuove funzioni di salvataggio automatico per tutti le applicazioni, sistema intelligente di sospensione e riavvio del lavoro. E una delle delle novità si chiama "Air drop", software che permette di spostare documenti tra più computer connessi alla stessa rete semplicemente trascinandoli. Un approccio in stile "peer to peer" che velocizza i trasferimenti, rispettando i protocolli di sicurezza. Anche il programma di posta elettronica è stato ridisegnato e ora appare di impostazione più simile all'iPad, ricalcando nella grafica la leggerezza di Safari. E quindi spazi razionalizzati e schermate molto meno affollate.

Il nuovo iOS 5. Duecento milioni di dispositivi iOs venduti finora, di cui 25 milioni di iPad nei primi 14 mesi. Il 44% del mercato è dei dispositivi mobili Apple, il 28 % di Android. Quindici miliardi le canzoni vendute su iTunes, 130 milioni di downoad da iBookstore. Questi i numeri del business dietro iOs e quindi iPhone, iPad e iPod Touch, annunciati da Scott Forstall, mentre Steve Jobs se li godeva in disparte seduto su uno sgabello appena dietro il palco. E la nuova versione, la 5, è stata annunciata come una "major release", dai cambiamenti importanti. Uno su tutti il sistema di notifiche, totalmente rivisto, e per cui Apple ha ingaggiato un giovanissimo sviluppatore che viene dalla comunità del "jailbreak", il mondo parallelo di iOs, in cui spesso fioriscono veri e propri talenti della programmazione. In iOs 5 le notifiche arrivano tutte insieme nello spazio superiore dello schermo, a scomparsa. Qualcosa già visto su Android ma finalmente dal funzionamento apprezzabile, rispetto al precedente. Interessante anche la nuova funzionalità "Remind me", integrata con il calendario iCal, e le migliorie apportate all'applicazione della macchina fotografica: oltre ad essere accessibile dalla lock screen, ora si possono scattare le foto con i tasti volume e anche editarle per togliere occhi rossi e imperfezioni. Miglioramenti ci sono anche per l'app "Mail", che acquista una funzione di ricerca più dettagliata e un'interfaccia utente decisamente più evoluta. Su iPad la tastiera su schermo si divide in due, e si potrà scrivere tenendo il tablet con due mani. Interessante poi che iOs5 funzionerà anche sul "vecchio" iPhone 3Gs, ma non sul 3G.

iMessages e Photostream e integrazione con Twitter. Gli utenti del nuovo iOs potranno inviarsi messaggi come fossero Sms, attraverso il web. La nuova app che lo permette si chiama iMessages ed è in sostanza un "Facetime" in versione testuale. Non staranno facendo certo i salti di gioia gli operatori telefonici, visto che di fatto iMessages sostituisce gli sms, anche se solo per le comunicazioni tra chi dispone di un Apple con iOs5. Photostream è invece un sistema di archiviazione di immagini, sostanzialmente come fa Picasa di Google o Flickr di Yahoo!. Le immagini dell'utente potranno essere visualizzate anche sul televisore di casa attraverso l'Apple Tv. iOs5 dispone di una nuova forma di integrazione con il social network del passerotto blu. In sostanza, si possono inviare "tweet" da qualunque applicazione lo supporti, sia che si tratti di messaggi brevi o di immagini. A giovare di questa nuova "amicizia" è principalmente Safari, che in questa nuova versione può "twittare" pagine e immagini.

Safari e Newsstand, ovvero l'Edicola. Anche il browser di iOs 5 ha avuto il suo maquillage. Oltre a migliorie tecniche, ora dispone anche di un lettore Acrobat avanzato, che consente di evidenziare testo e foto. Ma soprattutto, Safari mobile ora supporta la navigazione per schede. Non più nuove pagine per ogni sito che si apre, ma schede di più semplice gestione, per avere tutto sott'occhio. Va detto che si tratta di funzioni che browser di terze parti già hanno, e su cui Apple ha recuperato terreno. Una delle innovazioni interessanti di iOS 5 è l'edicola digitale: si chiama Newsstand e permette di scaricare giornali e riviste sul proprio iPhone o iPad, pagando un abbonamento. Il funzionamento è identico a iBookstore: si scelgono le pubblicazioni e queste vengono scaricate in background, mentre si fa altro. Dopo la musica, c'è l'editoria tra le frontiere di Apple. La carta stampata del futuro passerà inevitabilmente anche da qui.

Sincronizzazione wireless. L'iPhone diventa adulto e comincia a camminare con le sue gambe. Si sgancia dal cordone ombelicale del pc per la sicronizzazione e per l'aggiornamento. Un innovazione attesissima dal popolo Apple. Addio cavetto bianco: iOS 5 permetterà di mantenere collegati iPhone/iPad e il proprio Pc utilizzando il wireless. Anche gli aggiornamenti potranno avvenire senza fili. E' il segno tangibile, qualora ce ne fosse bisogno della fine della centralità del computer. Un concetto che Jobs ha ripetuto più volte durante il keynote: i dispositivi non dipendono più gli uni dagli altri. La parola che vince è la sincronizzazione in tempo reale, tra tutti i dispositivi. Con al centro la "nuvola": ''Alcuni credono che il Cloud sia semplicemente un hard disk in cielo. Noi crediamo che sia molto di piu''', ha detto il capo di Apple prima di introdurre il pezzo forte della giornata.

iCloud, una mela a forma di nuvola. Il momento più atteso arriva quasi alla fine del Keynote: dopo mesi di indiscrezioni prende forma iCloud, ed è forse più di quello che ci si aspettava: molto semplicemente, basterà connettersi alla rete e tutti i dispositivi iOs dell'utente saranno immediatamente sincronizzati con la "nuvola" centrale. Anche iTunes va "in the cloud": tutti i brani nella libreria dell'utente verranno "spinti" sui dispositivi collegati a quell'account. Musica quindi, ma anche dati, immagini, libri, contatti e applicazioni acquistate sull'App store, fino a 5 gigabyte di spazio: iCloud è l'archivio del mondo iOs, prevede il backup completo dei dispositivi e comprenderà anche quello che finora si chiamava MobileMe. Con un vantaggio non da poco: iCloud non sarà a pagamento, mentre MobileMe costava - e costa ancora fino a esaurimento del contratto - 99 dollari. C'è di più: le applicazioni per la produttività marcate Apple (Pages, Numbers, Keynote) potranno inviare i dati nel Cloud. Ovvero, l'utente avrà sempre a disposizione i propri documenti su qualunque dispositivo, basterà una connessione internet. Il tutto a partire dal prossimo autunno.

ITunes Match. L'ultima chicca è un servizio che per 25 dollari all'anno completa e aggiorna la qualità (file formato AAC a 256k senza Drm) tutta la musica che l'utente ha nella sua libreria di iTunes, e la mette a disposizione sul cloud indipendentemente dalla grandezza dell'archivio. Un colpo se si pensa che dei servizi analoghi quello offerto da Apple hanno qualche cosa in meno. Amazon è a pagamento e costa di più, quello di Google non costa nulla visto che in fase beta, ma tutti e due non dispongono della possibilità di poter sicronizzare in pochi minuti i brani con la libreria di iTunes visto che devono affidarsi a lunghi upload. Apple - certo pagando fior di milioni alle major - ha ottenuto invece di poter mettere sul cloud tutta la musica in possesso dell'utente, anche quella non acquistata su iTunes. Una svolta, che suona come una sorta di sanatoria. Ma che potrà aprire a nuove inesplorate soluzioni nel business della musica digitale.