Mersing è il principale porto d’imbarco verso Pulau Tioman e le altre 63 isole vulcaniche che formano l’Arcipelago di Seribuat. Sia col bus 31 che con l’auto, dal lungomare di Jalan Besar si lascia Kuantan verso sud e all’altezza dell’aeroporto si imbocca la Route3 che, in tre-quattro ore di guida, conduce a Mersing, industrioso e pittoresco villaggio di pescatori sulla costa orientale della penisola malese. Dal suo jetty (molo), il trasporto con Tioman è garantito da una dozzina di compagnie marittime, mentre non esiste alcun servizio regolare con le altre isole dell’arcipelago ed è gestito principalmente dai rispettivi resort. Al molo, nell’area del Tourist Centre, ciascun chiosco rappresenta la propria compagnia o il proprio specifico resort, coi relativi trasporti. I traghetti, o ferry, per Tioman partono alle 8, 12, 16, 17, ma si tratta sempre di orari indicativi, spesso vincolati alle maree che qui incidono parecchio: si parte solo con l’alta marea, detta “mare vivo”. La traversata dura 2-3 ore e si può acquistare il biglietto di andata (euro 6), senza l’obbligo di prenotare il ritorno. Tuttavia per il rientro è possibile servirsi di un open-ticket trasferibile: a prescindere dalla compagnia scelta, i biglietti sono utilizzabili su qualsiasi traghetto.
Venticinque miglia (45 km) a nord-est di Mersing e si approda, guidati dall’inconfondibile sagoma conica del Gunung Kajang (1038 m), il “monte della fronda di palma” che svetta sulla spettacolare Pulau Tioman, la più grande dell’arcipelago. Con l’avvicinarsi alla costa, la natura dell’isola vi sovrasta coi due singolari pinnacoli granitici del Bukit Nenet Semukut o “Twin Peaks”, localmente detti “corna del drago”, che emergono dal folto della vegetazione tropicale. Secondo la leggenda Tioman è il corpo di una bella principessa-drago cinese: stava volando dal suo promesso sposo malese, quando lungo il tragitto restò rapita dallo splendore di queste acque, interruppe il viaggio e si trasformò in isola per offrire rifugio a viandanti e marinai. Nel 1958 fu invece Hollywood che scelse la spiaggia di Bunut, a sud del Berjaya Tioman Resort, e le cascate di Asah (Mukut) per ambientarvi alcune scene del celebre musical South Pacific, diretto da Rodgers e Hammerstein, nel quale Tioman rappresenta l’eden mitico di Bali Hai. Vent’anni dopo un’altro grande contributo alla sua popolarità giunse dalla rivista Time Magazine, che inserì Tioman nell’Olimpo delle dieci isole più belle al mondo.
I tour operator amano vantarsi particolarmente e giustamente di tale titolo. Certo, da allora, il turismo ha avuto un grande impulso, i lenti barconi a vela sono stati rimpiazzati da rumorosi motoscafi e si è persino materializzato un casinò e l’aeroporto, ma nel complesso, Tioman rimane un gioiello di superba bellezza, con chilometri di soffice sabbia bianca, palme che sembrano sussurrare al vento, ampie e frequenti distese di fiori selvatici, fresche cascate e acque limpide, protette da floridi reef. Le sue ampie dimensioni (19x38 km) e la varietà morfologica di un paesaggio ancora integro, fanno di Tioman una delle mete turistiche più note e apprezzate della Malaysia. Siete invitati a non perdervi le spiagge di Monkey Bay, Air Batang, Juara, Paya Marine Park e naturalmente quelle dei resort Berjaya e JapaMala. Tra le attività più seguite c’è l’esplorazione marina, grazie alla visibilità che supera i 20m, agli sterminati tratti di corallo, alla ricchezza della fauna ittica e ai numerosi diving centre gestiti da team esperti. Il meglio del meglio, è la straordinaria bellezza di Pulau Tulai o Coral Island, a 15-30 minuti di battellino da Tioman. Immersioni e snorkelling che possono alternarsi a semplici passeggiate e bagni di sole, a sport acquatici o all’esplorazione della giungla, seguendo i sentieri più accessibili per scorgere varani, macachi dalla coda lunga, scoiattoli volanti, cerbiatti e un’infinità d’uccelli, insetti e piante. Naturalisti e botanici della Malaysia University qui studiano le proprietà di erbe curative endemiche e hanno classificato 27 specie di mammiferi, 37 d’uccelli, 27 di rettili, compresi cobra e pitoni.
La presenza indigena sull’isola è esigua, distribuita in minuscoli kampung a palafitta eretti soprattutto nelle baie della costa occidentale, quella sottovento al monsone di nord-est che inizia a novembre, si attenua da gennaio e termina a marzo. In questi mesi l’isola è praticamente deserta, per taluni il periodo migliore. Tuttavia anche nel picco estivo, da giugno ad agosto, piogge brevi e intense sono all’ordine del giorno, ma mai fastidiose. Tioman ha una vaga forma a pera, con la parte meridionale più larga, montuosa e vergine, e Tekek può definirsi il capoluogo, con negozi ben forniti, uffici amministrativi, il municipio e l’aeroporto stretto tra i monti proprio sopra l’abitato. La parte nord dell’isola è la più vivace, con le belle baie di Air Batang e Salang che offrono una vasta scelta di alloggi a buon mercato e sono le più frequentate e libere da codici comportamentali. Verso sud, poco attraente e caotico il villaggio di Genting, viceversa Paya, Nipah e Mukut hanno il grande privilegio di essere tranquilli e isolati. Ancor più appartato e idilliaco il kampung Juara, unico insediamento della costa occidentale, collegato a Tekek da un sentiero che unisce le due coste. Le possibilità d’alloggio sull’isola variano dal lussuoso Berjaya Tioman Beach Resort alla schiera di modesti e spartani chalet a conduzione famigliare, tutti forniti di corrente elettrica, erogata da potenti generatori. E quindi bibite ghiacciate Tiger Beer dovunque, salvo qualche eccezione per motivi religiosi. Alcune pensioni tengono aperto tutto l’anno e in bassa stagione praticano sconti significativi su prezzi già esigui, ma nella maggioranza dei casi si tratta di alberghi stagionali, aperti da marzo a settembre.
Nonostante Tioman sia dichiarata dutyfree area, in realtà è un “porto-franco” più di nome che di fatto: tutto arriva dalla terraferma, sul prezzo incide il trasporto e pertanto risulta tutto più caro. Paradossale è il servizio della banca in prossimità interna all’aeroporto, l’unica esistente sull’isola, dalla quale però i turisti non possono prelevare; il cambio viene effettuato negli hotel, nei dive centre o dai cambiavalute privati, ma a un tasso decisamente inferiore; in pochi accettano le carte di credito e nessuno i travellers cheques, ma soltanto contanti: basta cambiare prima dell’imbarco. Per telefonare, troverete le cabine a scheda Telekom nei principali villaggi, anche se troppo spesso sono fuori servizio; Se non funziona quella di Air Batang potete telefonare alle reception dei complessi alberghieri. Mersing, principale gateway di Tioman, è nello Stato del Johor, mentre l’isola è nel Pahang, dove alcune norme sono diverse, anche i telefonici. Unica nota dolente: le fastidiose “pulci di mare” o sandflies presenti in molte spiagge dell’arcipelago. Per aggiornamenti, è meglio visitare il Tourist Information Centre al molo di Air Batang [1].
L’unico tratto di strada asfaltata dell’isola è lunga due chilometri che, dal minuscolo aeroporto, conducono al Berjaya Resort. In alternativa, ci si può muovere solo in barca o a piedi. Dal Berjaya parte poi un piccolo sentiero che supera il campo da golf e, verso sud, raggiunge Bunut, Paya e Genting, mentre sul lato opposto di Tekek, verso nord, un ampio viottolo in cemento segue la baia fino al promontorio, oltre il quale riprende a costeggiare il mare e. Il sentiero termina all’altezza dell’ABC Bungalow di Air Batang, dove si riduce a un tracciato che attraversa la foresta proseguendo poi per Penuba Bay, Monkey Beach e Salang (vedi di seguito). Il tratto Tekek-Salang, di circa 10 km, si percorre in 5 ore di cammino. In pratica tutta la costa ovest, lunga una ventina di chilometri, è percorribile a piedi.
L’altro sentiero caratterizzato da gradini in cemento utili a superare la dorsale che inizia alle spalle di Tekek, è l’antico il vecchio Jungle Track, aperto dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale, il quale taglia l’isola attraversando la foresta per circa 7 km (3 ore) sbucando a Juara, sulla costa orientale. In parallelo al sentiero, di recente, è stata tracciata una pista sterrata, paragonabile al letto di un fiume scivoloso e impraticabile quando piove. Di solito, nella stagione secca, è percorso in 40 minuti da fuoristrada a 2-4 posti che, per la sola andata, chiedono 15-20 euro da dividere tra i passeggeri. Ci sarebbe anche il servizio in moto-taxi, ma è ancor più pericoloso per sassi e radici che sbucano improvvise dal terreno. Pare comunque che presto la stradina sarà asfaltata, essendo stato approvato il progetto per rendere camionabili i sentieri sopra citati a favore del commercio e dei trasporti ma a discapito della natura.
Il sentiero più battuto è quello che dal molo di Asah, ad est di Mukut, in un’ora di cammino porta alle cascate omonime (2 km), mentre quello da Mukut alle “corna del drago” (4 km; 2 ore) è il meno seguito. Fuori da questi cammini è tutta foresta pressoché impenetrabile e in gran parte inesplorata. Per i trasporti quotidiani si usano i traballanti battelli chiamati sea-bus, che stazionano a Tekek e fanno regolare servizio da un molo all’altro svariate volte al giorno, compresa la partenza delle 9 per Juara (euro 4). Diversamente ci sono le barche dei pescatori o i water-taxi privati, scafi motorizzati che possono portarvi dovunque basta pagare: Genting (euro 5), Nipah (10), Mukut (15) e ben 40 euro per Juara. Molto più conveniente e piacevole il giro dell’isola col tour di 6 ore che parte ogni mattina da Air Batang: picnic alle cascate di Asah e bagno a Juara per l’equivalente di 8 euro a persona. Può sembrare strano, vista l’esigua rete stradale, ma in parecchi noleggiano la bicicletta e scorrazzano tra Tekek e il Berjaya o nella baia di Air Batang, per 1 euro l’ora o 5 euro al giorno.
Esplorazione subacquea: immersioni e snorkelling
Con tanta profusione di vita marina e l’abbondanza di diving centre qualificati, unitamente ai resort e all’esercito di gestori d’albergo che organizzano interessanti escursioni giornaliere a cui anche i più pigri o insensibili non potranno rinunciare per il piacere di immergersi negli abissi marini o di sguazzare nei reef delle magnifiche isole disabitate dei dintorni. Entusiasmante l’escursione alla superlativa Pulau Tulai o Coral Island, completamente deserta e circondata da una sabbia luccicante e fine da sembrare talco, con alle spalle la giungla impenetrabile. A poche bracciate dalla riva di Genting Bay inizia lo spettacolare Fan Canyon (30 m), ovvero coralli a perdita d’occhio, pesci multicolori, conchiglie. Idem nella baia di Kador a nord dell’isola. La maggior parte dei siti più interessanti si trova attorno a Tulai e agli isolotti limitrofi, come le grotte e i labiati vulcanici nei fondali di Pulau Chebeh o i superbi reef-ring di Pulau Sepoi e Pulau Labas. La visibilità è ottima, la temperatura dell’acqua è costante sui 30 gradi e la quantità di vita sottomarina a 15-20 m è impressionante: intere distese di coralli, ventagli, raggruppamenti di ostriche giganti, razze, testuggini, murene, pesci leone, napoleone, cardinale, damigella, scorpione, pagliaccio, farfalla, pappagallo, porcospino, meduse... Degno di tuffi anche l’osservatorio sottomarino di Tokong Malang (“Tempio della Malasorte”...), nel canale a sud di Tulai, con fondale sabbioso che varia da 5 a 15 m percorso da barracuda, squali leopardo, grossi pesci gatto, banchi di jack e un po’ di tutto. Tioman possiede i coralli teneri più belli della zona, con massima concentrazione a Magicienne Rock, un miglio a nord dell’isola dove, di tanto in tanto, si aggirano mante giganti. Tutti questi siti, e molti altri, distano appena 15 minuti di battellino da Salang, il villaggio più a nord-ovest di Tioman prediletto dai dive centre, tuttavia le distanze sono minime e anche da Air Batang o Tekek si giunge dovunque in tempo breve.
Tekek è però il più indicato di altri per visitare i fondali nel centro-sud dell’isola, tipo il noto sito di Pulau Renggis, poco al largo del Berjaya: fondali bassi frequentati da pesci angelo, tartarughe, razze, barracuda, squali dalla pinna nera, e adatti alle immersioni notturne. A un tiro di sasso, anche la Tekek House Reef (8-12 m) e alcuni relitti di pescherecci. Per gli amanti del genere, le corazzate Prince of Wales e Repulse, affondate durante la seconda guerra mondiale, sono ora domicilio di svariate specie di pesci. Sulla costa orientale, all’estremità settentrionale della baia di Juara, troverete il migliore dei reef. Tutti i resort e molti alberghi noleggiano l’occorrente da snorkelling, alcuni mettono a disposizione anche macchine fotografiche digitali con astuccio impermeabile, curandone successivamente la stampa delle immagini Parecchi dive centre sono attrezzati per fornire l’intera gamma di certificazioni PADI e NAUI, con corsi in mare aperto (per principianti da 5 a 90 anni d’età; livello avanzato e DM Istruttore).
[1] Tioman Development Authority
Tel. 09-5141206
www.mytioman.com
Pahang Tourist Information Centre
Tel. 09-5161007
www.pahangtourism.org.my