La Repubblica di Weimar fu il regime politico instaurato in Germania tra le due guerre mondiali. Chiamata così dal nome della città in cui venne proclamata la sua costituzione nel 1919, la Repubblica di Weimar rappresentò un breve ma intenso laboratorio di democrazia, un modello di governo parlamentare per l’intera Europa che durò soli 15 anni fino all’ascesa del potere di Hitler e del partito nazionalsocialista (1933).
Sulle ceneri di una Germania drammaticamente sconfitta nella prima Guerra mondiale, La Repubblica di Weimar nacque sulla spinta di un forte desiderio di rinascita e di rinnovamento che non trovò stabilità ma fu caratterizzata da sommovimenti sociali e politici al suo interno, da fermenti rivoluzionari e da una profonda crisi economica.
In termini culturali, questo ambiente politico e sociale si tradusse in una stagione di eccezionale fervore creativo nell’ambito sia artistico che scientifico. Berlino fu il centro di una rivoluzione culturale che tentò e trovò nuove strade, strade che in alcuni casi hanno precorso i tempi e che, se pur ormai lontane nel tempo, ci appaiono ancor oggi moderne e dense di significato anche per la lettura e la rappresentazione della nostra realtà.
Berlino fu l’epicentro della produzione di libri e della sperimentazione delle avanguardie artistiche. La città vide un fiorire di librerie e case editrici che aprirono un nuovo mercato editoriale. Gli editori degli anni ’20 sperimentarono un nuovo design contemporaneo per le copertine e sovracoperte dei loro libri, un design che potesse da un lato cogliere l’attenzione dei lettori e quindi puntare ad un successo commerciale e dall’altro definire l’identità grafica della casa editrice (concetti che oggi ci suonano familiari ma che allora erano del tutto nuovi).
Gli editori affidarono quindi la lavorazione delle cover dei proprio libri ad artisti che meglio di chiunque altro potessero esprimere lo spirito dei tempi. I moderni designer tentarono nuovi linguaggio che attingevano a piene mani dalla contaminazione con le avanguardie artistiche, in particolare l’Espressionismo, il Costruttivismo, il Dada, il Bauhaus. Il lavoro di design delle copertine si aprì quindi ad altre arti, molti designer per esempio scelsero di sperimentare la fotografia e il fotomontaggio (tecnica che prevedeva allora laboriosi processi manuali).
Il lavoro dei nuovi designer si impose ai lettori dando luogo a cover fantasiose e innovative che suscitarono la curiosità della gente, ma erano anche a volte decisamente sorprendenti e aggressive per l’epoca ed hanno proposto nuovi canoni estetici che ancor oggi ci appaiono freschi e attuali.
L’ascesa al potere del partito nazionalsocialista nel 1933 segnò la fine della Repubblica di Weimar e la messa al bando delle avanguardie artistiche e di una cultura che ha prodotto una tale circolazione di idee, di creatività e di capolavori che rappresentano dei paradigmi estetici e formali di riferimento e ancora attuali.
Testo di Eleonora Boscolo Caporale
In collaborazione con #logosedizioni.
Scheda del libro: www.libri.it