La Grande Quercia millenaria s’ergeva possente e maestosa proprio al centro dello spiazzo, un’ampia radura nel boschetto situata accanto alla capanna di legno. Lo spazio presentava la forma esatta d’un cerchio, limitato dalla foresta abitata dalle piante più straordinarie: Farnie e Cerri, Betulle e Carpini Bianchi, Aceri e Olmi, Frassini e Pini, Salici Bianchi e Ontani Neri.
Nella capanna abitava la vecchia Sofia, un’anziana signora nota nei villaggi vicini per la sua saggezza. Quel boschetto era nato spontaneo ai tempi dell’antenata da cui aveva ereditato la casupola e il potere della Quercia. L’Albera, infatti, era la migliore alleata di Sofia, contatto intimo con Madre Terra, canale d’unione tra la Terra e il Cielo, tra l’umano e il divino, tra il mondo della materia e il mondo dello spirito. Fin da piccola aveva imparato ad avere rispetto della pianta, non le era mai capitato di strapparle un rametto o di raccogliere una sola ghianda che non fosse caduta spontaneamente al suolo. Era la Quercia stessa che conosceva il momento esatto in cui donare i suoi frutti e li regalava solo a chi intendeva nutrirsene. Le enormi ghiande succulente erano pane per gli insegnamenti dello spirito, cena per le notti dell’anima, cibo per albe e risvegli. Sofia le raccoglieva dal suolo morbido, le conservava in una borsa di tela e sapeva a chi regalarle al momento del bisogno.
La Conoscenza era stata tramandata nei secoli dalla sapienza femminile della sua stirpe. Sofia aveva la sensazione che le appartenesse da sempre, forse già dal mo-mento in cui era stata concepita nel ventre materno. La Quercia rappresentava per lei Armonia ed Equilibrio, solo a guardarla il suo animo si sentiva pacificato, a starle sotto si sentiva investita dall’accoglienza di una Madre infinita, ad accarezzarla e abbracciarla precipitava in estasi. Percepiva la linfa calda circolare nel tronco di quel colosso alto e dal portamento vigoroso, la sentiva quando sfiorava la corteccia grigia e fessurata come se l’energia della pianta trasudasse da quelle crepe, la osservava nel colore sempreverde della sua chioma ampia e tondeggiante come un ombrello. Non c’era pioggia o tempesta che scuotesse la pianta e la facesse vacillare.
Era così radicata alla terra che nemmeno un uragano l’avrebbe potuta sradicare perché era giusto che restasse piantata in quella zolla fertile, fulcro di quel cerchio che tutto spiega e tutto chiude. La Quercia non era soltanto assoluta Regina del bosco, ma era la Reggia stessa, il luogo e il tempo in cui l’Assoluto e il Mistero si davano convegno per svelarsi agli uomini. Esisteva da un tempo remoto e sempre sarebbe rimasta a segnare il centro del tutto, prospera, dignitosa, maestosa, così ricca com’era di virtù, forza, coraggio e perseveranza. Le sue radici erano unite al fuoco che arde nel nucleo del pianeta, lunghe quanto la distanza che congiunge l’Inferno con il Paradiso, robuste e durature quanto l’assoluto del tempo.
Quando Sofia ammirava la sua bellezza, apprezzandone la forma, le tonalità di colore del fogliame e il suggestivo e intricato disegno dei rami, si sentiva quasi una nullità, una formichina smarrita nel prodigio di quelle linee contorte ed armoniose, nei margini tondeggianti o angolari delle foglie verdi, nella perfezione delle sfumature che tendevano al colore della fiamma o del sole al tramonto. Avete mai provato la fresca ombreggiatura estiva di questa solida creatura? Anche tra i raggi solari che penetrano tra il fogliame, il calore si trasforma in tepore, il caldo torrido è una fresca ventata di vita, perché sempre un alito di vento sconvolge la chioma composta di questa matrona regalandole un aspetto quasi umano. La Quercia si butta nella vita, lascia scorrere dentro di sé il fiume impetuoso delle passioni, ma le integra riequilibrandole con la sua forza. Resiste a ogni colpo, a ogni ferita, rinasce come una fenice e ci racconta il segreto della vittoria. In lei si trova l’equilibrio perfetto tra maschile e femminile, per questo basta a se stessa e sempre risorge più potente e invincibile.
La notte, poi, la Quercia esercita tutto il suo potere, riflette i segreti dell’universo. E fu in una magica notte del plenilunio di novembre che di Sofia si perse ogni traccia. Aveva preparato una cerimonia intorno alla Quercia, predisponendo una serie di candele accese lungo il cerchio sacro. Si era inginocchiata sopra un disco di roccia forata accanto alla pianta e aveva invocato il Grande Mistero, principio creatore di ogni essere. In quel momento nell’universo brillarono tutte le stelle, una miriade di meteore precipitarono sul mondo e la Luna divenne grande e sorridente. Sofia si rese conto dell’enorme abisso che circonda l’umanità, guardò dentro al cerchio sacro e vide la trasformazione che consente l’esistenza dell’uomo, la Grande Madre dispensatrice di vita ed evoluzione, il principio in base a cui la materia inanimata si tramuta in spirito. Si rese conto della magia che permette alla terra, al cielo e a tutti gli esseri viventi di rivelarsi e continuare ad esistere in modo armonico. Vide anche il limite dell’azione, comprese che l'individuo partecipa al processo di mutazione a patto che non si discosti dal cerchio sacro che protegge la sua crescita, dal confine dell’abisso infinito che lo circonda. Si rese conto che la presenza del Mistero era in ogni cosa, che dentro alla roccia, al centro del foro, non c’era assolutamente nulla: solo un vento impetuoso l’attraversava con lo stesso frastuono del fiume ribollente e urlante che passa sotto la crosta terrestre.
In quel momento il suo voltò s’illuminò d’un sorriso sfolgorante, alzò le braccia al cielo e s’aggrappò alle trecce della luna. Salì su quei fili argentati fino a scomparire nel radioso sguardo dell’astro più sfavillante. Nessuno l’ha mai più vista, ma nelle notti di luna piena la foresta si riempie di uno strano sussurro e la Quercia sembra a tutti più felice e radiosa.
Quando la Quercia alta e maestosa
al centro d’un Cerchio cresce gioiosa
porta negli esseri la Conoscenza
che può svelare anche l’Essenza.
Se l’Equilibrio e la grande Armonia
son poi trasmessi alla saggia Sofia
l’Astro notturno sorride d’immenso
e s’empie di Luce l’intero Universo.