Fino al 25 maggio 2025, il Museo Diocesano di Milano ospita un evento di grande rilievo per la scena artistica e culturale: la mostra Attorno a Tintoretto. La deposizione. Quattro artisti contemporanei sfidati da un capolavoro. Il progetto, curato da Giulio Manieri Elia, Nadia Righi e Giuseppe Frangi, nasce dall’eccezionale prestito della Deposizione di Cristo dalla croce di Jacopo Tintoretto, capolavoro della maturità dell’artista veneziano, concesso dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia in occasione della Quaresima e della Pasqua.

L’intento della mostra è chiaro: creare un ponte tra il passato e il presente, dimostrando come un’opera del XVI secolo possa ancora oggi generare nuove riflessioni e stimolare il linguaggio dell’arte contemporanea. Per questo, quattro artisti—Jacopo Benassi, Luca Bertolo, Alberto Gianfreda e Maria Elisabetta Novello—sono stati chiamati a misurarsi con il capolavoro di Tintoretto, esplorando la sua carica emotiva e simbolica attraverso media e linguaggi differenti.

La deposizione di Cristo dalla croce è un’opera che sintetizza il linguaggio maturo di Tintoretto: un impasto pittorico denso, una pennellata libera e vibrante, un uso della luce che scolpisce i corpi e amplifica il pathos della scena. Il movimento è vorticoso, quasi teatrale: i personaggi ruotano attorno alla figura di Cristo, sostenuto con fatica da Giuseppe d’Arimatea, mentre la Maddalena si protende disperata e la Vergine sviene in un abbandono totale. È un’opera che non si limita a rappresentare un evento sacro, ma trascina lo spettatore dentro la scena, in un turbine di emozioni contrastanti. Questa qualità dinamica e immersiva è stata la scintilla che ha guidato il lavoro di Alberto Gianfreda, il quale ha scelto di confrontarsi con il capolavoro di Tintoretto attraverso una ricerca sulla frammentazione, la ricostruzione e il rapporto tra memoria e materia.

Nato nel 1981, Alberto Gianfreda è un artista che lavora sulla materia come testimone del tempo. La sua pratica si concentra sulla frammentazione e la ricomposizione, un processo che trasforma ogni opera in un oggetto carico di memoria e tensione. Ceramica, marmo, cemento e materiali di recupero diventano gli elementi di un linguaggio che parla di ricostruzione e di identità. Per la mostra Attorno a Tintoretto, Gianfreda ha scelto di tradurre la tensione fisica ed emotiva della Deposizione in una forma scultorea, realizzando un'opera che gioca con il concetto di equilibrio instabile, di corpo che cade e che allo stesso tempo viene sorretto. Il frammento come metafora della perdita e della ricostruzione.

Se Tintoretto nella sua opera spezza l’unità narrativa con un gioco di luci e diagonali vertiginose, Gianfreda lo fa attraverso la frammentazione della materia. Le sue sculture sembrano sempre sul punto di crollare, ma trovano una nuova armonia nell’aggregarsi. Frammenti di corpi, sezioni di strutture architettoniche, elementi sospesi tra precarietà e solidità: il suo linguaggio plastico incarna perfettamente il dramma della Deposizione, ma lo trasporta in un tempo altro, contemporaneo, universale. La scelta di lavorare con materiali spezzati e ricomposti richiama l’iconografia della Passione: il corpo di Cristo deposto dalla croce è il simbolo di un dolore che attraversa il tempo, che si frantuma e si ricostruisce nella memoria collettiva.

Il valore della mostra Attorno a Tintoretto sta proprio nella capacità di innescare dialoghi tra epoche diverse, dimostrando che un capolavoro del passato non è un oggetto da contemplare passivamente, ma un catalizzatore di nuove visioni artistiche. L’opera di Alberto Gianfreda, in questo contesto, assume un significato particolarmente potente: la frammentazione come linguaggio della contemporaneità dialoga con la composizione concitata e luministica di Tintoretto, creando un ponte tra il dramma rinascimentale e le inquietudini del presente.

Gianfreda ci mostra che l’arte è un processo continuo di costruzione e decostruzione, in cui ogni gesto creativo è una forma di resistenza al tempo, alla dimenticanza, alla perdita. La sua scultura non è solo un omaggio a Tintoretto, ma un invito a riconsiderare il senso stesso dell’arte oggi: un’arte che raccoglie i frammenti del passato per farli risuonare nel nostro presente. Attorno a Tintoretto non è solo una mostra, ma un’esperienza che invita a guardare il passato con occhi nuovi, a riscoprire i capolavori della storia attraverso il filtro della sensibilità contemporanea. In questo contesto, il lavoro di Alberto Gianfreda emerge come una riflessione potente sulla materia e sulla memoria, sulla perdita e sulla ricostruzione, dimostrando che l’arte non è mai un processo concluso, ma un continuo atto di trasformazione.

Nel gesto di raccogliere e ricomporre i frammenti, Gianfreda non solo rende omaggio a Tintoretto, ma ci offre una metafora dell’arte stessa: un incessante tentativo di dare forma al caos, di trovare un nuovo significato nelle rovine del tempo.