Tempesta Gallery è lieta di annunciare l'inaugurazione della mostra Unveiling the unknown che vedrà protagonisti gli artisti Théo Viardin e Lou Jaworski, curata da Domenico de Chirico.

L'esposizione, che aprirà il 2 aprile alle ore 18:00, unisce in dialogo due ricerche artistiche uniche, accomunate dalla riflessione sulla condizione umana e sul rapporto tra materia, forma e percezione.

La mostra Unveiling the unknown nasce dall'esigenza di mettere in relazione due pratiche artistiche apparentemente distanti ma profondamente complementari. Se da un lato Théo Viardin esplora l'umanità attraverso figure monumentali in continua trasformazione, interrogandosi sulle mutazioni dell'essere umano nel contesto del biopunk e della crisi ecologica, dall'altro Lou Jaworski decostruisce la materia, lavorando con materiali carichi di memoria e significato per affrontare questioni di percezione e struttura.

L’accostamento di queste due ricerche mira ad indagare la sopravvivenza e l’evoluzione della forma umana, esplorandone le tracce nel tempo e nello spazio. Se Viardin rappresenta corpi mutanti immersi in scenari essenziali, Jaworski utilizza materiali che evocano la stratificazione temporale e il dialogo tra il fisico e il digitale. I loro linguaggi si intrecciano in un equilibrio sottile tra figurazione e astrazione, corporeità ed evanescenza, memoria storica e visione del futuro.

Attraverso questa mostra, Tempesta Gallery intende creare un percorso visivo e concettuale che affronta le tensioni tra umanità e post-umanità, fisicità e digitalizzazione, tradizione e avanguardia. Viardin e Jaworski, con i loro linguaggi complementari, ci portano a riflettere sul destino della nostra presenza nel mondo e sulle possibili direzioni future dell'esistenza umana.

Théo Viardin (nato a Parigi nel 1992, vive e lavora a Marsiglia) esplora nei suoi dipinti enigmatici la figura umana in costante mutazione. Le sue opere presentano figure colossali che sembrano vegliare l'una sull'altra, caratterizzate da un uso stratificato della pittura a olio che alterna pennellate gestuali a velature eteree. Il suo lavoro si nutre di un dialogo con la filosofia e affronta il tema della condizione umana attraverso contrasti e dicotomie. Il biopunk diventa un mezzo per riflettere sulla fine dell'umanità così come la conosciamo e sulle sue possibili evoluzioni. Le sue recenti esposizioni lo hanno portato a esporre in città come Parigi, New York, Londra, Berlino, Vienna, Shanghai, Anversa, Madrid e Palma di Maiorca tra il 2021 e il 2024.

Lou Jaworski (nato a Varsavia nel 1981) adotta un approccio post-minimalista nelle sue sculture, installazioni e stampe, caratterizzato da un linguaggio visivo essenziale. L'uso di materiali carichi di significato, come marmo, magneti in ferrite, grafite e meteoriti, conferisce alle sue opere un valore universale e senza tempo. Alcune delle sue creazioni incorporano hardware da server rack, impiegato come struttura architettonica per esplorare il concetto di memoria materiale e conservazione. Le sue opere, al tempo stesso astratte ed evocative, amplificano gli elementi architettonici e le proprietà dei materiali, fungendo da catalizzatori di pensiero ed energia.