L’idea di un’estetica funzionale ha da sempre contribuito a definire il ruolo di designer e architetti nella nostra società. Conciliare il metodo artigianale di una creazione artistica con la sua componente tecnica è stata una sfida che in tanti hanno abbracciato e seguito come obiettivo. Recentemente anche nel mondo del fashion la visione della bellezza funzionale ha contribuito a ridefinire la percezione della moda stessa. Lo sa bene Giulia Privitera, giovane fondatrice del brand Bamey, specializzato nella progettazione e realizzazione di borse e accessori luxury, rigorosamente Made in Italy. Abbiamo incontrato Giulia nella sua Sicilia, a Catania, non a caso conosciuta come la Milano del Sud, e siamo rimasti sorpresi da un lavoro artigianale così autentico, dove l’arte del ricamo e dell’intreccio, lento e perfetto, sono in grado di creare delle vere opere d’arte.

Come nasce Bamey?

Bamey per me è una scommessa, nasce in un momento di difficoltà che sono riuscita a trasformare in qualcosa di bello e positivo mettendomi in gioco. Dopo esperienze all’estero sono rientrata nella mia terra, Catania e me ne sono innamorata, forse davvero per la prima volta. Ho la fortuna di abitare di fronte al mare, senza palazzi, senza rumori di città. Dietro di me l’Etna, anche lei silenziosa e maestosa, semplice, ma straordinaria allo stesso tempo. La Sicilia è una terra unica, infinite culture, arte, paesaggi, profumi unici al mondo, tutte nello stesso territorio. Mi mancava tutto questo e molto altro. Così accompagnata dal desiderio di rimanere in Sicilia, decido di creare il mio spazio nel mondo, fondando Bamey.

Come mai questo nome?

Cercavo una parola che incarnasse la mia storia, col mio percorso, così tra una parola e un’altra ho scritto la parola “Maybe” su un foglio di carta, da qui l’acronimo Bamey. Un nome con poche lettere ma che si presenta deciso alla pronuncia ed internazionale per lessico.

Come nasce la tua passione per gli accessori?

La mia passione per la moda inizia molto tempo fa, ai tempi della scuola, quando l’appuntamento fisso del sabato pomeriggio con le amiche era davanti le vetrine dei negozi. Terminato il liceo ho proseguito il mio percorso studiando presso l’Harim Accademia Euromediterranea di Catania e da lì è iniziato il mio viaggio.

Possiamo dire che il tuo brand è un’ode alla quiete. A cosa ti sei ispirata per realizzare le tue borse?

Viviamo in un mondo che ci porta sempre a correre, sia per dovere che per necessità, ma la vita in Sicilia, dona anche la possibilità di rallentare. In Sicilia puoi fermarti davanti al mare o andare alla scoperta di un cratere, osservando posti incredibili, lasciando da parte la frenesia della città. Mi sono ispirata al passato, quando bastava avere un gomitolo in mano e un uncinetto per realizzare capolavori; alla sostenibilità, evitando la troppa produzione e alla semplicità.

Materiali utilizzati?

Le borse sono realizzate con materiali ricercati, di qualità e sostenibili. Il cotone e la pelle sono le materie prime che insieme creano forme nuove, uno stile elegante ed un look contemporaneo, distanti dall’idea della produzione in serie. Ogni progetto nasce da un’idea che viene sviluppata con disegno su carta, per ogni modello effettuiamo diverse prove per verificare la fattibilità dell’intreccio del punto desiderato. L’uncinetto e la maestria degli artigiani da’ vita a ogni singolo pezzo. Prima di arrivare al modello finale si cuce e si scuce diverse volte per poi arrivare al prodotto desiderato. La scelta di utilizzare un filato di cotone cerato rende le borse molto resistenti con un’ottima resa e nonostante la grande quantità di filato utilizzato, riusciamo ad essere accessibili e competitivi ad una vasta fascia di mercato. Il filato e il punto utilizzato ci contraddistingue, da qui la scelta di realizzare questa prima collezione di Bamey. Alcuni modelli vengono poi completati con accessori come tasche e bottoni in pelle 100% naturale di alta qualità.

Cosa significa per te artigianalità?

Artigianalità per me significa qualità, sostenibilità, storia e passione. Credo che ogni prodotto artigianale abbia da raccontare una storia, la storia di chi ha imparato un mestiere tramandato negli anni e lo trasferisce al prodotto realizzato e progettato secondo il genio creativo dell’artista che lo commissiona, un prodotto unico e che ha un’anima. Volevo realizzare un prodotto che si distinguesse, che avesse carattere. Da qui l’idea del filato e del lavoro artigianale, un lavoro manuale, sicuramente faticoso, più lento di un lavoro a macchina, ma unico e speciale.

Sei diplomata all'accademia di moda e design in modellistica: quali sono gli insegnamenti che ti sono tornati utili per fondare il tuo brand?

La precisione e la ricerca della qualità dei prodotti è la prima cosa che ti viene insegnata, distinguerti dagli altri e pensare con la tua testa è la chiave vincente, la semplicità e la sincerità completano a mio avviso la personalità che poi ho voluto trasferire al mio brand.

Il vostro Made in Italy si riconosce per?

Il lavoro! Tutte le nostre borse vengono realizzare interamente a mano ed a macchina da magliaie e aziende siciliane. Credo molto nello sviluppo e nella produzione italiana in controtendenza a quello che si fa oggi nel settore. Perché nella qualità dei prodotti e nel saperli lavorare l’Italia è una eccellenza.

Consigli per i giovani che intendono fondare un brand nel mondo del fashion?

Quando ho iniziato il mio percorso, mi sentivo solo dire frasi come: è un percorso lungo e difficile oppure ma allora ci credi veramente? o dove prendi il denaro per fare tutto questo?.

Il mio consiglio è studiare, non mollare mai, impegnarsi per distinguersi e soprattutto non avere fretta, fare le cose con calma, ma farle bene. Oggi gli strumenti esistono e ci vengono messi a disposizione grazie al web ed alla facilità di accesso. Io personalmente vedo Bamey come un percorso di vita lavorativo ed umano. Un progetto che ha un’evoluzione e che, da un’idea, anche piccola, può svilupparsi in un percorso, con alti e bassi; l’importante è non fermarsi e perseguire il proprio cammino. Penso che ogni progetto lavorativo, ogni sogno vada vissuto con sentimento, perché possa essere un dono per se stessi e per gli altri.