Prima di entrare nel focus dell’articolo e per i non adusi alla terminologia afferente si precisa che la climatologia è una disciplina che si occupa dello studio del clima ovvero delle "condizioni medie del tempo meteorologico in un periodo di tempo di almeno 20-30 anni".
Attraverso opportuni modelli si studiano le dinamiche del clima e si fanno delle previsioni evidenziando eventuali mutamenti climatici, si definiscono alcune conclusioni, che faranno parte delle chiavi di lettura e delle riflessioni inerenti le correlazioni tra i cambiamenti climatici e i loro effetti. Ed infine quando si parla di meteorologia il riferimento è a uno stato istantaneo dell’atmosfera, mentre il clima è un’astrazione statistica del tempo meteorologico su lunghi periodi. Il cambiamento climatico, presuppone una variazione di caratteristiche statistiche di una o più variabili atmosferiche e frequenza/persistenza delle configurazioni della circolazione atmosferica.
La storia dei grandi cambiamenti climatici, prendendo in prestito da Giambattista Vico, grande storico e filosofo napoletano, la citazione il “Passato utile per interpretare il presente e progettare il futuro”, si può raccontare prendendo ad esempio la correlazione della stessa con i cambiamenti avutisi sul genere vitis che risale a 6000-8000 anni.
Inquadrando nel dettaglio, fossili di fiocine sono stati rinvenuti in Nord Europa nel Paleocene, 65 milioni di anni fa, all’inizio del Miocene, si separò l’America dall’Eurasia, super continente comprendente Europa e Asia, che fu sottoposta ai cambiamenti climatici da epoche remote, all’uopo vedasi grafico, che mostra l’andamento delle temperature globali nel secondario, nel Terziario e nel Quaternario, la scala dei tempi non è uniforme ed è più ristretta nelle fasi remote, per le quali i dati disponibili sono minori rispetto a quelli delle fasi più recenti.
Focalizzando l’analisi climatologica all’Olocene superiore, notiamo che nel 1950 ca. terminata la P.E.G. (Piccola Era Glaciale), umida e fredda, subentrata alla fine del Medioevo all’O.C.M. (Optimum Climatico Medioevale), clima caldo, durante il periodo medievale la vite fu coltivata a maggiore altitudine, ad esempio in Valle d’Aosta fino a 1350 e verso il centro-nord dell’Europa, mentre nella P.E.G. la viticoltura non fu più praticata nella Scozia meridionale e nella Germania settentrionale.
Le pratiche colturali si adeguano al cambiamento climatico e in questo periodo per l’allevamento della Vitis vinifera si ha la creazione di ripiani in zona alpina con il fine di temperature più elevate per l’inclinazione delle radiazioni dei versanti esposti a sud e per lo scolo delle acque piovane, in Francia si applica il nuovo Metodo Champenoise (rifermentazione vin bottiglia) per i parametri climatici, le condizioni climatiche non permettevano la maturazione tecnologica all’uva, la vite è interrata in inverno per proteggerla dalle basse temperature.
Dal 1850 circa ad oggi si ha global temperature indices con un andamento complessivo di 0, 85°C, da –4,5°C del 1850 a +4,5 °C del 2012, si aggiungano i seguenti eventi nel corso del XX° secolo ad oggi: concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e attività solare molto intensa, avutasi solo circa otto millenni fa. Per spiegare l’innalzarsi delle temperature terrestri gli scienziati hanno formulato una duplice ipotesi:
- l’Anthropogenic Global Warming, che attribuisce l’incremento del riscaldamento globale all’aumento di CO2 dovute alle attività dell’uomo e a quella solare molto intensa verificatasi circa otto millenni fa congiunta alla copertura nuvolosa e il vapore acqueo;
- la Teoria Solare che ha provocato l’aumento delle temperature globali per maggiore attività solari e le interazioni stratosferiche con l’UV solare il cui effetto si propagherebbe nella troposfera.
Le temperature dal 1650 ca. e i suoi sviluppi temporali attuali e futuri sono visualizzabili attraverso l’indice A.M.O. (Atlantic Multidecadal Oscillation,“oscillazione multidecennale atlantica”), uno schema climatico del nord Atlantico che indica la temperatura superficiale del tratto di oceano compreso tra l’equatore e la Groenlandia.
I valori dell’A.M.O. registrati dal 1861 in poi mostrano cicli positivi e negativi di circa trent’anni, all’inizio del secolo fino al 1930 circa, abbiamo registrato una fase negativa, a cui è subentrata una fase positiva durata fino al 1965 circa, dal 1965 al 1995 siamo entrati nuovamente in fase negativa per poi lasciar posto all’attuale fase positiva che dovrebbe concludersi intorno al 2025, con una tendenza del Global Warming di circa + 1,5 °C fino al 2030.