Il nostro corpo è composto principalmente da ossigeno e idrogeno (rispettivamente 61% e 10%). Questi elementi legati tra loro formano acqua: una sostanza organica preziosa, dotata di caratteristiche straordinarie. La materia umana è un universo di 37,2 trilioni di cellule, riempito e circondato dall’acqua. Una persona di settanta chili ne contiene circa quaranta litri e la sua vita quotidiana è indissolubilmente legata all’equilibrio di questa massa liquida.
Anche la saliva è quasi interamente composta di acqua (solo lo 0,5 per cento è rappresentato da enzimi, soprattutto amilasi e ptialina, utili per scomporre gli zuccheri presenti nei carboidrati, durante il processo di masticazione) e similmente il cervello contiene per l’80% acqua, il resto è costituito da grassi e proteine. La distribuzione dell’acqua nel nostro organismo interessa due principali compartimenti, i cui volumi devono essere mantenuti in equilibrio: lo spazio intracellulare e quello extracellulare (diviso tra plasma, linfa, liquido interstiziale e cefalorachidiano).
Tra le varie funzioni biologiche quelle che beneficiano maggiormente dell’apporto di acqua sono il volume cellulare (omeostasi dei liquidi intracellulare e intravascolare), l’equilibrio termico, la composizione di molti composti chimici e delle secrezioni in genere. Una sufficiente riserva di liquidi è fondamentale anche nei processi di digestione, di assorbimento e trasporto di sostanze nutritive, e nella rimozione di scorie metaboliche. Non a caso, ogni singola cellula e apparato del corpo umano (circolatorio, urogenitale, digestivo, respiratorio, nervoso e sensoriale) sono costantemente a diretto contatto con l’acqua, per ricevere nutrimento, informazioni e memoria (di natura chimica e vibrazionale).
Il fabbisogno di acqua è influenzato da numerosi fattori che riguardano le condizioni climatiche, l’età, il tipo di attività, la condizione fisica e lo stato di salute. Il bilancio idrico dell’organismo è mantenuto in equilibrio attraverso il controllo delle entrate (assunzione di acqua) e delle uscite (volume dell’urina e del sudore). Anche se rimaniamo seduti tutto il giorno, il nostro corpo perde per evaporazione almeno un litro e mezzo di acqua. Le proporzioni cambiano se camminiamo in estate lungo una strada asfaltata, se corriamo o ci sottoponiamo a uno sforzo fisico intenso e prolungato.
La sudorazione e la vasodilatazione sono degli strumenti sofisticati messi in atto dall’organismo per raffreddarsi, in modo da mantenere la temperatura corporea costante, anche in ambienti particolarmente caldi. Questo compito è svolto, sotto il controllo del sistema nervoso vegetativo (innervazione simpatica), da circa due milioni e mezzo di piccole ghiandole sparse in tutto il corpo; il lavoro di queste piccoli organi è proporzionale all’intensità di calore che deve essere bilanciata.
La sudorazione è un fenomeno legato non solo al calore ma anche a stati emotivi spiacevoli, contraddistinti da sensazioni di ansia e paura. Quando la tensione è molto elevata, l’organismo rilascia cortisolo e adrenalina, ormoni capaci di stimolare sia l’attività delle ghiandole sudoripare sia il fenomeno della vasocostrizione, con conseguenti sintomatologie come palpitazioni, sensazione di svenimento e “sudorazione fredda”. Al contrario, la sudorazione termica è accompagnata da una dilatazione dei vasi sanguigni, per favorire la dispersione del calore.
Una persona adulta deve ingerire almeno un litro e mezzo di acqua al giorno (anche sotto forma di tè, infusi o tisane), avendo l’accortezza di scegliere un’acqua oligominerale cosiddetta “leggera”, con le seguenti caratteristiche: percentuale ridotta di sali minerali, residuo fisso inferiore a 50 mg/l e durezza inferiore a 12, in modo da favorire la diuresi e i processi di depurazione (eliminazione di azoto ureico, acido urico, acido ossalico, cloruro di sodio). Anche le verdure e i frutti introdotti con l’alimentazione costituiscono un’ottima fonte di liquidi (e di sali minerali).
La nostra esistenza è legata indissolubilmente all’acqua. Le sue proprietà, come l’elevata tensione superficiale, il forte potere solvente per le sostanze polari, la spiccata adesione e capillarità, il punto triplo (a determinati valori di temperatura e pressione, si ottengono contemporaneamente lo stato liquido, lo stato solido e lo stato gassoso), la rendono il liquido biologico per eccellenza. Inoltre, studi avanzati nell’ambito della biofisica, che riguardano in particolare la “memoria molecolare” e la “coerenza elettrodinamica quantistica”, aprono alla possibilità di nuove applicazione di straordinario interesse per la biologia molecolare e la ricerca terapeutica.
In base a queste ricerche si è scoperto che in natura esistono dei “domini di coerenza” capaci di “orientare” i campi elettromagnetici. In virtù di questa proprietà, le particelle di acqua sarebbero capaci di memorizzare specifiche strutture molecolari di dimensioni molto piccole (dell’ordine delle decine di micron), associate a specifici componenti chimici con i quali l’acqua entra in contatto.
Ma il fascino dell’acqua non si ferma alla sua dimensione fisica, la grandezza di questa sostanza trova ampia risonanza anche nel mondo dei simboli, dei miti e delle leggende. Come archetipo del femminile, è associata alla componente inconscia dell’accoglienza, della ricettività e della potenza generatrice.
La rappresentazione dell’acqua, come fonte di vita, è presente in molte tradizioni antiche ed è al centro di molti riti di iniziazione e di purificazione. Basti pensare al battesimo, alla benedizione e agli esorcismi. Senza dimenticare il liquido amniotico che protegge e nutre il feto, così come la pioggia disseta la Terra.