Appassionata di moda fin da quando era bambina, con un forte pragmatismo da sportiva, forgiato durante l’adolescenza nelle accademie di tennis americane, Sara Zucchini ha fondato un nuovo concept di vendita, aprendo non ancora trentenne nel 2019, una boutique nel cuore di Brescia, in via Fratelli Lombardi 1, dove comunicare e educare fashion.
Più che uno store, un vero e proprio “salotto iconico”, come lei stessa ama definirlo, dove brand emergenti e piccoli designer, italiani e non, sono presentati ad un pubblico attento e sensibile alle peculiarità delle creazioni artigianali e di nicchia, lontane dalle logiche del mass market.
Un nuovo modo di intendere lo shopping, dove l’acquisto diventa un’esperienza creativa grazie agli innumerevoli servizi custom made proposti e ad una mirata strategia di comunicazione e web marketing. Abbiamo incontrato Sara nel suo salotto di Forte dei Marmi, aperto quest’anno, curiosi di scoprire tutti i giovani talenti, selezionati secondo la sua idea di moda audace, iconica e irriverente.
Come nasce il concept di Via Fratelli Lombardi?
VFL1 nasce nel cuore di Brescia nel 2019 con la prima vetrina e nel 2022 apre il secondo store a Forte dei Marmi. Nascono entrambi dal mio desiderio di divulgare una moda di qualità, etica, sostenibile e di valore. Tutti concetti con cui oggi siamo più abituati a confrontarci, ma che, fino a poco tempo fa, erano completamente assenti, schiacciati da un mass market sempre più imperante.
Cosa differenzia la vostra realtà da quella di altri stores?
Tutti i nostri brand e designer hanno qualcosa in comune: sono unici, iconici e con una storia da raccontare. Semplicemente, sono qualità. Per il 98% lavoriamo con le eccellenze italiane, il restante 2% sono brand sempre artigianali o sartoriali ma made in all around the world. Lavoriamo a stretto contatto con fantastici designer di cui diventiamo ammiratori ed ambasciatori, sfruttando strategicamente i nuovi media per raccontarli ad un nuovo, vasto pubblico. I nostri brand sono delle vere e proprie eccellenze.
Come nasce la tua passione per la moda?
Sono da sempre appassionata di moda, fin da quando ero bambina, ma negli ultimi anni entrando nei negozi mi rendevo conto che non c’era mai quello che desideravo, comprare qualità era diventato o impossibile o economicamente proibitivo. I capi erano troppo costosi oppure mancava qualcosa di diverso, qualcosa che non ci fosse già nel mio guardaroba, che mi facesse sentire che stavo spendendo i miei soldi con un senso.
Come scegliete designer e brand e in cosa vi differenziati dal mass market?
Sicuramente la possibilità di avere il pezzo unico, personalizzato, speciale. Fin da subito ho selezionato artigiani di tutte le regioni d’Italia, prodotti che piacessero a me e da proporre a chi cercava un Made in Italy insolito, ricercato, vero: quindi di altissima qualità. Ho fatto tantissima ricerca e continuo a farne. Oggi posso affermare che chi entra in uno dei miei store sa per certo cosa sta acquistando, dal filato alla minuteria, sempre certificati, e, se interessato, può conoscere ogni passaggio della filiera produttiva: dove, quando e da chi viene prodotto. In questo modo possiamo intervenire nelle varie fasi e garantire al cliente la massima personalizzazione.
Ma non voglio limitarmi al Made in Italy, ho anche brand realizzati in altre parti del mondo, ma sempre con le medesime logiche di qualità e accuratezza che per me non sono esclusiva firma del Made in Italy ma tratto distintivo di tutte le produzioni fatte con amore e per passione.
L’artigianalità e il Made in Italy dei vostri brand in cosa si riconosce? Che tipo di attenzione viene riservata alla sostenibilità?
Lavoro con artigiani da Capri alla Toscana, passando per Bolzano. Figure così legate al proprio territorio hanno un concetto di etico e sostenibile ben più alto e profondo di qualunque certificazione: sostenibilità etica, perchè sanno con chi lavorano e lo rispettano, sostenibilità ambientale perchè le origini sono una risorsa da coltivare e non un'eredità da spremere. Inoltre le mie aziende fanno tantissima ricerca in ambito green: ad esempio, lavoriamo con una società altoatesina che realizza tute da sci con inserti che sembrano pelle ma in realtà sono realizzati in un ecotessuto proveniente dalla lavorazione delle bucce delle mele. Un modo per non buttare via nulla.
La vostra clientela tipo?
Consapevole, esigente, attenta. Alla ricerca del capo utile da tenere in guardaroba e che, possibilmente, racconti qualcosa quando lo si indossa. Un capo che rispecchi le abitudini di lifestyle di chi lo acquista, quindi, azzarderei, una clientela matura. Ma anche la ragazza giovane, che vuole slegarsi dalle firme urlate e, per sentirsi sicura, riscopre i luoghi dello shopping della mamma.
Hai lavorato in importanti multinazionali, quali gli insegnamenti ricevuti?
Tanti, ma alcuni fondamentali: per fare carriera ci vuole impegno e determinazione. Devi dimostrare di valere, di essere un valore aggiunto per l’azienda.
Quali le esperienze formative che ti hanno guidato nel tuo lavoro?
Da ragazzina sono stata una tennista professionista e ho girato il mondo, vivendo qualche anno anche negli Stati Uniti, dove mi sono resa conto di quanto il Made in Italy fosse amato, di quanto fosse una straordinaria ricchezza da noi italiani spesso non valorizzata.
Differenze tra mercato italiano ed estero?
Il settore moda è il protagonista degli e-commerce di tutto il mondo e, in particolare, la moda Made in Italy ne è il fiore all’occhiello, specialmente in Europa. Nei Paesi europei dove i limiti tecnologici non sono presenti, il settore fashion Made-in-Italy è infatti l’acquisto principale tra tutti i beni italiani esportati online.
Nel caso di piccolissime realtà commerciali, come tante si trovano in Italia, confrontarsi con il mercato estero può risultare un azzardo se non affrontato con la giusta preparazione.
Quali sono le ultime tendenze fashion che è possibile trovare nei vostri store?
Vendere qualità è una tendenza, noi cerchiamo di farlo raccontando ai clienti delle storie che diventano sogni.
Avete aperto nel 2019, con la pandemia quali difficoltà avete dovuto affrontare?
Con la pandemia è stata dura, ricordo la mia città, Brescia, così ferita, con le strade deserte; una ripresa sembrava impossibile e nemmeno osavamo pensare alla ripresa economica tanto era grave la tragedia che stavamo vivendo. Ricordo che ho pensato di non focalizzarmi più sul business ma di dedicarmi alle mie clienti, per distrarle un po' e per non lasciarle sole in un momento così buio: è partita una serie di dirette, in poche settimane diventate imperdibili appuntamenti! Dirette sulla carbonara, guidate da chef quotati, dirette fitness con professionisti del settore, workshop di fotografia, di mise en place e tanto altro. Insieme abbiamo anche fatto una campagna a sostegno della Croce Bianca di Brescia; credo che quel vissuto mi abbia unito molto alla clientela e abbia fatto la differenza nella ripartenza.
Progetti futuri?
Mi piacerebbe realizzare "Via Fratelli Lombardi 1 nel mondo” in alcuni località iconiche, dove turisti internazionali possano comprare le vere eccellenze del Made in Italy e apprezzarne la qualità.