Si può raggiungere la felicità? Si può imparare ad affrontare al meglio gli ostacoli che la vita ci pone lungo il nostro cammino? Si può imparare ad amare noi stessi riconoscendo il nostro lato più puro e autentico?
Di tutto ciò e altro ancora, parla Isabel Colombo, Life Designer che vive e lavora a Varese.
Isabel raccontati un po’...
Di me posso dire che da tutta la vita vado alla ricerca del significato più profondo dell’essenza umana. Sono sempre stata appassionata di tematiche psicologiche e ho sempre nutrito grande interesse riguardo a come “funziona” l’essere umano e cosa ne guida i comportamenti.
Mi reputo un’attenta osservatrice da quando ero solo una bambina e ho sempre posto molta attenzione all’agire e agli scambi comunicativi che avvenivano tra le persone intorno a mene; nel tempo, tutto questo, si è gradualmente trasformato nel mio punto di attenzione.
Su quali princìpi si fonda il tuo lavoro?
Da circa quattro anni ho avviato la mia attività che ho denominato “Find your wild” e il mio lavoro consiste nel “risvegliare” le persone; amo definirmi una “rianimatrice dell’anima”. Strutturo percorsi individuali, quindi a tu per tu con il/la cliente, lo accompagno sulla strada che lo/a porterà ad una presa di coscienza superiore di se stesso/a, di quelli che sono i propri comportamenti e, soprattutto, di ciò che lo/a anima interiormente.
Per me è fondamentale che la persona cominci da se stessa, dal saper gestire le proprie emozioni e, elemento altrettanto importante, dalla sua visione del mondo, per poi poter far sì che avvenga in essa una trasformazione, un’evoluzione. Tutto questo è possibile soltanto nel momento in cui, dentro l’individuo, avviene il “risveglio”, ovvero quando lascia cadere quei veli, quelle illusioni sulla realtà in cui vive e in cui normalmente egli avverte che il problema di cui si sente afflitto giunge dall’esterno e, questo lo porta a percepire se stesso come vittima di ciò che gli accade. Il mio lavoro, quindi, consiste nel riportare la persona nella sua interiorità! Riporto il suo focus sul “dentro” e sul suo modo di rispondere a ciò che le accade. In questo modo va a recuperare quello che è il suo potere personale.
Uno dei princìpi fondamentali su cui si fonda il mio lavoro è la responsabilità personale intesa come response-ability, ovvero l’abilità di rispondere.
A mio parere ogni persona deve essere in grado di rispondere a ciò che le accade; questo proprio per fare in modo che riesca ad uscire dalla sua condizione di vittima e creare la vita che desidera realmente.
Che tipo di servizi proponi?
Propongo soprattutto percorsi individuali, brevi e intensivi. Solitamente essi hanno una durata di sei sessioni; saltuariamente propongo anche workshop di gruppo online. Principalmente, però, mi dedico al rapporto one to one con un cliente alla volta.
Fino a qualche anno fa ti occupavi di “comunicazione dal cuore”, attualmente hai modificato la tua attività in “Find your wild”. Vorresti parlare di ciò che ti ha spinto verso questo cambiamento all’interno del tuo percorso lavorativo?
Anche se apparentemente i lavori da me svolti nella mia carriera risultano slegati tra loro, posso affermare che li vedo tutti come un processo evolutivo; hanno tutti un denominatore comune, ovvero la relazione, quella con le persone e, soprattutto, quella con la loro interiorità!
Il mio primo lavoro riguardava l’assistenza nella produzione all’interno di un’agenzia di grandi eventi per le aziende e ciò che più amavo organizzare erano le feste. La festa rappresenta per me il luogo, l’occasione in cui vi è un’interazione piacevole tra le persone, in cui ci si può permettere di essere se stessi con maggiore libertà e mostrare il proprio lato più vitale.
Successivamente, con l’arrivo dei social media, mi sono appassionata ad essi e ho iniziato a lavorare sulla comunicazione online. I social, infatti, rappresentano il mezzo di comunicazione per eccellenza, quindi la relazione.
Dalle aziende, poi, mi sono spostata nell’ambito del personal-branding per i liberi professionisti utilizzando come pay-off: “Comunicazione dal cuore” dove, secondo la mia idea, vi doveva esistere una comunicazione professionale ma che partisse dal cuore del professionista, ovvero da quella che era la sua essenza creativa.
Da lì a “Find your wild” il passaggio è stato breve e veloce! Infatti, se prima col professionista mi occupavo di sviscerare quelle che erano le sue caratteristiche più intrinseche, con “Find your wild” non mi sono più occupata soltanto di professionisti nello specifico ma, mi sono aperta a tutte quelle persone desiderose di “ricordare” quale sia il loro lato più selvaggio, autentico, il loro punto di origine, ciò che ogni persona è nel profondo, tutto ciò che è la persona nel momento in cui elimina tutte quelle sovrastrutture, quegli strati pesanti che si è cucita addosso durante tutto il proprio cammino di vita e che, quasi mai, corrispondono a ciò che si è davvero con quella che è la propria spontanea natura.
Quali sono i canali comunicativi che utilizzi nel tuo lavoro?
Tra i canali comunicativi che utilizzo vi sono i social media e le newsletter, non possiedo uno studio fisico e i miei clienti mi scoprono proprio sui social!
Nel corso della tua carriera, che tipo di ostacoli hai incontrato?
Personalmente più che ostacoli li definirei sfide. Una grande sfida è stata quando ho scelto di abbandonare un lavoro certo e un contratto a tempo indeterminato per lanciarmi nel mondo della libera professione. È stato un grande salto e un grande cambiamento!
Come libera professionista ho dovuto imparare a gestire tutto in maniera autonoma, come ad esempio l’aspetto amministrativo, di comunicazione, di vendita, di ricerca della clientela e del servizio vero e proprio.
Chiaramente tutto questo ha richiesto una grande messa in gioco della mia persona e, tutto ciò rappresenta un rischio, è vero, ma mi permette di non sedermi mai sugli allori, di non dare nulla per scontato, di essere creativa e cercare sempre novità da aggiungere ai servizi che propongo. Il mio lavoro si crea e ricrea giorno dopo giorno!
Personalmente credo che tutti quelli che potrebbero essere considerati ostacoli siano quelli che si creano interiormente, come la paura di fallire, l’autostima che necessiterebbe ancora di strutturarsi, il senso del proprio valore.
Penso che quello del libero professionista sia un viaggio appassionante dentro se stessi; lo è soprattutto se le tematiche che vengono trattate riguardano la crescita interiore e spirituale con cui non tutte le persone riescono ad interfacciarsi e per affrontare percorsi come quelli che io propongo, è necessario un certo livello di consapevolezza e desiderio di cambiamento da parte del cliente.
Se dovessi fare un bilancio, qual è il tuo grado di soddisfazione nel tuo lavoro?
Dal punto di vista creativo, posso ritenermi abbastanza soddisfatta e, certamente, è sempre possibile un miglioramento! Avere una propria attività permette di spaziare ed esprimersi ampiamente e di seguire il proprio flusso creativo.
Tutto ciò mi ha permesso di crescere molto personalmente e professionalmente, di acquisire un senso di responsabilità e del mio valore; mi ha dato la possibilità di esprimermi molto attraverso tutto ciò che comunico e che lascio emergere dalla mia attività.
Una enorme soddisfazione è data dal fatto di poter osservare i miei clienti compiere passi in avanti e raggiungere stati di benessere e consapevolezza tali per cui riescono a sbloccare quantitativi energetici che, precedentemente, potevano provocare in loro stati di ansia, paura e/o tristezza.
Poter osservare che il loro approccio alla vita, a conclusione del percorso, muta positivamente; ricevere da essi messaggi di ringraziamento o nei quali mi raccontano di nuove esperienze e avventure intraprese.
Credo che tutto ciò rappresenti per me la soddisfazione più grande, una gioia che riempie il cuore!
Dal punto di vista economico, diciamo che è un work in progress. Mi reputo più un’artista che una persona attenta all’aspetto amministrativo, economico e di marketing vero e proprio; mi sento più aerea! [ride] e mi lascio trasportare dal flusso creativo. Certamente desidero maggiori soddisfazioni economiche ma non posso ritenermi delusa da questo punto di vista!
Quale consiglio daresti a coloro che vorrebbero intraprendere un percorso di lavoro come il tuo?
Il primo consiglio che fornirei loro è di lavorare innanzitutto su se stessi prima di volerlo fare sugli e con gli altri. Se si sperimenta sulla propria persona cosa significa compiere un viaggio interiore, farlo successivamente con gli altri risulterà molto più semplice; questo perché potranno essere maggiormente compresi gli stati emotivi dell’altro e rendersi conto di quale sia la fase in cui esso si trova. Certamente non è matematico, non vi è nulla di scontato e lineare, poiché ogni individuo è unico e irripetibile e ciascuno ha la propria storia, vissuto ed emozioni.
Tuttavia, l’aver vissuto un certo tipo di esperienze ed emozioni, rende certamente professionisti con una marcia in più rispetto a coloro che hanno compiuto studi ma non applicano ciò che hanno imparato sulla propria persona.
Infine, consiglierei loro di inseguire la propria curiosità e di non smettere mai di voler imparare!
Vi sono molte porte d’ingresso rispetto alla crescita personale. È possibile l’utilizzo di diverse tecniche come quella relativa al perdono, al rilascio emotivo, a quello energetico, della mindfulness; esistono, quindi, diversi approcci ma nessuno è esaustivo!
Avere la capacità di mettersi in gioco e non ritenere mai che le conoscenze che si possiedono oggi possano essere sufficienti un domani.
È un ambito, il mio, in continua espansione ed evoluzione. Non bisogna mai smettere di essere curiosi!