L’usanza di ornare delle piante o dei pali è molto antica come, ad esempio, l’abete sacro a Odino, oppure l’uso celtico di celebrare il solstizio d’inverno durante il quale l’albero simboleggiava la nascita di un bambino (o alberello destinato a crescere), quando il sole non si vedeva per settimane nei Paesi nordici e popoli come i Vichinghi credevano che l’abete rosso possedesse poteri magici, in quanto non perdeva le foglie nemmeno d’inverno e veniva abbellito con frutti; ma anche portandolo in casa, come accadeva anche con altre tipologie di abete.
Anche gli antichi Romani decoravano le case nei giorni delle Calende di gennaio con rami resinosi, spesso di pino, per profumare la casa. All’inizio del cristianesimo l’abete o il pino vennero sostituiti con l’agrifoglio, addirittura vietando l’uso dell’albero, mentre l’arbusto ricordava le spine della corona messa sul capo di Gesù durante la sua agonia, divenendo simbolo di immortalità e della Trinità, data la forma triangolare delle foglie.
Nel Medioevo l’albero tornò a diventare simbolo di Cristo e della Chiesa, ricordando gli alberi citati nei testi sacri e insistendo sul fatto che l’albero è tramite tra il cielo, quindi Dio, e la terra. Quindi venne ripresa la tradizione dell’albero, condivisa sia dai cristiani cattolici che protestanti. Per alcuni secoli venne ripreso il nesso tra albero e legno della croce sulla quale Cristo era stato crocifisso.
Abbiamo riferimenti dell’albero di Tallin, posto nel 1441 nella piazza municipale, oppure l’albero di Brema del 1570, decorato con frutta secca e fiori di carta. Certamente la tradizione dell’albero natalizio è più sentita dai popoli del Nord, per la maggiore vicinanza a paesaggi ricchi di piante e di abeti o pini in particolar modo.
Diffuso era anche in Svizzera, mentre a Vienna apparve nel 1816, in Francia nel 1840 e in Italia poco dopo, grazie alla regina Margherita di Savoia.
La decorazione dell’albero di Natale varia tra palle di vetro soffiato, caramelle, marzapane, neve finta (la produzione industriale iniziò nel 1870 negli Stati Uniti) con l’immancabile e significativo puntale (a volte sostituito dalla stella cometa o dai Re magi o da un angelo), era poi diventata simbolo della festa stessa, la festa delle luci; pertanto, divenne importante mettere tra le decorazioni le candele accese.
Sarà il socio di Thomas Edison, Johnson, a diventare il padre dell’illuminazione elettrica dell’albero natalizio nella propria abitazione privata in occasione del Natale del 1885. La notizia si diffuse e rapidamente la moda di utilizzare le ben più sicure lampadine elettriche sostituì quella delle romantiche ma spesso pericolose candele di cera, anche se si dovette fare i conti con l’ancora scarsa produzione di corrente elettrica.
Nel 1895 anche la Casa Bianca aveva l’albero di Natale illuminato elettricamente. Accanto al presepe, l’uso dell’albero per le festività di fine anno vede dei veri e propri primati. L’albero in Vaticano, acceso dal Papa a partire dalla tradizione voluta da Giovanni Paolo II dal 1982, fino a quello di Verona offerto dalla famiglia Bauli, oppure di Gubbio, il più alto del mondo; fino a quello di Boston, di Chicago, di Los Angeles e di New York, di Londra, per citare solo alcuni esempi.
Naturalmente la tradizione non si esaurisce con l’albero acceso, ma inizia con la scelta della pianta, il suo taglio e il trasporto, fino all’ornamento e all’accensione. A volte diventa di moda, per l’anno in corso, il colore: rosso, blu, bianco, con una corsa all’albero più bello che fa tornare tutti un po’ bambini.
I più sinceri auguri di buon Natale e buone Feste di fine anno.