You have to have experience or hire someone with experience. (Devi avere esperienza o assumere qualcuno che ne abbia).
È questa la risposta di Charles Philip Pozzi, stilista americano con vita e passioni condivise tra Milano, New York e Shanghai, alla nostra domanda su eventuali rimpianti in merito al suo ruolo di fondatore dell’omonimo brand di slippers, nato a Shanghai nel 2009.
Energetico, socievole, pensatore oltre le righe, abbiamo incontrato Charles su un volo diretto in Italia, unica vera fonte d’ispirazione per il suo brand: “Lo stile italiano è sempre stato fondamentale per la mia produzione. All’inizio l’idea era di fare scarpe usando il tessuto delle camicie ed è vero che gli italiani amano indossare le camicie a righe, di lino o cotone. L’idea del brand è nata però a Shanghai insieme alla mia migliore amica Sheila Pitigal, dopo essermi diplomato a Boston. Avevo acquistato questo paio di scarpe in velluto che mi piaceva tantissimo, ma avevano il tacco, erano un po' impegnative, non idonee per andare a fare un giro al parco o al supermercato. Mi è venuta così l’idea di realizzare delle slippers senza tacco, solo in gomma, utilizzando i tessuti delle camicie italiane a righe. Non avevo mai studiato moda e ho dovuto imparare come si fanno le scarpe, utilizzando il mio appartamento come laboratorio”.
La produzione è stato infatti l’aspetto più difficile da gestire inizialmente per Charles, insieme alla rapidità di crescita ed espansione seguente del brand: “La prima produzione è stata realizzata in Cina, mi sono però trovato spaesato quando la fabbrica con la quale avevo prodotto i campioni non ha più voluto realizzarmi la produzione perché già piena con altri ordini e quindi mi sono ritrovato con 3000 paia di scarpe più tutti i vari ordini senza avere una fabbrica. Un’altra difficoltà è nata con i materiali con i quali avevo fatto i campioni, li avevo presi dal mercato senza sapere se esisteva uno stock, quindi poi mi sono ritrovato ad avere la fabbrica senza i materiali ed è stato un caos totale. La prima produzione l’ho trascorsa in fabbrica tutto il tempo”.
Ad oggi raccontata come un’esperienza divertente, Charles ci tiene a sottolineare le varie sfide che ha dovuto affrontare soprattutto all’inizio, quando non aveva esperienza nel settore, tutte però portate avanti con grinta e la giusta determinazione. Sicuramente la sua infanzia trascorsa con una mamma redattore capo delle riviste Harper’s e Cosmo in Italia lo ha aiutato nel coltivare la sua passione per la moda: “Sono cresciuto nella moda fin da bambino, per me il fashion riflette quello che è la società e si adegua a dove essa sta andando. Il mio brand si identifica con un tipo di clientela che ha un distintivo senso di stile, umorismo e raffinatezza e la forma delle nostre slippers ci permette di realizzare tutte le fantasie possibili, in maniera sofisticata ma divertente allo stesso tempo”. Un’attenzione particolare viene riservata alla scelta dei tessuti, con un’ampia selezione tra velluto, lini multicolore, freschi cotoni e pelle scamosciata e all’utilizzo di materiali organici, riciclati, rinnovati o biodegradabili, a basso impatto ambientale. Il sistema di produzione, altamente responsabile, riguarda anche il packaging, realizzato con sottoprodotti di lavorazioni agro-industriali come i residui di uva, salvati dalla discarica e utilizzati per la produzione di carte esclusive dall’aspetto tattile inusuale. Specifico del brand è inoltre l’uso di matite all’interno delle calzature: tutte in legno naturale, da temperare per l’uso.
Data la sua natura internazionale, abbiamo chiesto a Charles quali differenze ci sono tra il mercato italiano ed estero e quali città rappresentassero per lui al meglio il fashion system: “È difficile scegliere soltanto una città, essere originario di tre culture diverse mi ha permesso di focalizzarmi sulla parte migliore di ognuna e credo che lo stesso avvenga anche in generale nel fashion system. Per me la bellezza di Milano è rappresentata dalla sartorialità e dall’artigianalità, di Shanghai mi ha sempre affascinato il coraggio e l’audacia della gente, mentre di New York sono rimasto catturato dal loro senso estetico, moderno e cool. Per quanto riguarda il mercato della moda, penso che la differenza tra quello italiano e quello estero sia che in Italia puoi trovare almeno una o due boutique incredibilmente curate in ogni città, e questo significa che se tu sei un giovane designer in Italia puoi avere settanta, ottanta punti vendita, mentre nelle altre nazioni sono le grandi città hanno grandi boutique”.
Un’attitudine cosmopolita, quella di Charles, che trasmette nel suo brand attraverso un forte impatto estetico ed una versatilità contemporanea, senza rinunciare mai all’eleganza e al divertimento: “Penso che le persone sbaglino quando credono che essere raffinati e sofisticati significhi usare colori tenui e stampe conservatrici, ma al contrario ritengo ci sia sempre bisogno della giusta dose di umorismo e di colore. Nelle nostre collezioni abbiamo aggiunto negli anni oltre le righe anche fantasie a pois, stampe maculate e floreali, creando uno stile unico e inconfondibile. Il successo del nostro marchio risiede nell’onestà e nell’autenticità ma non rinunciamo mai al divertimento e nella nostra filosofia prediligiamo la gentilezza come qualità e valore insostituibile: bisogna essere gentili con se stessi, con la società e con il mondo”.