Viviamo in una società ipertecnologica, dotata di tutte le comodità e di tutti gli agi che ci consentono di essere collegati istantaneamente al resto del mondo, possiamo raggiungere la Luna e osservare i pianeti e le galassie con attrezzature sofisticatissime, siamo in grado di costruire opere in tempi brevissimi e perfino di deviare i percorsi della natura, eppure potremmo essere ricordati in futuro come la “società degli stressati”, un luogo di anime infelici che corrono dietro al tempo senza respiro.
Da genitori a figli, da impiegati e professionisti, da adulti a bambini, da adolescenti a vecchi, da politici a cittadini, da medici ad ammalati. Proviamo a capire per quale motivo intervistando Dora De Stefano, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche, conduttore certificato di Bioenergetica e di Training Autogeno, Counselor ad approccio corporeo, Coach.
Perché viviamo in un Epoca che potremmo definire dello “stress”?
Pensiamo troppo: siamo così impegnati ad analizzare e programmare ogni situazione della vita quotidiana, ci preoccupiamo di dare risposte a tutto, siamo oberati dalle sequenze mentali che ci assillano e ci risucchiano irrimediabilmente.
Le elucubrazioni mentali, quindi, non servono a salvarci?
Assolutamente no: tra il corpo e la mente, siamo sbilanciati verso la mente, mentre chi potrebbe salvarci è il nostro corpo. È meglio pensare con i piedi che con la testa, “scendere” dentro di sé e ritornare a terra, saldamente sostenuti dalle proprie gambe.
Sembrerebbe scontato, anzi forse ne siamo anche convinti, ma siamo davvero presenti a noi stessi e ancorati alla realtà?
Lo stile di vita che oggi prevale a livello sociale ci ha portato a razionalizzare all’eccesso e, di conseguenza, ad essere sempre più dissociati dal nostro corpo. La vita del corpo è il sentire: un corpo può sentirsi vivo, vibrante, buono, eccitato, arrabbiato, stanco, triste, gioioso, soddisfatto. Se siamo in linea col nostro sentire, possiamo interpretare ogni situazione per ciò che essa comporta realmente riuscendo ad agire e reagire conseguentemente. Spesso accade invece che il corpo non riesca a sostenere più la comprensione delle proprie emozioni, ed ecco che si origina una vera e propria sostituzione delle facoltà sensoriali con quelle intellettive.
Il distacco della mente dal corpo dove ci conduce?
Il corpo effettua una sorta di “blindatura” delle emozioni, e in tal modo si creano dei blocchi, delle "tensioni muscolari croniche" che condizionano fortemente il nostro carattere. Le esperienze stressanti vengono compattate e incapsulate nei muscoli che si irrigidiscono al punto che le contrazioni diventano croniche, con una notevole riduzione dell’energia a livello fisico, mentale ed emozionale.
Che cosa rappresenta, quindi, lo stress?
Tradotto dal termine anglosassone, to stress significa: evidenziare, sottolineare, mettere l'accento su qualcosa. Secondo il medico austriaco Hans Selye, lo stress è una risposta biologica generale dell'organismo a qualsiasi tipo di pressione, che può assumere caratteristiche negative o positive a seconda delle circostanze.
Hans Selye parla di stress “buono” e stress “cattivo”. Lo stress buono rappresenta la componente salutare dello stress, ovvero la capacità di ogni individuo di sopravvivere e adattarsi all'ambiente. Lo stress cattivo rappresenta la componente pericolosa e dannosa per la salute.
Quali sono le fasi di risposta ad un fattore stressante?
La fase di allarme è la prima reazione ad un evento stressante ed è una risposta biologica di sopravvivenza ("combattimento o fuga") che permette all'organismo di reagire o mettersi in salvo. In questa fase il nostro corpo rilascia ormoni che hanno effetti specifici sugli organi interni.
La seconda fase, di resistenza, vede come protagonista il cortisolo, un ormone rilasciato dalle ghiandole surrenali. Esso aiuta l'adrenalina a sostenere la produzione di energia ed agisce affinché lo stress si possa mantenere attivo a lungo. Prosegue in questo modo la sua azione di allarme.
Segue una terza e ultima fase di recupero: una volta terminata la condizione di stress, la risposta del corpo pian piano si spegne e porta i livelli degli ormoni alla situazione antecedente. Se questa fase non si attiva, il livello del cortisolo continua ad essere elevato e lo stress diventa cronico; questo può scatenare tutta una serie di disturbi, come ipertensione, osteoporosi, indebolimento del sistema immunitario e maggiore facilità di contrarre infezioni, obesità ed arteriosclerosi, diabete, problemi psicologici e depressione.
Quali sono le cause che favoriscono lo stress?
I nemici della nostra salute psico-fisica sono principalmente tre: uno stile di vita sedentario, una cattiva alimentazione e il sovraccarico di impegni.
La sedentarietà ha conseguenze disastrose sul nostro apparato muscolare e scheletrico perché l'uomo è nato per arrampicarsi. Diventando sempre più immobili, rischiamo di danneggiare non solo il nostro sistema polmonare, muscolare e circolatorio ma anche e soprattutto quello linfatico che lavora per permettere al corpo di liberarsi dalle tossine.
E poi se la nostra alimentazione è eccessiva e frettolosa, fatta di alimenti industriali per mancanza di tempo da dedicare alla preparazione del cibo, non rispettiamo le esigenze del corpo finendo per intossicarlo in misura sempre maggiore. Infine, la frenesia del "fare" ci conduce a essere sommersi dagli impegni: dobbiamo diventare consapevoli che i ritmi frenetici che viviamo oggi, molto probabilmente domani diventeranno ancora più frenetici.
Come possiamo difenderci da tutto questo?
Abbiamo bisogno di imparare a rallentare questa corsa sfrenata della "prestazione" e metterci in ascolto delle nostre percezioni attraverso lo strumento principe, ossia il corpo. Il nostro organismo, infatti, ha una naturale capacità di auto-regolazione verso la crescita e verso la salute, che in ambito psicologico viene definita come “resilienza”.
La resilienza è la capacità delle persone di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita di fronte alle difficoltà.
Come possiamo riattivare la vitalità del corpo?
Attraverso la respirazione diaframmatica e lo sblocco della voce. Sebbene respirare sia un atto involontario, la maggioranza delle persone non respira in modo corretto perché utilizza soltanto la parte alta dei polmoni che invece hanno una forma “a pera”. Respirando in questo modo, non sfruttiamo tutta la nostra capacità polmonare, per cui tendiamo ad avere durante la giornata un respiro ristretto, poco profondo e stressato, proprio come se guidassimo la nostra automobile con il freno a mano tirato.
Per utilizzare appieno la capacità polmonare e permettere una respirazione ampia e fluida occorre imparare ad usare il diaframma, il più importante muscolo respiratorio che viene anche definito “secondo cuore” in quanto, come il cuore, non smette mai di funzionare.
E la voce come ci aiuta?
La voce è lo strumento privilegiato per esprimere la parte più profonda del nostro essere: da neonati siamo immersi nel nostro linguaggio sonoro, usiamo la voce, i versi, i suoni come mezzo per comunicare con gli altri. La voce è lo specchio del nostro mondo interiore, e ogni suono della voce esprime una specifica emozione.
Nel momento in cui le tensioni vengono sbloccate, l'energia riprende a fluire e anche le emozioni riescono a liberarsi da quel velo che opprime e fa “strozzare” la voce in gola, regalandoci una ricca tavolozza di colori e di componenti armoniche.
Nei tuoi corsi proponi degli esercizi per riacquistare la respirazione diaframmatica, ce ne puoi indicare qualcuno?
Questo è l’esercizio base: dopo aver eliminato ogni contrazione dei nostri muscoli, andiamo a svuotare i polmoni da ogni fiato residuo. Attraverso le narici, lentamente, inaliamo l'aria, portandola nell'addome e poi nella cassa toracica. Per facilitare il movimento, immaginiamo di gonfiare un palloncino nella pancia. Una volta gonfiato il palloncino restiamo per pochi istanti in apnea. Poi cominciamo a far uscire l’aria attraverso la bocca, sempre lentamente, mentre visualizziamo il palloncino che inizia a sgonfiarsi e l’addome che pian piano va a rientrare, come se volesse incollarsi alla spina dorsale. L’aria deve uscire dalla bocca in maniera naturale, come se fosse un sospiro di sollievo, e le labbra debbono essere morbide e rilassate.
In quale posizione suggerisci? Seduti, sdraiati, nella posiziona del loto?
Seduti con la schiena diritta appoggiata allo schienale oppure in piedi con le gambe leggermente divaricate, le gambe un poco piegate i piedi poggiati bene a terra. E pensando di avere un filo che ci tende verso l’alto che passa per i piedi, il bacino e il centro del capo.
Con quale cadenza dovremmo fare esercizi come questo?
Sarebbe bene fare questo esercizio respiratorio più volte al giorno nei vari momenti della giornata. In ogni caso, se si vuole che la respirazione diaframmatica diventi automatica è fondamentale dedicare tutti i giorni almeno cinque minuti agli esercizi di respirazione.
Attenzione a non forzare la respirazione perché si potrebbe andare incontro a iper-ventilazione ed avvertire giramenti di testa; è un fenomeno assolutamente normale, nel caso basta fermarsi e ricominciare piano piano.
Ha ragione la nostra coach, viviamo al limite del nonsense, siamo così impegnati a utilizzare il pensiero che ci dimentichiamo delle funzioni essenziali del corpo. L’uomo e le sue invenzioni, le sue corse sfrenate, le sue decisioni, i suoi progetti sul mondo, sul controllo delle risorse, sul potere politico, sulla distribuzione della ricchezza, sulla rete che ormai trafuga tutte le nostre energie, hanno fatto sì che al centro di ogni interesse si ponesse ‘l’uomo stesso’, o meglio “quel che resta dell’uomo”. Egli si ritiene quasi il creatore della realtà, ma in realtà è diventato l’ombra di se stesso. Infatti, ci sfugge un particolare molto importante: gli uomini e gli animali rappresentano solo lo 0,3% delle forze che dominano il pianeta, il restante 99,7% - come afferma lo scienziato Stefano Mancuso nel suo libro Verde brillante: Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale, scritto insieme ad Alessandra Viola - è rappresentato dal mondo vegetale, che evidentemente si evolve nonostante tutto con una forza superiore alla nostra.
Le piante prendono l’energia dal Sole e la trasformano diventando mediatrici tra il sole e il mondo animale, uomini compresi! Come vogliamo arrivare a dominare il mondo se ci siamo dimenticati anche come si respira e se siamo stati capaci di riempirci di stress fino al limite?
Forse dovremmo ricominciare imparando dalle regine del pianeta, dalle loro radici intelligenti, dalle efficaci collaborazioni sotterranee, dalla loro capacità di resistere nei secoli e di espandersi ricoprendo la terra di vita.
Dovremmo avere l’umiltà di ricominciare dall’uso della voce come quando da piccoli sapevamo parlare senza parlare, con quel linguaggio antico che accomuna tutti i bambini del mondo, il Gibberish, la lingua più universale che esista.
Così potremmo tornare ad avere a che fare con la “saggezza del corpo”, Tagliando fuori la nostra parte più razionale, saremmo finalmente di nuovo in grado di comprendere cosa conta davvero…