Non posso che introdurre questo mio nuovo viaggio citando un maestro di indiscussa brillante lungimiranza: Gianni Rodari:
Puntare sul bambino impone attenzione, spirito di servizio, impegno costante ad essere, per lui, le cento cose di cui ha bisogno; il compagno di crescita, di gioco, di scoperta, l'animatore, l'esperto, il potere che gli procura gli strumenti che gli servono, l'adulto che lo provoca, gli rivela nuovi orizzonti, nuove direzioni di movimento. Noi siamo i gradini della scala che il bambino sale.
"Io vengo da un posto dove l’erba è travolta dalla meraviglia, dove i girasoli crescono fino alla luna e il mare scrive lettere d’amore al cielo. E tu da dove vieni?" Questa domanda colpisce la mia attenzione distratta una sera, mentre me ne stavo indolente coricata sul divano, immersa nei miei frenetici zapping tra i vari social network. Continuo a scorrere poi, mi fermo e torno indietro, catturata dalla semplicità di una frase apparentemente anonima. Leggo meglio: “Maestra Natura e la pura felicità della fanciullezza”. Caspita!
Da qui parte l’avventura che vi sto per raccontare.
Maestra Natura è un'associazione sportiva dilettantistica che, attraverso l'orienteering ed esperienze significative in natura, ha l'obiettivo di avvicinare i bambini e le bambine ad un rapporto più consapevole e rispettoso con l'ambiente naturale. Questo processo va coltivato, studiato e alimentato da un sapere che è naturale, ma anche culturale.
Lo staff è coordinato da Alessandra De Persio e Laura Balistreri, professioniste laureate in Scienze dell'educazione e Scienze della formazione primaria ed entrambe sono guide naturalistiche, birdwatcher specializzate sul riconoscimento di piante selvatiche e della flora e della fauna della macchia mediterranea. Dopo anni di esperienze in scuole dell'infanzia e nidi ‘tradizionali’ e successive esperienze in progetti outdoor, si occupano di formazione e affiancamento a progetti educativi interessati all'outdoor e corsi di formazione nell'ambito naturalistico.
“Il progetto nasce ad Ostia nel 2018 - spiegano - la nostra esperienza trasversale ci permette di dire con convinzione e cognizione che un progetto outdoor deve avere come obiettivo pratiche ed esperienze formative che riconoscano l'ambiente esterno come luogo privilegiato per la formazione e lo sviluppo psicofisico del bambino. Basandosi sul principio ‘dell’apprendere facendo’, esperienze significative in natura, non solo stimolano tutti i sensi in quanto fortemente sollecitati, ma sono anche alla base delle relazioni tra pari in quanto predispongono alla socializzazione e alla cooperazione.
Il bambino, privo di sovrastrutture, sente chiara l'appartenenza al mondo naturale. Il compito di noi adulti è quello di offrirgli esperienze significative in natura affinché la meraviglia e lo stupore che lo accompagnano, diventino una spinta alla scoperta del mondo, un dono che porterà sempre con sé crescendo. L'innata ed istintiva predisposizione del bambino va però stimolata per potere svilupparne tutto il potenziale.
Nelle nostre giornate il tempo è scandito dalla ‘legge del ritmo’. Il ritmo è fatto da due movimenti: espansione e contrazione. È una legge che si trova ovunque in natura, basti pensare al respiro o alle maree. Così ad attività che richiedono attenzione e concentrazione si alternano attività libere. Nelle attività più strutturate si tende a dare importanza ai processi di realizzazione piuttosto che al risultato finale; alla manualità, all'entrare in contatto con i materiali che portano con sé delle informazioni che stimolano i sensi. Essendo un progetto itinerante, ogni attività è pensata per essere realizzata in un luogo specifico perché è il contesto stesso che aiuta ad entrare nell'atmosfera e a dare un significato profondo a ciò che si fa. Il tutto in un ambiente in cui ogni bambino è libero di esprimere se stesso, senza paura del giudizio o della critica.
Nel gioco libero il bambino sperimenta se stesso in altro modo. I bambini inizialmente tendono a portare nel gioco libero i comportamenti stereotipati dello stare all'aperto, che si traducono spesso solo nel correre e rincorrersi o utilizzare i bastoni come armi per combattere. Il ruolo dell'adulto allora è quello di aiutare i bambini ad aprirsi alle infinite proposte che la natura gli offre per poter giocare e viaggiare con la fantasia e la creatività. L'obiettivo dell'adulto è quello di prendere presto le distanze dal gioco libero dei bambini. Il suo ruolo dovrà presto trasformarsi in vigile ed attento osservatore in modo da cogliere con maggiore attenzione, non solo il gruppo ma anche il singolo all'interno del gruppo stesso, con l'obiettivo di far raggiungere ai bambini autostima, autonomia e libertà.
Nella maggior parte dei casi chi si avvicina al nostro progetto sono genitori che hanno già chiaro, oggi più che mai, che è necessario offrire ai bambini l'opportunità di vivere esperienze formative in natura. Partecipare ad un progetto come questo è impegnativo: è necessario entrare nelle prassi dell'abbigliamento, in base al meteo ed alle stagioni, dell'attrezzatura tecnica che non deve mai mancare nello zaino e, mettere in conto frequenti lavatrici e docce giornaliere”.
Mentre la nostra società è impegnata a chiedersi e a teorizzare su ciò di cui i bambini hanno più bisogno, la natura semplicemente si offre affinché il bambino possa scoprirlo da sé.
I cervelli dei bambini, rispetto a quelli degli adulti, hanno un potenziale “intatto” e risultano essere molto più interconnessi con il tutto. Sono progettati per l'apprendimento, l'immaginazione e l'esplorazione, spinti dalla curiosità verso la scoperta.
La relazione nasce dall'ascolto.
Quando i bambini vivono l'ambiente con un forte senso di appartenenza e non come un semplice luogo da "usare", con la consapevolezza di esserne parte integrante e non semplici fruitori, lo scambio reciproco non può che generare Bellezza.
"Non c’è niente di più bello di trovarsi immerso in una natura ancora inesplorata, ruvida, nascosta: stare nella natura selvaggia, fa sentire come se fossi un astronauta appena atterrato su un nuovo pianeta inesplorato”. L’obiettivo di Maestra Natura, attraverso l'orienteering ed esperienze in outdoor, è quello di coinvolgere i bambini al fine di svilupparne autostima, sane relazioni, condivisione, collaborazione, problem solving, nel rispetto dell'ambiente e della natura in un’ottica di “pedagogia slow” che rispetti i tempi dell’infanzia.
“Pensate ai diritti che avevate da bambini - suggerisce in una sua riflessione Gianfranco Zavalloni, dirigente scolastico nonché promotore di una scuola creativa, aperta all'ecologia, alle lingue locali e alla multicultura - quando mi sono trovato in Sud America ho osservato i bambini e mi sono accorto che rispetto a loro, paradossalmente, i ‘nostri’ bambini hanno sempre meno libertà e diritti. Se dovessi, oggi, portare un contributo alla riscrittura della Carta internazionale dei diritti dell'infanzia, sicuramente io aggiungerei anche questi diritti fra quelli "fondamentali".
Il manifesto dei Diritti naturali pur essendo rivolto al mondo dei ‘piccoli’ interroga soprattutto i ‘grandi’. Siamo noi adulti ad essere interpellati da queste riflessioni. Siamo noi che dobbiamo prendere coscienza di ciò che rischiamo di non offrire all’infanzia e quindi, indirettamente, di derubare ai bambini e alle bambine. È il furto di opportunità, di esperienze, di competenze e di occasioni che, o si vivono nei primi anni di vita oppure, rischiamo di perderle per sempre”.
Il manifesto sancisce:
1. Il diritto all’ozio, a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti.
2. Il diritto a sporcarsi, a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti.
3. Il diritto agli odori, a percepire il gusto degli odori riconoscere i profumi offerti dalla natura.
4. Il diritto al dialogo, ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare.
5. Il diritto all’uso delle mani, a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco.
6. Il diritto ad un buon inizio, a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura.
7. Il diritto alla strada, a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade.
8. Il diritto al selvaggio, a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi.
9. Il diritto al silenzio, ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua.
10. Il diritto alle sfumature, a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle.
Per i ragazzi è importantissimo fare esperienze pratiche e non solo teoriche, nell'esperienza educativa tutto è collegato.
Va evidenziato che, purtroppo, negli ultimi decenni il contesto scuola è diventato una realtà sempre più “urbanizzata” in cui i bambini vivono sempre meno l'utilizzo del loro corpo, dei cinque sensi e soprattutto l'esperienza all'aperto di contatto con l'ambiente naturale.
Le loro menti non sono fatte per essere istruite stando seduti. Loro hanno bisogno di sperimentare e sperimentarsi, esplorare e, attraverso il gioco, imparare.
Scoprire, scegliere, toccare, osservare e riprodurre nella forma e nel colore i tesori rinvenuti. Sono processi importanti per allenare le capacità visuo-spaziali dei bambini e la loro voglia di osservare il mondo.
Arte e natura sono, dunque, veicoli di apprendimento: giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti. Quando si trae ispirazione dalla natura, l'opera d'arte è l'espressione di un magico momento introspettivo.
E come suggerisce il saggista Scott Cunningham: “Cercate la saggezza nei libri, in manoscritti rari e poemi criptici se volete, ma cercatela anche nelle semplici pietre, nelle fragili erbe e nel verso degli uccelli selvatici. Ascoltate il sussurro del vento ed il ruggito dell'acqua se volete scoprire la magia, perché è lì che sono nascosti gli antichi segreti."
La natura è per il bambino, e non solo per il bambino, la migliore maestra per una sana crescita fisica ed emotiva. Tale crescita avviene attraverso l'esplorazione sensoriale: l'osservazione dei mutamenti stagionali (dei colori, del clima, degli odori), la percezione sulla propria pelle delle differenti condizioni climatiche (il tepore o il calore del sole, il bagnato della pioggia, l'umidità della rugiada nelle prime ore del mattino, il freddo della brina), le diverse sensazioni tattili (la durezza della roccia, la ruvidità della corteccia, la morbidezza della sabbia asciutta), gli odori (dei fiori, del bosco dopo un acquazzone, del sottobosco al suo risveglio), i colori (delle farfalle, degli insetti che si mimetizzano, dei fiori, delle diverse tonalità di verde delle foglie) e molto altro ancora.
La natura offre ai bambini esperienze che non possono essere riprodotte con facilità altrove. Pitturare e creare con materiali naturali offre la possibilità di esprimere la propria creatività senza limiti.
Anassagora, filosofo greco, riteneva che nelle mani fosse contenuto l’intelletto umano, perché è proprio grazie ad esse che l’uomo riesce a “modellare la realtà”, concetto poi ripreso da Maria Montessori per la quale “la mano è l’organo dell’intelligenza”.
E proprio la mano, gli esercizi della motricità fine sono collegati con lo sviluppo del linguaggio e incidono sulle abilità di scrittura e lettura.
Perché è attraverso la mano che l’uomo prende possesso dell’ambiente, lo trasforma e lo fa proprio secondo le leggi cosmiche che passano dal cuore.
“Lo sviluppo della motricità fine tra natura e arte è la nostra filosofia e il nostro modus operandi - sostengono Laura ed Alessandra - esperienze dirette, coinvolgenti e divertenti sono la via preferenziale per conoscere il mondo e la natura che ci accoglie, questo noi lo sappiamo bene.
Con ‘motricità fine’ si intende quel complesso di abilità che comportano un utilizzo raffinato dei piccoli muscoli della mano e delle dita. Oltre ad essere abilità necessarie per raggiungere l'autonomia, come vestirsi e mangiare per esempio; essa riveste un ruolo importante anche in relazione allo sviluppo cognitivo e all'acquisizione di apprendimenti più complessi. È per questo che, allo sviluppo di tali abilità, è bene prestare una certa attenzione”.
Il modo di dire “toccare con mano”, riprendendo la definizione di Treccani, significa appunto “avere prove sicure di una verità, arrivare a conoscere qualcosa per esperienza diretta”.
“L'educazione ambientale, l'amore ed il rispetto per la natura, possono essere veicolati da attività che, oltre a sviluppare il senso di appartenenza al mondo naturale, offrono l'opportunità di acquisire importanti competenze - sottolineano Alessandra e Laura - così, dopo aver osservato ciò che ci circonda ed aver raccolto solo ciò che ha colpito il nostro interesse, si lascia il giusto spazio all’immaginazione e alla creazione. Durante i laboratori i bambini dipingono con fiori, ramoscelli, foglie, spighe e corbezzoli trovati a terra. I materiali, avendo forme e consistenze diverse, permettono di sperimentare effetti sorprendenti, utilizzandoli con fantasia e libertà.
Dopo aver dipinto i nostri fogli da acquerello con le spezie, esaltando le loro calde tonalità autunnali, utilizziamo le nostre opere pittoriche riproducendo delle foglie attraverso la tecnica del frottage, per poi ritagliarle ed ottenere delle meravigliose foglie double face. Concetti importanti come l'amicizia, la diversità e l'integrazione prendono forma attraverso lievi sfumature di colore.
L’esperienza pittorica è vissuta attraverso un percorso sensoriale ricco di stimoli in cui le profumate spezie si trasformano in calde tinte che ricordano i colori autunnali. Il disegno con il carbone, ad esempio, è antichissimo ed è probabilmente la forma più antica di disegno che si conosca. Il carbone è un materiale versatile che permette di sperimentare differenti tratti premendo più o meno sul foglio, provandone le diverse inclinazioni e utilizzando le dita per sfumare e persino per cancellare.
Il processo è spesso più avvincente dell'attività stessa, così abbiamo scelto di dipingere dopo aver estratto il colore nero dal carbone vegetale raccolto dalla brace. Lo abbiamo pestato col mortaio e miscelato con la colla di farina per renderlo cremoso e stenderlo più facilmente. Le nostre opere d'arte sono così solo l'ultima fase di un appassionante percorso. Raccogliamo "timbri naturali" con i quali decoriamo mattonelle d'argilla. Sperimentiamo nuove tecniche dosando creatività, precisione e concentrazione.
Ad ognuno la libertà di lasciare le proprie tracce con le quali creare variegati alberi, tutti diversi tra loro ma che, accostati l'un l'altro, creano un florido e lussureggiante bosco in cui le differenze ne potenziano la bellezza. Un po' come avviene tra i bambini. Quando la fantasia, la manualità e la creatività di un bambino incontrano la magia del bosco e le sue atmosfere incantate, non possono che nascere gioielli fatati di inestimabile valore.
Ci piace pensare che l'amore ed il rispetto per la natura nasca e cresca attraverso esperienze dirette e coinvolgenti. Creare ed utilizzare materiali naturali, non solo offre ai bambini la possibilità sviluppare la manualità dando spazio alla propria creatività ma, è anche un'occasione per osservare con maggiore interesse ed attenzione gli elementi della natura. L'ambiente diviene così uno scrigno da cui estrarre innumerevoli tesori, tutti da scoprire”.
Lasciare ai bambini la libertà di esprimere la propria creatività in natura, offre loro la possibilità di sperimentare modi nuovi e percorsi alternativi, cimentandosi con estro ed inventiva in opere davvero originali. Evitare di offrire soluzioni predefinite o di sostituirsi nella gestione delle difficoltà, aiuta i bambini ad ingegnarsi per trovare nuove via d’uscita.
Qualunque cosa si insegni in un'aula al chiuso può essere insegnata in natura, spesso in modi più piacevoli e sicuramente più coinvolgenti. L’orienteering non è soltanto uno strumento di conoscenza dell’ambiente esterno ma diventa un veicolo imprescindibile di scoperta del sé interiore.
Il venerdì, Maestra Natura, lo dedica all’applicazione di tutte le competenze acquisite attraverso l'esercizio costante delle capacità di osservazione, le conoscenze ambientali, il senso di orientamento, l'equilibrio, l'olfatto, la tempra per le lunghe passeggiate zaino in spalla, il senso di appartenenza al gruppo. Connettersi con la natura è come connettersi con la parte più profonda di sé.
Si chiama “forest bathing”, letteralmente bagno nella foresta. Secondo alcuni studi, il contatto con la vegetazione del bosco abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, migliora i sintomi della depressione, rilassa, riduce lo stato di collera e di ansia, e stimola persino la creatività. I benefici si devono all‘ossigenazione che si ottiene camminando nel bosco, degli monoterpeni, sostanze aromatiche rilasciate dalle foglie degli alberi, e dei fitoncidi, oli essenziali presenti nel legno e rilasciati dagli alberi.
"Solo un bambino su due oggi ha lo stesso livello di forza ed equilibrio che avevano i bambini di pochi decenni fa - concludono Alessandra e Laura - quando non usiamo i nostri corpi in altri modi oltre che a stare in piedi, come ad esempio cadere, rotolare da una collina, correre, fare la ruota, saltare, arrampicarsi, poi perdiamo davvero le nostre capacità di fare tutte queste cose. Il bambino che sa stare in equilibrio, è un bambino che ha imparato a dosare concentrazione, emotività e destrezza fisica. È il tempo per un ritorno all'infanzia, alla semplicità, alla corsa, all'arrampicata, all'apprendimento sotto il sole, per sperimentare la felicità invece di essere addestrati per una vita a perseguirla.
Va sottolineato che il rispetto per tutti gli esseri viventi nasce dalla conoscenza e della sensibilità e non certamente dai divieti. Il rispetto per la natura e l'ambiente passa attraverso attività che ne favoriscono la conoscenza, la relazione e conseguentemente la salvaguardia.
I bambini hanno bisogno di meno giocattoli e di più avventure. Se ti arrampichi puoi rischiare di cadere, ma solo dall'alto puoi vedere più lontano.
I buoni insegnamenti sono come i semi. Grazie all'impegno di ognuno, al lavoro di squadra, all'entusiasmo e alla creatività. L’infanzia ci accompagna per il resto della vita!”