L’inverno è la stagione più quieta, nei boschi, nelle campagne, nei giardini e sui terrazzi, eppure offre molti regali inattesi.
Innanzitutto, le chiome dei sempreverdi, che, spolverati di brina o di neve possono regalare scenari da fiaba, e degli alberi a foglia caduca, il portamento del tronco e dei rami spogli, che si possono ammirare nella loro eleganza.
Poi, innumerevoli bacche e piccoli frutti colorati, fiori precoci - in genere dall’intenso profumo - erbe, infiorescenze e infruttescenze secche dal fascino sottile, spine vistose…e infine le cortecce, alcune delle quali sono particolarmente belle, e, proprio per l’assenza o penuria di fiori e fogliami, finalmente risaltano come meritano.
Cominciamo dalle betulle, alberi a foglia caduca - verde tenero in primavera, giallo oro in autunno - dall’elegante portamento ballerino, che come tali richiedono lo spazio adeguato. Molte presentano una meravigliosa scorza sottile, quasi cartacea, nei toni del bianco, che a maturità si sfalda in lamine e strisce: color della luna, solcata da segni scuri che sembra occhi allungati in Betula pendula, di origini europee; bianco crema in B. himalayana, che raggiunge solo i 4 metri di altezza, e bianco gesso nella più grande Betula utilis jacquemontii, entrambe di origine cinese; la cultivar ‘Grayswood Ghost’ della seconda, in particolare, una volta spoglia fa pensare a un fantasma, tanto è chiara la sua corteccia, dalla sfumature sottostanti rosacee. Betula albosinensis, anch’essa cinese, presenta al contrario una scorza rosso arancio o marrone arancio, che si sfalda di grandi lamine.
Di origini cinesi anche Acer griseum, albero che raggiunge i 10 metri, lento a crescere, la cui corteccia arancio-rossa si sfoglia in placche sottili, più piccole rispetto alla specie precedente; spettacolare anche il colore autunnale delle fogliame.
Particolarmente belle, bruno-rosso o bruno porpora, sottili e lucide, le cortecce di molti ciliegi, sia da frutto sia da fiore, ma uno dei migliori per questo aspetto è forse Prunus serrula, specie cinese dalla chioma arrotondata e dalla scorza rosso bronzo acceso.
Tra i sempreverdi, merita un posto d’onore il corbezzolo Arbutus x andrachnoides, ibrido naturale fra A. andrachne e A. unedo: nelle piante adulte la corteccia bruna si sfalda, rivelando la scorza sottostante arancio: raggiunge, lentamente, 4-7 metri di altezza e i 5-8 di larghezza.
Numerosi anche gli arbusti a corteccia colorata, fra cornioli, salici e rovi ornamentali: tra i primi, troviamo sfumature del rosso (Cornus alba ‘Baton Rouge’, ‘Elegantissima’, ‘Kessekringii’ e ‘Sibirica’, C. sanguinea, C. sericea ‘Kelseyi’), del rosso-arancio (C. sanguinea ’Midwinter Fire’, C), dell’arancio (C. sericea ‘Cardinal’) e del giallo (C. stolonifera ‘Flaviramea’).
Fra i salici, Salix alba vitellina ‘Britzensis’ ha la scorza arancio, Salix irrorata quasi blu e Salice daphnoides di un intenso colore viola.
Nei cornioli e nei salici la corteccia colorata riguarda però solo i rami più giovani, di uno-tre anni di età, per cui per conservarla occorre sottoporli ogni due-tre anni, a fine inverno, a potature radicali, tagliandoli cioè alla base, in modo da stimolare l’emissione di nuovi getti colorati.
Tra i rovi, R. biflorus, Rubus cockburnianus, R. niveus, R. tibethanus producono lunghi rami arcuati nei toni del bianco, colorazione che mantengono anche una volta adulti: tuttavia, lasciati indisturbati raggiungono notevoli dimensioni. Per ottenere l’effetto migliore, questi arbusti vanno piantati, singolarmente o in bordure, lungo una siepe sempreverde o in riva a corsi e specchi d’acqua.
Mattia Godio, giovane giardiniere colto e raffinato, coltiva nel suo interessante giardino, il Jay Blue House Garden, a Fontane d’Agogna (No), rarità botaniche, con particolare attenzione per l’aspetto invernale. AI primi di febbraio apre alle visite, in occasione della fioritura delle amamelidi, di cui ha raccolto una grande collezione.