Imprese è un’esposizione a due voci, quelle degli artisti visuali Marie Denis e Michele Spanghero. Imprese è il territorio d’accoglienza di installazioni che abitano lo spazio della Galleria Alberta Pane in dialogo, silente e incrociato nel caso di Denis, sussurrato e orizzontale nel caso di Spanghero. Imprese è il punto di incontro tra realtà aziendali, Giovanardi e Lunardelli, che hanno prestato e prestano all’Arte il muscolo produtivo del fare e del realizzare l’Opera, splendida potente e indipendente impresa di genio e talento.
Marie Denis presenta una natura sensibile, mutata e mutevole, suscetibile d’interpretazioni e nuovi signifcati. La “politica del bello” di aristotelica memoria trova nella prima seducente installazione, Nel Wunderkammer, poggiata su risme di carta da imballo e realizzata in collaborazione con Giovanardi, l’incanto e l’annientamento delle barriere destati dal naturale e dall’artifciale. Si trata di entrare, con questi lavori intensi e mutevoli, nel territorio magico di un erbario organico e fantastico, che sfugge al destino entropico grazie a idea, talento e sapienza manifaturiera coniugata con la competenza tecnica e tecnologica.
L’installazione di Marie Denis è una scoperta di felci in grafte, foglie di cocco gigante realizzate in lamiera nero opaca curva e verniciata, di fogliame zincato in rame, loti divenuti matrici per magnifche serigrafe ricche di venature. Demistifca Denis, cataloga e chiama in appello tuti i sensi, annulla le distanze tra simile e verosimile secolarizzando ciò che la sua mano d’artista e la destrezza tecnica toccano e trasformano.
Narrazione visionaria di mondi altri si dischiude nei due flms (Les Masque(s) e Après Beyrouth) di Denis che scorrono, senza soluzione di continuità, nella piccola stanza oscurata della galleria.
L’inciampo dello spetatore continua mediante l’apparizione della scultura sonora di Michele Spanghero realizzata in collaborazione con Lunardelli. Tuned Volume è una strutura sferica modulare in legno che riproduce le frequenze armoniche delle onde stazionarie acustiche della stanza in cui è esposta.
La presenza massiccia della scultura trasforma così la percezione spaziale, ma è anche in armoniosa relazione con lo spazio circostante atraverso le onde sonore sintonizzate sulle frequenze del luogo d’accoglienza. Il suono quindi correla le proprietà architetoniche e acustiche dello spazio con il volume della scultura e la massa risonante.
Poco più in là, un tavolo ospita una selezione di stampe di Denis, da sfogliare e maneggiare con cura da catalogatore botanico; si trata di riuscire, ancora una volta, a entrare nello studiolo dei segreti di questa artista delicata e intensa, che propone una sospensione del tempo atraverso la patina minerale della grafte che nega le peculiarità solitamente fragili della vegetazione.
Alle pareti una mensola di metallo e legno, costruita con mano d’artista, accoglie il prototipo della capsula sonora di Spanghero, nido di sotile rumore costruito, come molti dei lavori di questo autore di linguaggi incrociati, sulle proporzioni della sezione aurea.
Le sue fotografe della serie Studies on the Density of White sembrano suggellare il dialogo tra silenzio e suono, tra tono e tono, grazie a un occhio d’artista che si soferma su bianchi angoli muti dalla potenza visiva soto pelle, ma assolutamente dirompente.
Le Imprese messe in ato nella galleria, e che si sviluppano nella grammatica intrecciata di tempo e spazio, godono di mancanze come di moltiplicazioni, di traietorie discendenti come di amplifcazioni. Con quelle Imprese Marie Denis e Michele Spanghero ci proietano nel terreno esperienziale dell’Arte in cui è necessario ascoltare e guardare, come è altretanto necessario immergersi nella propria privata impresa dell’ascoltarsi e del guardarsi.
Il lavoro di Marie Denis si focalizza principalmente sull’oggeto e su come esso possa essere reinventato.
Le sue installazioni e sculture prendono spunto della botanica, che l’artista reinterpreta atraverso diversi media, creando delle opere in cui confuiscono armonicamente elementi dell’universale e del quotidiano. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Lione, nel 1999 Marie Denis vinse il programma di residenza a Villa Medici a Roma.
Una selezione di mostre recenti sia personali che colletive include: Métamorphoses du quotidien, alla Maison des Arts Plastiques Rosa Bonheur (Chevilly-Larue, 2020); Le Saule qui chante, Parc Vansteenkiste, (Roncq, 2019); L’Été photographique de Lectoure, Centre d’art et de photographie de Lectoure (2019); Nature des Profondeurs, esposizione personale alla Galerie Alberta Pane (Parigi, 2018); L’impermanence alla Fondazione FernetBranca (Alsace, 2018); De fls ou de fbres at CAC de Meymac (2018); Le Désir, Galleria Alberta Pane (Venezia, 2017); L'Herbier de Curiosités al Centre d'Art et de Nature, Chaumont sur Loire (2017); Ha inoltre vinto numerosi premi e borse di studio sia nazionali che internazionali, come il FNAGP (Fondation National des Arts Graphiques et Plastiques, 2015), DRAC Ile de France (2011 e 2005) e il sopracitato programma di residenza artistica a Villa Medici a Roma.
I lavori di Michele Spanghero combinano il suono e le arti visive con un'approfondita ricerca concetuale e sono defniti da un approccio trasversale e un'estetica essenziale. L'impulso creativo nasce per l’artista come reazione all'enorme quantità di dati che ci circonda. Egli cerca di stimolare il coinvolgimento degli spetatori alterando sotilmente la loro percezione.
L’artista aferma: “Il silenzio, la risonanza acustica e le variazioni impercetibili del suono nello spazio e nella materia sono il nucleo della mia pratica sonora. Indago la relazione tra spazio e percezione atraverso la fotografa, la scultura e il suono”.
Ha esposto in molteplici contesti internazionali, tra cui, recentemente: Le Centquatre (Parigi 2019) Eufònic Festival (Ulldecona 2019), la Casa d'Arte Futurista Depero (Rovereto 2019), Cinema Modernissimo (Bologna 2019), Castello di Miramare (Trieste 2018), Jardin des Tuileries (FIAC Hors les Murs, Parigi 2018), Hyundai Motorstudio (Pechino 2018), Palazzo Te (Mantova 2017), School of the Art Institute (Chicago 2017), festival Ars Electronica (Linz 2017), Museo d’Arte Moderna (Istanbul 2016), Museo Rivoltella (Trieste 2016), Palazzo delle Esposizioni, Roma 2016, MAC (Lissone 2014), MART (Trento e Rovereto 2013).