Nell’ampio spettro delle possibilità espressive offerte dal linguaggio artistico contemporaneo, una pluralità di tecniche, approcci e materiali dà forma a ricerche scultoree non univoche e svincolate da dettami stringenti; installazioni che dialogano con lo spazio, video e performance si intrecciano e integrano a una definizione, ormai espansa e in continua mutazione, di scultura contemporanea.
A partire da questa riflessione, On and beyond mira a esplorare le sfumature e complessità del multiforme universo della scultura dei nostri giorni, attraverso le opere degli artisti Christian Fogarolli, Luciana Lamothe, Marie Lelouche, Fritz Panzer, Michelangelo Penso ed Esther Stocker.
Pur lavorando con diverse forme espressive che includono, tra le altre, fotografia e video, Christian Fogarolli (IT, 1983) fa della pratica scultorea e installativa il suo mezzo artistico di predilezione: spesso costituite da objets trouvés, le sue sculture mettono il visitatore in contatto con una ricerca, accurata e singolare, sul disagio psichico. L’individuo e la sua identità sono oggetto di un’analisi che parte dall’indagine archivistica, per poi ancorarsi nel presente all’intersezione tra pensiero artistico e scientifico. Nelle opere esposte, in particolare, il concetto di cura e il rapporto tra strumento, corpo e anima sono centrali.
Un disegno che invade la terza dimensione, espandendosi nello spazio; materiali industriali, quali l’acciaio e il pentano: questi gli elementi delle opere in mostra del veneziano Michelangelo Penso (IT, 1964), che da anni si dedica a tradurre, in forma artistica, indagini di natura scientifica.
L’installazione Magnetic nanoparticles Genesis (2024), posta al centro dello spazio espositivo, trasforma complesse ricerche sulle potenzialità mediche delle nano particelle magnetiche in esperienza multisensioriale.
L’occhio del visitatore che segue le linee avvolgenti delle installazioni di Penso, troverà nel disegno, tridimensionale e in fil di ferro caratteristico delle opere di Fritz Panzer (AT, 1946), un richiamo visivo. Il vuoto delle sculture dell’artista austriaco diventa sostanza percettiva di oggetti d’uso quotidiano, replicati in scala 1:1, che offrono allo spettatore l’opportunità di farne una rinnovata esperienza.
Il rapporto tra linee e terza dimensione è proprio anche della poetica artistica di Esther Stocker (IT, 1974). A partire dalle griglie e geometrie delle tele pittoriche, il lavoro dell’artista prende forma tridimensionale in sculture (poste a terra, parete o appese al soffitto) e in installazioni immersive che modificano percettivamente lo spazio che occupano.
La caratteristica palette nera, bianca e grigia è protagonista non solo nelle tele, ma anche nelle sculture in mostra, che evidenziano come la geometria esistenziale di Esther Stocker sia trasversale a ogni medium con cui l’artista lavora. Percezione sinestetica e scultura sono focali nella ricerca dell’artista francese Marie Lelouche (FR, 1984), che unisce un’approfondita conoscenza tecnologica alla matericità delle sue opere, in un equilibrio, osmotico, tra esperienza esteriore e interiore. Il visitatore è invitato ad accompagnare l’esperienza percettiva delle sculture in mostra, della serie Failed to synchronize, con un audio creato dall’artista da ascoltare in cuffia. Il mezzo scultoreo si fa quindi occasione per un’espansa esperienza di sé e dello spazio.
Una spazialità in movimento, tra flessibili forme lignee e corpi, caratterizza il video della performance Amorfa (2023) di Luciana Lamothe (ARG, 1975), in cui la relazione tensiva tipica delle sculture dell’artista argentina prende forma e dinamismo nello spazio pubblico. Concetti precipui della sua ricerca, quali quelli di trans- materialità, di relazione corpo-materiale e di interazione spettatore-opera si trovano qui espansi in una dimensione ambientale.
In mostra anche alcuni disegni in cui caos e ordine convivono. Questi fanno eco e dialogano con la scultura Untitled (2024), fatta di acciaio, morsetti e rami bruciati provenienti dall’installazione site- specific realizzata dall’artista per il Padiglione argentino alla Biennale di Venezia 2024.
Benché la scultura sia al centro di questa collettiva, On and beyond intende mettere in luce anche consonanze e dissonanze con disegno, pittura e video, che costituiscono parte integrante della ricerca visiva degli artisti in mostra.
Visitabile negli spazi lagunari della Galleria Alberta Pane a partire dal 14 dicembre 2024, l’esposizione rimarrà aperta fino a sabato 1 marzo 2025 arricchendosi, nel corso dei mesi invernali, di incontri aperti al pubblico, atti a fornire nuovi approfondimenti e prospettive.