Le sponde del Lago di Garda, con i suoi paesaggi, la sua vegetazione mediterranea e l’affaccio verso le Dolomiti, hanno da sempre attratto artisti e scrittori. Recentemente sono tornate alla luce alcune immagini di rari dipinti di Gustav Klimt, massimo rappresentante della Secessione Viennese. Realizzati nel suo soggiorno gardesano, durante il tour formativo che gli autori nordici svolgevano in Italia per conoscere arte, cultura e paesaggi del nostro Paese.
Il maestro austriaco soggiornò a Tremosine, piccolo borgo incastonato tra monti e pascoli. Considerato uno dei 100 borghi più belli d’Italia, a 350 metri a picco sull’acqua, Tremosine è caratteristico per il panorama mozzafiato su tutto il Garda. Si raggiunge salendo una strada unica, tra curve, gole, boschi e scorci sul lago davvero scenografici. Da qui Klimt eseguì paesaggi rigorosamente en plein air, decifrando da lontano le case di Malcesine, paese sulla riva opposta, grazie a un potente strumento ottico a cannocchiale.
Definita “la perla del lago” Malcesine è una graziosa località circondata da mura, con un maestoso castello Scaligero medioevale. Klimt la dipinge restituendo immagini nitidissime, irrorate da una dorata solarità mediterranea, esposizione ideale per l’autore della linea e tassello, amante del disegno nitido e pulito. Il tema del paesaggio fa parte di una sua serie tardiva di dipinti, eseguiti principalmente durante soggiorni estivi, di cui due opere dedicate al Garda. Difatti, nell’agosto 1913 (lo stesso anno in cui Kafka visitò Torri del Benaco), Klimt, soggiornando a Tremosine nell’albergo Morandi, realizzò Malcesine sul Lago di Garda e La chiesa di Cassone, esempi unici di vedute italiane da parte dell’autore viennese.
Dopo Klimt, e con il soggiorno di Goethe, che descrisse le nostre bellezze nella nota opera Viaggio in Italia, si crearono itinerari ricorrenti e si generarono vere e proprie mode. Divenne così abitudine per gli artisti e per i turisti provenienti da varie parti d’Europa, recarsi regolarmente negli hotel del Garda per soggiorni climatici e per conoscere i luoghi che avevano potuto ammirare in tele, disegni o stampe di autori famosi. Sirmione, Torbole, Malcesine, Riva, divennero imprescindibili mete e soggetto di composizioni artistiche.
Questo primo tour artistico-paesaggistico del Garda si chiude tornando al viaggio di Goethe. “Ma cosa sono quegli alti pilastri svettanti verso il cielo, tutti in fila, racchiusi su tre lati da bianche muraglie di pietra?” Domanda lo scrittore nell’opera Viaggio in Italia.
Il Lago di Garda, specie lungo la riva occidentale, offre notevoli esempi di strutture architettoniche introvabili altrove, quali testimonianza di un'epoca e di una civiltà passate. Sono i resti dei Giardini di Limoni a Limone del Garda, che colpirono Goethe due secoli fa. Le Limonaie del Garda, definite anche giardini-serra, disegnano il paesaggio nell’ultimo tratto di costa bresciana. Bianchi pilastri e muraglie aggrappate alle montagne, coperte d’inverno per riparare i pregiati frutti, documentano un’intelligente imprenditorialità che ebbe grande sviluppo nel XVIII secolo e un esempio di come le azioni dell’uomo, se svolte con passione e rispetto, diano risultati in armonia con l’ambiente. Il clima mite della zona ha permesso la crescita di questi agrumi, che diventarono base dell’economia locale fino a istituire nel 1840 la Società Lago di Garda, prima cooperativa agricola d’Italia finalizzata alla raccolta e alla commercializzazione dei limoni. Dopo l’unificazione del Regno d’Italia questa attività agricola fu abbandonata, lasciando un forte valore architettonico. E una preziosa testimonianza ad uso didattico, oggi raccolta nel neonato Museo del Castel a Limone sul Garda.