Rileggendo la vita e l’opera di una grande botanica quale è stata Paola Lanzara mi è balzata in mente una figura che sicuramente avrà conosciuto tra le sue infinite e bulimiche letture, ricerche e studi di storia di genere e di scienza: Madame de Staël una vera rivoluzionaria. Questo è l’espediente per ricordarla oggi a due soli giorni dalla sua dipartita a 91 anni augurandomi di aver fatto una buona scelta tra le tante donne che lei ha amato e ha preso come spunto e ispirazione nelle sue innumerevoli conferenze che catturavano l’uditorio. Spesso lei stessa riconosceva l’entusiasmo degli astanti come quando raccontava l’ultima lezione tenuta presso l’Ordine dei Medici di Roma, affascinati dal suo racconto millenario sulla storia e l’uso delle piante medicinali.
Anne Louise Germaine Necker meglio conosciuta come Madame de Stäel a inizio secolo XIX dà alle stampe Corinna o l’Italia, romanzo in cui denuncia l’emarginazione d’inizio secolo delle donne con velleità intellettuali e letterarie segnando l’inizio della letteratura femminile, per di più del racconto di viaggio dell’Ottocento romantico. Con quest’opera viene sostenuta intenzionalmente l’autonomia culturale, sociale e sessuale della donna. La personificazione del viaggio al femminile è Corinna che dimostra la sua indipendenza, la superiorità intellettuale, conducendo un uomo alla scoperta delle arti e delle vestigia romane; il suo lavoro costituirà un espediente che permetterà di oscurare il problema del ruolo della donna nella società con un personale attacco alla figura stessa di Germaine de Stäel, una donna di genio difficile da accettare definita, dai contemporanei autori romantici come Byron, “sconveniente”1.
Vedremo qui di seguito la vicinanza di Paola a Corinna, protagonista del romanzo percorrendo in breve alcuni tratti della sua vita.
Raccontare e delineare la figura di Paola Lanzara è veramente cosa ambiziosa se non si può scrivere tutto quanto si dovrebbe per farne un ritratto esauriente. Ma tenterò l’ardua impresa, poiché rappresenta realmente un riferimento a livello italiano nello studio e la ricerca degli ultimi sessanta anni per storia della botanica e dell’arte del giardino.
La sua passione nasce da giovanissima, negli anni Quaranta, quando ancora non era proprio consuetudine per una giovane ragazza studiare una materia scientifica: grazie ad una zia, suo padre venne convinto che fosse comunque una strada possibile, anche se fuori dagli schemi. E fu così che, dopo la maturità classica, Paola Lanzara si getta a capofitto negli studi delle Scienze Naturali per laurearsi ed entrare nel mondo accademico presso l’Università La Sapienza di Roma, dove svolgerà il ruolo di coordinatrice tecnica al Dipartimento di Botanica e di funzionaria superiore nello storico Orto Botanico romano, uno dei pochi giardini botanici sorto in un’area così rinomata per la sua bellezza e la sua storia: il Gianicolo.
La sua attività accademica, però, è solo un aspetto del suo percorso, poiché la ricerca assidua la porta a essere chiamata a far parte delle prime Commissioni scientifiche nelle varie branche delle scienze naturali; comincia a pubblicare autonomamente i primi lavori che le danno subito un grande successo editoriale.
Tre testi diventano dei veri best seller: Il mondo delle piante, Alberi e Guida alle piante medicinali tradotti in molte lingue e in tante edizioni ancora oggi disponibili.
Diventa membro del Comitato Nazionale per lo studio ed il recupero dei Giardini storici del Ministero dei Beni Culturali, partecipa al restauro di Villa Medici – Accademia di Francia a Roma, Villa Mellini, Villa Aldobrandini come membro della Commissione Scientifica e per 25 anni è membro permanente della Giuria del Premio Città di Roma “Nuove varietà di Rose”. La sua presenza è richiesta nei più famosi restauri di giardini monumentali italiani, da Villa Borghese, a Palazzo Venezia, alla Reggia di Caserta, come esperta e curatrice di musei e allestimenti di mostre storiche d’arte e restauro.
Non è questa la sede per ricordare tutti i suoi preziosi interventi e contributi scientifici nelle collane e pubblicazioni dedicate alla storia del giardino italiano, per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche e per le più prestigiose Università Italiane, per l’Enciclopedia Treccani e molti enti di ricerca.
Però vorrei trasmettere ai lettori che l’aspetto più notevole della sua personalità, oltre alla sua erudizione, era la grande generosità nell’elargire con estrema semplicità il suo sapere, che ha fatto di lei una “traghettatrice”, una comunicatrice insolita e ironica, di cultura dell’ambiente e del paesaggio. La sua conoscenza profonda, dal mito classico alla storia della scienza, si sprigionava con spontaneità e la diffondeva con grazia in ogni occasione in cui era chiamata a tenere conferenze, in qualità di ospite anche nei programmi radio-televisivi a cui spesso ha partecipato. Il suo grande afflato verso la natura e la bellezza si coglieva soprattutto da un non comune fervore che nutriva per la vita e la scienza.
La competenza sulla storia di Roma e del Lazio - qui ancora la vicinanza a Corinna nel romanzo della Stäel - è profonda ed è testimoniata dai numerosi studi da lei compiuti, ad esempio, sulla flora insolita romana, sulla storia della natura del Lazio dall’antichità ad oggi. Ricordo un suo speciale contributo sugli alberi di Roma e sui Boschi Sacri nel pregiato volume uscito nel 2011 per la Regione Lazio2. E l’ultimo libro del 2016 Alberi a Roma. Itinerari di storia e natura tra i monumenti verdi della città. La personalità geniale di Paola Lanzara ha coinvolto stuoli di allieve e allievi che la rammentano con grande riconoscenza. Mi piace ricordarla quando ebbi modo di diventarle amica in un viaggio studio alla scoperta dei giardini storici dell’Italia centrale, nel lontano 2003, dove tra Ninfa e le colline della Tolfa ci conduceva come fosse Diana dei boschi mentre aveva già ben oltre settanta anni. Instancabile nella mente e nelle idee mi ha supportata nelle ricerche e negli studi fornendo sempre un’idea fantasiosa, una traccia, una via per rendere al meglio le cose. Grazie Paola perché ci hai sempre regalato, direbbe Ildegarda di Bingen, la tua viriditas…
1 Del suo libro furono stampate 86 edizioni tra il 1807 e il 1894 in Francia, solo 11 le edizioni ottocentesche in Italia, mentre solo due quelle italiane nel Novecento fino al 1961.
2 Boschi sacri, Chiostri e Giardini a Roma e nel Lazio, Casadeilibri, Padova 2011.