Paesaggi mozzafiato si aprono su sentieri da percorrere a piedi: protagonista è il Parco Nazionale delle Cinque Terre, meta da visitare per il suo mare, i borghi arroccati, i muretti a secco e i vigneti. Le Cinque Terre raccontano un paesaggio straordinario, che testimonia la possibile armonia nell'interazione tra uomo e natura. Camminare nella natura è rigenerante ed ha un effetto di benessere non solo sul corpo, bensì sulla mente. Lo sguardo che si allarga, la tavolozza di colori, l’ossigenazione creata dagli alberi e dalla brezza marina, hanno potenti effetti benefici sulla nostra salute.
La storia di questi piccoli borghi e dei loro percorsi nella natura parte da lontano. Alcuni studiosi ipotizzano che i Romani, terminata la conquista dei Liguri (177 a.C.), abbiano potenziato l'antico tracciato viario preistorico litoraneo. Si pensa che intorno a tale tracciato sorgessero piccoli centri dove avveniva il cambio dei cavalli, il rifornimento e l'eventuale pernottamento delle carovane e dei viandanti. In questo contesto trova l'interpretazione dei nomi di alcune località delle Cinque Terre: Volastra ovvero Vicus oleaster, il paese degli olivi sorto a fianco di una delle stazioni di posta; Manarola, Manium Arula, cioè la piccola ara dedicata alle mani; Corniglia il Fondo di Cornelio; Vernazza Hibernacula, accampamento, stazione della flotta romana.
Circa le vie di comunicazione utilizzate in epoca preromana si è ipotizzata l'esistenza di due itinerari principali: il primo da Portovenere attraversava a mezza costa tutte le Cinque Terre ed era utilizzato probabilmente per trasporto di materiali ed attività connesse all'agricoltura. Il secondo doveva coincidere invece con il crinale e servire per una mobilità veloce ed attività di caccia. Questi assi longitudinali dovevano collegarsi con i castellari allineati in posizione più arretrata. Tale rete viaria non esclude tuttavia l'esistenza già in epoca preromana di alcuni approdi sulla costa delle Cinque Terre e quindi di traffici marittimi locali.
I borghi abitati delle Cinque Terre hanno avuto origine più avanti, nell'XI secolo, quando la gente della media Val di Vara si trasferì sul litorale marino. Superata la catena costiera che li separava dal mare, i primi nuclei di abitanti si sono insediati nelle strette valli, o su speroni di roccia, lungo il tratto di costa fra la Punta del Mesco e la Punta di Montenero, formando i cinque paesi.
La costa possedeva un clima migliore, più adatto alla coltivazione di alcuni prodotti come la vite e l'ulivo. I paesi delle Cinque Terre non nascono quindi come borghi marinari ma come borghi agricoli. Per esercitare l'agricoltura i primi coloni furono costretti a bonificare completamente il territorio con il sistema del terrazzamento dei monti. Nacque così il caratteristico paesaggio a “gradoni” delle Cinque Terre, con estesi terrazzamenti coltivati a viti e olivi, orti e agrumi, piccoli frutteti, più in alto boschi di castagni e boschi da legname, passando attraverso foreste di lecci, specie endemica della macchia mediterranea. La vegetazione è rigogliosa lungo tutti i percorsi del Parco. In mezzo ai pittoreschi vigneti terrazzati e agli oliveti, crescono l'euforbia arborea e una rarità botanica come la bocca di leone gialla.
Quest’area è stata nominata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997 come “paesaggio culturale”.
Agli inizi del ‘900 i terreni coltivati a terrazza nelle Cinque Terre coprivano oltre 9.000 chilometri di lunghezza (la distanza da Milano a NYC). Attualmente sono meno di un migliaio. Questo tipo di agricoltura è stata per anni chiamata a giusto titolo “agricoltura eroica”, a causa dell’estrema difficoltà nella lavorazione della terra sui pendii. Oggi purtroppo, molte delle coltivazioni a terrazza sono state abbandonate.
Riprendendo i sentieri che costeggiano le case a grappolo sul mare, in alcuni punti si percorre una vera e propria mulattiera, che si snoda collegando i cinque borghi tra loro. Il trekking all’interno del Parco Nazionale delle Cinque Terre è composto per lo più da sentieri, mulattiere acciottolate e gradinate. A volte bisogna prestare attenzione, poiché è possibile trovare restringimenti del tracciato, tratti scivolosi e dirupi. Il cammino prosegue tra macchia mediterranea e vigneti, dove spiccano uve di produzione locale come la nota Vernaccia (da Vernazza), vino ambrato e dolce.
Superati i 400 gradini della scalinata Lardarina di Corniglia si giunge alla sommità di un promontorio: è l’unico borgo delle Cinque Terre che sorge su un territorio collinare, tipicamente costituito da terrazzamenti con forti pendenze sul mare. Il borgo richiama un’atmosfera mista tra quella contadina e quella marinara, essendo caratterizzato da stretti carruggi e ampie vedute sul mare. Sosta d’obbligo è la terrazza della Locanda da Cecio, in posizione strategica e panoramica all'ingresso del borgo storico di Corniglia. Oltre ai percorsi naturalistici, tutti i cinque borghi meritano una visita per la loro bellezza suggestiva e per la storia racchiusa in questi luoghi.