Un articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications riporta uno studio approfondito sull'assorbimento di anidride carbonica e sulla conseguente acidificazione nelle aree oceaniche vicine alle coste del Nord America. Un team di ricercatori di varie istituzioni guidato dal professor Wei-Jun Cai dell'Università del Delaware ha prelevato campioni di acque vicino alle due coste nordamericane, dal Canada fino al Messico, per analizzare la situazione alle varie latitudini. Il risultato è che il problema dell'acidificazione è diffuso a tutte le latitudini ma si manifesta in modi molto differenti.
Gli oceani sono molto sensibili alle variazioni di anidride carbonica nell'atmosfera, al punto che un articolo pubblicato sulla rivista AGU Advances mostra come il calo di emissioni avvenuto a causa della pandemia COVID-19 abbia portato a una diminuzione del loro assorbimento. Ciò è insufficiente perché i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera sono i più elevati degli ultimi 23 milioni di anni, come riportato in un articolo pubblicato sulla rivista Geology. Capire i processi in atto è necessario per cercare qualche rimedio che eviti che i danni agli oceani continuino ad aggravarsi con rischi crescenti.
Circa un quarto dell'anidride carbonica immessa nell'atmosfera viene assorbita dagli oceani. Ciò limita la crescita dell'effetto serra ma quel gas tende a combinarsi ancora trasformandosi in acido carbonico, un problema diverso ma non meno serio. L'acidificazione degli oceani ne altera l'equilibrio chimico e ciò colpisce particolarmente gli organismi che usano il calcio per costruire i loro scheletri composti di carbonati. Coralli e molluschi sono gli organismi colpiti più duramente con gravi conseguenze per le varie specie ma anche per i loro ecosistemi. Le barriere coralline sono da anni sotto osservazione a causa di una serie di problemi che le stanno mettendo in pericolo portando a squilibri ecologici nelle aree oceaniche colpite.
Per questi e altri motivi, le ricerche sull'acidificazione degli oceani non sono una novità ma generalmente sono concentrate su una certa area. Nella ricerca pubblicata su Nature Communications per la prima volta sono stati raccolti dati nelle due coste nordamericane e gli autori hanno paragonato le diverse situazioni, anche alle varie latitudini. Si è trattato di un enorme sforzo compiuto nel corso di un decennio abbondante grazie a un gruppo internazionale di collaboratori che hanno partecipato a spedizioni marine in varie aree vicine al Nord America per prelevare campioni.
I risultati indicano che il problema dell'acidificazione degli oceani è diffuso in entrambe le coste americane e alle diverse latitudini. Esso si manifesta in modi diversi, dipendenti dalle temperature dell'acqua nelle varie aree, dagli ecosistemi e da interazioni come correnti come la Corrente del Golfo che trasporta acqua calda e salata dai tropici. La conseguenza è che alcune aree sono più colpite di altre ma la situazione peggiorerà se l'assorbimento di anidride carbonica continuerà ad aumentare.
Lo studio pubblicato sulla rivista AGU Advances mostra come all'inizio di aprile le emissioni di anidride carbonica siano calate del 17%, che significa circa 17 milioni di tonnellate, rispetto ai livelli emessi nel 2019. Il calo ha raggiunto livelli risalenti al 2006. Un calo significativo nelle emissioni di anidride carbonica ha portato a un minore assorbimento da parte degli oceani. Il problema è che si tratta di un calo temporaneo, dovuto a una situazione contingente. C'è di positivo che gli scienziati possono studiare questo fenomeno raccogliendo altre informazioni utili per capire i meccanismi di assorbimento dell'anidride carbonica.
Questo studio è utile soprattutto a capire come reagiscono gli oceani in caso di cambiamenti nell'atmosfera che possono essere improvvisi. In questo caso si è trattato di un calo nelle emissioni dovuto a una pandemia, in altri casi ci possono essere aumenti di emissioni dovuti a eruzioni vulcaniche.
Una volta terminata la pandemia, il mondo dovrà tornare ad affrontare il problema dell'effetto serra, a cui l'anidride carbonica contribuisce in modo importante. Nello studio pubblicato sulla rivista Geology un esame di fossili di piante ha mostrato i livelli di anidride carbonica presente nell'atmosfera nel corso del tempo. Il risultato è che i livelli attuali sono quelli più elevati degli ultimi 23 milioni di anni. Questo studio non riguarda l'assorbimento dell'anidride carbonica da parte degli oceani ma l'aumento di questo gas nell'atmosfera porta a un maggiore assorbimento da parte degli oceani.
Studi diversi che possono essere concentrati su certe aree geografiche, su periodi o molto lunghi possono fornire informazioni diverse, che aiutano a capire i cambiamenti negli oceani nel breve e nel lungo periodo. Le attività umane stanno creando vari problemi agli oceani, la loro acidificazione è solo uno di essi. È il motivo per cui ricerche vengono fatte continuamente ma se si limiteranno a prendere atto della progressiva distruzione degli oceani saranno inutili.