Il tour di Filippo Cogliandro nelle principali città italiane, per raccontare la storia dello chef che si è ribellato al pizzo e raccogliere fondi per le vittime della criminalità organizzata.
Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. (Paolo Borsellino)
L’idea parte dalla vicenda personale di Filippo Cogliandro, chef calabrese del ristorante L’Accademia (Motta San Giovanni, RC) che nel 2008 si ribellò al pizzo e denunciò i suoi estorsori. Da allora la sua vita è cambiata, e – insieme con l’assegnazione di una scorta – è partito il suo impegno per la diffusione della legalità, culminato nella creazione della prima spiaggia di Libera, l’associazione contro le mafie di Don Luigi Ciotti. Tappa successiva di questo percorso è il progetto Le cene della legalità, un tour nelle principali città italiane per raccontare la sua storia e raccogliere fondi a favore delle vittime della criminalità organizzata.
Filippo Cogliandro è stato colpito due volte dagli estorsori della mafia, che, quando era ragazzo, gambizzarono suo padre Demetrio. Questo fatto doloroso gli fu di esempio per affrontare la nuova sfida: ha avuto il coraggio, nella solitudine e nei disagi economici nei quali si è ritrovato, di denunciare i delinquenti che furono arrestati. Oggi Filippo è diventato un simbolo per lo Stato, ha accanto la Fondazione Antonino Caponetto, Don Luigi Ciotti e Claudio La Camera, Direttore dell’Osservatorio sulla ‘ndrangheta, è seguito dai media nazionali ed è diventato un esempio per la Calabria e l’Italia.
Fondazione Antonino Caponetto
La Fondazione Antonino Caponetto si è costituita il 16 Giugno 2003, a Firenze. Ad oggi, ha come presidenti Elisabetta Baldi Caponetto, moglie di Nino, e Salvatore Calleri, che sono anche due dei soci fondatori insieme all’Associazione Professionale Galasso, la sezione di Palermo dell’Associazione Nazionale Magistrati e l’Associazione Riferimenti. La Fondazione organizza ogni anno un vertice nazionale antimafia che riunisce le persone che combattono tale fenomeno e si prodiga nelle scuole per parlare di legalità. La Fondazione ha creato centri di studio e analisi sulla mafia a Prato, Perugia, Firenze, Reggio Emilia, Piacenza, San Marino e Rimini. Con la Fondazione Mediterraneo ha dato vita all'OMCOM (Osservatorio Mediterraneo Criminalità Organizzata e Mafia).
Le Cene della legalità
Sarà la cucina “a quattro mani” il fil rouge che servirà da pretesto e da tema per celebrare uno scambio di emozioni e di conoscenze, una rete sociale per raccontare alla gente la storia di Filippo Cogliandro. Un modo di incontrarsi per scrivere insieme la nuova pagina di una storia comune.
Le Cene della legalità hanno una duplice valenza, sociale ed economica: da un lato il tour servirà per raccontare in giro per l’Italia l’esperienza di Filippo Cogliandro e ispirare così ristoratori e imprenditori nella loro attività quotidiana; dall’altro, ogni tappa servirà a raccogliere fondi da destinare alle vittime della criminalità organizzata.
Intervista a Filippo Cogliandro: la sua passione per la buona cucina, il suo essere un vero uomo del sud, un uomo della Calabria, un uomo libero...
Un ristorante, un lembo di spiaggia in riva al mare che cattura i sensi per la bellezza sconfinata fatta di natura, di mare, sabbia, ritmi cadenzati che seguono le onde e poi il vento e il mare in tempesta, ugualmente bello e affascinante; e poi un uomo, gentile e affabile, sorridente, legato alla sua terra e alla sua famiglia, a tutto quello che ha creato con il suo lavoro, al rimpianto per il padre Demetrio Cogliandro, grande uomo ed esempio per lui e i suoi fratelli. Sembra impossibile che un posto così meraviglioso, una location così prestigiosa per la cucina e l’accoglienza abbia subito un terremoto, il dolore acuto di un'ingiustizia, di prepotenza e sopraffazione, un evento che ha sconvolto la vita di Filippo Cogliandro, questo uomo gentile, ma giusto, che ha trovato nella sua forza d’animo il coraggio di ribellarsi alla richiesta del pizzo, il denominatore comune che lega i componenti della ‘nandrangheta calabrese, ai continui soprusi, alle richieste più estorsive.
Filippo ci racconta la sua storia, quella del ristorante L’Accademia, la spiaggia dell’Accademia a Lazzaro, il suo paese, un gioiello creato dal nulla con il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori, una storia bella ed esaltante, perché fatta di uomini, di sogni realizzati e di scelte difficili, di amici scomparsi per paura, di solitudine, inesplicabile e dura da sopportare, di rifiuti che sono lame d’acciaio; e poi la vicinanza di Don Ciotti, un fratello, la spiaggia Libera, Libero Grassi, il Sindaco di Motta Paolo Laganà, il Prefetto Francesco Musolino... e improvvisamente tanti, tanti volti sorridenti, mani che lo cercano, applaudono, lo accarezzano... e Filippo non è più solo.
Filippo, raccontami la storia af** fascinante della “nascita” dell’Accademia Ristorante Gourmet.**
Affascinante storia, quella del Ristorante L’Accademia Ristorante Gourmet. Nasce nel 1995, per onorare un personaggio vissuto a Lazzaro negli anni Settanta, il pittore di corte di Re Baldovino del Belgio, Jim Jansen. E' proprio a Lazzaro che Jim s'innamora dell’atmosfera del posto, dei colori forti dei paesaggi che richiamano le tecniche della scuola fiamminga e decide, essendo architetto, di farsi costruire una villetta immergendola nel verde con un ambiente semplice e raffinato, luogo dove sorgeva in precedenza L'Accademia. Negli anni Settanta, Jim Jansen apre la sua Accademia di pittura, ma in un paese come Lazzaro, all'epoca povero culturalmente ed economicamente, la scuola ha poca fortuna e la difficoltà di poter trasmettere l'arte a qualcun altro fa scattare in Jim Jansen una produzione esagerata di opere d'arte che mi coinvolgono a tal punto tanto da spingermi a cercare di diventare pittore, artista e chef.
Praticamente ti sei scoperto chef dopo aver capito che non eri un artista?
È vero, dovevo trovare il mio giusto habitat: non riuscendo a esprimere creatività sui quadri e, involontariamente, preparando delle piccole cenette per gli amici, mi sono scoperto artista della cucina. Da qui l'idea del ristorante e la scelta del nome: Jansen faceva arte con le sue opere e io con i miei piatti. Il tempo ha completato "l'opera": corsi di cucina con i più grandi maestri della ristorazione, spesso in giro alla ricerca del gusto e della creatività.
E la brigata dei tuoi collaboratori?
Dal gennaio del 2004, L'Accademia si trasferisce nell'antico Palazzo della Castelluccia, palazzo nobiliare di fine '800. La cantina dei vini, con enoteca per degustazione vini, è curata personalmente dal maitre di sala Demetrio Albano e il mio sous chef Giovanni Dascola.
_ Libera _ , la bandiera dell’associazione antimafia creata da Don Ciotti per La Spiaggia Libera, dal giugno del 2013...
Libera, la bandiera dell’associazione antimafia creata da Don Ciotti, è stata la prima a sventolare su una spiaggia e proprio da quest’anno sulla spiaggia antistante il ristorante dell’Accademia: è nato un altro mondo, la spiaggia si è riempita di giovani, di risate, di grida di bambini, un mondo fatto di gioco, di ragazzi felici, spensierati, di aperitivi e musica live, di amore giovane e di ragazzi calabresi liberi sulla spiaggia Libera, come tutte le spiagge del mondo. Oggi chi arriva a Lazzaro vive nell’atmosfera di un territorio rinnovato che tenta di progredire, liberandosi dalle prigioni che derivano dalla cultura della sopraffazione, della prevaricazione e dell’illegalità. Oggi Lazzaro è un paese in crescita che fa dell’accoglienza e della promozione delle sue bellezze naturali, architettoniche e, non ultime, culinarie, elementi di identità culturale, creando movimento e occupazione.
Chi ti è stato vicino?
Il mio è stato un messaggio di legalità, e quindi di speranza per chi vuole combattere in una terra sempre più oppressa dai criminali. Ho avuto vicino la mia famiglia, i miei fratelli, e poi si è creato un rapporto fraterno con Don Ciotti; ma anche la gente, oltre alle autorità, e tutti mi avvicinavano e mi dicevano, sommessamente... "bravo!".
Filippo, dopo tanto dolore, che cos'è per te la tua terra?
Il paesaggio è già un buongiorno di allegria, è un'esplosione di colore, che inebria da quando ci si alza la mattina: dovunque il profumo del mare, il mio mare che mi riempie lo sguardo e mi scalda il cuore, il mio mare che si ritrova nei miei piatti, e i profumi... il cibo parla della mia terra e mi piace pensare che possa raccontare di me attraverso i miei piatti; niente è gratuito e la “valigia del mio viaggio”, se così si può chiamare, è piena di sapore della mia terra, di ricordi e profumi, ma anche di sacrificio, ricerca, studio, esperienza, il ricordo del mio babbo, un faro nella mia vita, e poi il lavoro di equipe con i miei collaboratori, il mio prezioso sous chef Giovanni Dascola. Le radici della mia terra sono il fil rouge che mi lega alla vita, le antiche ricette e tradizioni della Calabria, che diventano ogni giorno un rito, sono un'arte che rivaluta i gusti semplici, passioni senza confini e senza tempo.
Voglio portare la mia terra e tutto questo nel mio tour, in tutta Italia, per far conoscere e capire che la mia terra è meravigliosa: emblematica la mia prima cena a quattro mani, a Firenze, città che ha dimostrato una grande sensibilità al problema, ed è al Cavolo Nero Bistrot, con i fratelli Pirillo, Achille, l’executive chef del locale, Anastasia e Antonio, una famiglia di origine calabrese ormai diventata fiorentina. Emblematici anche l’appoggio a Filippo e al suo progetto della Fondazione Antonino Caponetto, della Regione Calabria e dell’Assessorato alle Politiche Produttive della Regione, del nuovo Procuratore Capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, dei procuratori Salvatore Di Landro e Ottavio Sferlazza e del direttore dell’Osservatorio contro la ‘ndrangheta Claudio La Camera.
E tutto questo dolore, gioia, sacrificio ed entusiasmo è da preservare, per difendere tutti insieme, con grande forza, i valori e la dignità, perché sia di esempio alle nuove generazioni e perché... il silenzio uccide.
L'Accademia Ristorante Gourmet
dI Filippo Cogliandro
Lungomare Cicerone - Lazzaro,
89065 Motta San Giovanni (RC)