Un articolo pubblicato sulla rivista Science riporta i risultati finali dell'indagine Twins Study. Si tratta dell'ultima fase delle ricerche sui gemelli Scott e Mark Kelly, i due gemelli omozigoti e quindi identici, protagonisti di uno studio davvero unico. Scott Kelly aveva partecipato alla missione di un anno a bordo della Stazione Spaziale Internazionale terminata nel marzo 2016 permettendo un confronto con suo fratello gemello, rimasto sulla Terra.
I risultati preliminari di questo studio sui gemelli Kelly erano stati presentati nel 2017 al workshop annuale dello Human Research Program della NASA. Nel 2018, erano stati presentati i risultati della seconda fase di questo studio e ora sono arrivati i risultati finali.
Una ricerca del genere è inevitabilmente a lungo termine perché è continuata dopo la fine della missione di Scott Kelly valutando a lungo termine i suoi adattamenti fisiologici dopo il suo ritorno sulla Terra continuando a usare suo fratello gemello Mark come termine di paragone. Ben dieci team di ricercatori hanno lavorato in tanti modi diversi per ottenere un quadro il più completo possibile dei cambiamenti fisiologici, molecolari e cognitivi che possono colpire un essere umano nel corso di un anno trascorso nella microgravità della Stazione Spaziale Internazionale e dopo il suo ritorno sulla Terra.
Le modifiche a livello genetico erano tra le prime a essere state esaminate e analizzate in profondità dopo che gli esami avevano evidenziato che i telomeri si erano accorciati nel corso dell'anno trascorso da Scott Kelly nello spazio e che certi geni avevano funzionato in modo diverso durante la sua missione. Anche la tendenza del DNA a ripararsi e a tornare a funzionare in modo normale dopo il ritorno di Scott Kelly era stata rilevata nelle fasi precedenti dello studio. Da questo punto di vista i ricercatori stanno cercando di valutare le influenze di vari fattori di stress che possono influenzare il DNA ma anche l'influenza della dieta, studi utili ben oltre quelli connessi alle missioni spaziali.
Il sistema immunitario di Scott Kelly è stato studiato anche perché ha ricevuto tre vaccini antinfluenzali a distanza di un anno l'uno dall'altro: il primo sulla Terra, prima di iniziare la sua missione, il secondo sulla Stazione Spaziale Internazionale e il terzo dopo essere tornato sulla Terra. Ciò ha permesso non solo di confrontare le sue reazioni fisiologiche con quelle di suo fratello Mark ma anche di valutare possibili differenze nelle reazioni al vaccino ricevuto nello spazio rispetto a quelli ricevuto sulla Terra e la conclusione è stata che il suo sistema immunitario ha reagito in modo appropriato a tutti i vaccini. Questo risultato è importante perché indica che è possibile vaccinare astronauti durante missioni spaziali di lunga durata.
Nel caso delle prestazioni cognitive, nel corso della sua missione Scott Kelly è stato sottoposto a test per valutare la sua attenzione, il suo orientamento spaziale e il suo riconoscimento delle emozioni. I test hanno indicato che le sue capacità cognitive hanno subito pochi cambiamenti e ciò è importante pensando all'importanza che ciò possa avvenire in un ambiente in cui un loro calo può aumentare i rischi di incidenti mortali. L'unico calo significativo ha riguardato velocità e accuratezza di certe reazioni nei sei mesi seguenti al ritorno sulla Terra di Scott Kelly e possono essere spiegati con la necessità di riadattarsi alle condizioni terrestri, a cominciare dalla gravità, e ai tanti impegni che aveva fin da subito dopo la fine della sua missione.
I risultati di queste ricerche verranno studiati per molto tempo ma il modo in cui il corpo di Scott Kelly si è riadattato dopo il ritorno sulla Terra mostra la robustezza e l'adattabilità degli esseri umani ai cambiamenti causati da un ambiente spaziale. Ciò non significa che tutto ciò che ha passato nel corso della sua missione e dopo il ritorno sulla Terra sia banale, anzi sottolinea l'importanza della preparazione fisica e psicologica degli astronauti. La vastità di esami condotti sui gemelli Kelly potrà offrire nuove idee per mitigare i problemi affrontati dagli astronauti e potrà stimolare ricerche mediche su problemi di salute che affliggono in vari modi persone normali.