La Galleria Alberta Pane (Parigi, Venezia) è lieta di presentare Island Ark con opere di Marcos Lutyens, la prima mostra personale che sia mai stata presentata nello spazio veneziano; inaugurato nel maggio 2017 come sede satellite dell'omonima galleria parigina, è stato luogo fino ad ora di esposizioni collettive.
Island Ark è un ambizioso progetto di Marcos Lutyens che mira ad avanzare delle soluzioni per far fronte alla perdita di abitabilità, dovuta all'innalzamento del livello del mare, che si sta verificando non solo a Venezia, ma in intere nazioni insulari di tutto il mondo, come nella Repubblica delle Maldive, nelle isole Kiribati e Tuvalu.
Island Ark propone delle strutture isolane sopraelevate che possano sostituire isole e atolli sommersi, completamente o parzialmente, sotto le onde del mare. Le strutture previste sono piattaforme di impianti petroliferi dismesse: le stesse che hanno contribuito all'innalzamento del livello del mare vengono utilizzate quale mezzo per contrastarne gli effetti. L'idea che la piattaforma Island Ark sia una Inclusive Utopian Zone (I.U.Z.) nasce dalla considerazione che ogni stato insulare è circondato da una zona economica esclusiva, ovvero un'area di 200 miglia intorno alle isole riservata alla pesca, alla produzione di energia e ai diritti minerari. Presso la Galleria Alberta Pane, Marcos Lutyens intende illustrare le possibilità di configurazione di questa I.U.Z. Egli prospetta un possibile nuovo inizio in cui una comunità statale nazionale si trova a disporre dei mezzi necessari per affrontare la mancanza delle proprie terre - sommerse - e trascorre il proprio tempo sulla piattaforma tra pratiche di coscienza e di riconnessione sensoriale, tra interazioni sociali creative e gestione dell'ambiente, con l'obiettivo di creare un rapporto armonioso con se stessi, la comunità e l'ambiente circostante.
Spiega Marcos Lutyens: "l'artista norvegese Bård Breivik ha, in un’occasione, paragonato le piattaforme petrolifere alle gigantesche cattedrali del Medioevo. Forse queste enormi strutture potrebbero essere riabilitate non solo come riparo contro i cicloni, per aiutare nella desalinizzazione e per la coltivazione agricola mentre le nazioni insulari stanno affondando, o come piattaforme-paese una volta che le isole sono scomparse, ma soprattutto come siti per riformare e rivitalizzare quello che significa essere umani in questi tempi".
L’esposizione Island Ark intende mettere in mostra video, opere in ceramica, disegni, un'induzione audio, ‘portali induttivi’ e una maquette; un elemento, quest’ultimo, che vorrebbe fungere da kit per aiutare le nazioni insulari a decidere quali attività includere nella propria piattaforma. Mentre i visitatori della galleria saranno invitati a immaginare i propri scenari utopici, la piattaforma potrebbe essere tanto una metafora di un nuovo approccio al vivere, quanto un vero e proprio intervento fisico nel Pacifico meridionale. Marcos Lutyens sta lavorando con l'Università della California del Sud, l'Accademia di Belle Arti di Venezia e l’Artropocene: iBiennale alle Hawaii e nelle isole del Pacifico del Sud all’ideazione di queste possibili attività.
L’artista ha iniziato a riflettere sul tema dell'innalzamento del livello del mare con una performance dal titolo Antemnesia - "memoria anticipata" - nel 2000 all'Università Iuav di Venezia, continuando poi con la proiezione Depth al Padiglione delle Maldive, durante la 55a Biennale di Venezia nel 2013. Nello sviluppo del progetto Island Ark, Marcos Lutyens si è ispirato al libro Tidalectics, a cura di Stefanie Hessler.
La pratica artistica di Marcos Lutyens è incentrata sull'indagine della coscienza, attraverso attività di coinvolgimento che vanno a toccare sia il livello mentale che fisico. Le sue riflessioni hanno incluso ricerche sulla coscienza con gruppi sociali come i Muxhe di terza generazione, i Reiliani, i sinestetici, i migranti di confine e gli urbanisti. Lutyens ha esteso questi ‘progetti di coscienza’ fino a coinvolgere il nostro ambiente esterno. Le sue opere includono interazioni su scala mondiale che riguardano i flussi pedonali, il dialogo con i social media, i livelli di qualità dell'aria, l'intercomunicazione animale, vegetale e miceliale. Nelle sue esplorazioni della coscienza, Lutyens ha collaborato sia con i celebri neuro-scienziati V. Ramachandran e Richard Cytowic, che con gli sciamani della Sierra Madre orientale, in Messico.
Marcos Lutyens ha esposto a livello internazionale in numerosi musei, gallerie e biennali, tra cui il Frye Museum, Seattle (2018); Miró Foundation, Barcellona (2018); Main Museum, Los Angeles (2018); Latvian National Museum of Art (2018); 33a Biennale di San Paolo (2018); Guggenheim Museum, New York (2017); The Armory, New York (2017); Palazzo Fortuny, Venezia (2017); La Monnaie de Paris (2017); Palazzo Grassi, Venezia (2017); 57. e 55. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia (2013 e 2017); Biennale di Liverpool, Liverpool (2016); 14. Biennale di Istanbul (2015); MoMA PS1, Queens (2014); National Art Museum of China, Pechino (2014); dOCUMENTA(13), Kassel (2012); Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles (2010); Centre Georges Pompidou, Parigi (2010 e 2014); Royal Academy of Arts, Londra (2010); 7. Biennale di Architettura di Venezia (2000). Tra le sue mostre, performance e installazioni previste per il 2019 ricordiamo la Biennale de l’Havana e la sua presenza come keynote artist per il Guggenheim Museum al CultureSummit di Abu Dhabi.