La comunicazione è fondamentale… e questa è una frase che abbiamo già sentito, che magari riconosciamo anche come vera, ma che alla fine non riusciamo sempre a mettere efficacemente in pratica. Eh sì, perché si comunica sempre, anche quando siamo in silenzio; ma sei sicuro che ciò che comunichi sia ogni volta ragionato e voluto?
Possiamo inviare un messaggio di rabbia o di malcontento a una persona anche con i nostri sguardi, o al contrario esprimere felicità ed emozione di fronte a qualcuno sul quale vogliamo fare una buona impressione, impappinandoci con frasi o parole che non avremmo voluto pronunciare. Altre volte siamo noi a decidere di smettere di parlare con qualcuno: magari un amico ci fa un torto e noi ci chiudiamo in un silenzio “offeso”. Sembra un atteggiamento da bambini? Sì, lo fanno anche i bambini, con l’unica differenza che i bimbi quando litigano tra loro, mettono il broncio e in genere dopo cinque minuti si ritrovano a giocare come se nulla fosse stato. Negli adulti invece il silenzio può durare tanto tanto tempo; molti arrivano a farsi una loro idea dell’accaduto, senza tentare davvero di comprendere se il proprio punto di vista sia veritiero o meno. E allora si può provare rabbia e delusione, succede che si chiudano rapporti così, per qualcosa che potrebbe derivare anche da una serie di malintesi o, peggio, da qualcosa che neanche è vero.
Si sceglie di non parlare anche per altre ragioni:
- timore reverenziale nei confronti di una figura apparentemente “inarrivabile” (per esempio un “super-mega” direttore a lavoro);
- timidezza nei confronti di qualcuno che ci piace;
- convinzione che uno non sia una brava persona per i pettegolezzi che un altro ci ha raccontato;
- antipatia “a pelle” derivata da qualche minuto di conversazione non brillante…
Ma davvero è sempre utile tacere? Se, per esempio, una persona ha avuto un atteggiamento che non ti è piaciuto, se ha detto o fatto qualcosa che ti ha urtato, conviene mantenere il silenzio in attesa o che si faccia perdonare, o che la questione passi da sé?
Beh, dipende da quanto sei legato a quella persona: se non ti interessa nulla e vuoi evitare eventuali discussioni fini a se stesse, bene, ritengo anche io che sia poco utile perdere serenità con chi non se lo merita; ma se è qualcuno che ti è caro, davvero è giusto chiudersi, con la concreta possibilità che quel rapporto possa incrinarsi, o possano sopraggiungere nuovi fraintendimenti in un circolo vizioso che potrebbe con buona probabilità a un allontanamento? Ne vale la pena?
Certo, se tu aprissi il discorso, l’altro potrebbe reagire male, trovando magari ingiusto ciò che gli contesti; ma a volte è meglio una litigata che finisce con un chiarimento, piuttosto che il gelo relazionale. E questo vale in ogni ambito: da quello lavorativo, a quello sentimentale (che sia di amicizia o d’amore), a quello familiare.
È chiaro che bisognerebbe essere in grado di trovare il momento e il modo giusto per dire ciò che pensiamo: esplodere contro qualcuno, magari anche in una circostanza inopportuna, non è una grande idea! Vero pure che a volte le emozioni prendono il sopravvento e una cosa è certa: più cose “non dette” hai accumulato, più la vostra discussione avrà toni aspri e più sarà difficile trattenerti dall’esplosione.
Senza dubbio è corretto non prendere decisioni ed esplicarle quando si è in preda ad emozioni forti (sia in positivo che in negativo), perché potrebbero rappresentare ciò che non desideri davvero; però anche nel caso in cui ci fosse stato qualcuno o qualcosa che ti avesse ferito, fai sedimentare la questione e poi tirala fuori con il diretto interessato quando ritieni sia il momento giusto.Tutto ciò che di negativo lasciamo dentro di noi inespresso, marcisce e questo non fa affatto bene alla salute.
Quindi, la comunicazione è importante, sempre, con chiunque e in qualsiasi ambito e se a un determinato rapporto tieni – per ragioni sentimentali, di amicizia, di lavoro, ecc. – evita di incrinarlo con il silenzio perché non andresti a ledere solo quel rapporto, ma alla lunga anche la tua serenità.