Per comprendere quanto è possibile spingersi nell’allungamento della durata della vita, bisogna conoscere come avviene il miracolo della vita. Perché si tratta di pura magia sia dal punto di vista biochimico, sia dal punto di vista energetico che emozionale. Come nasce quindi la vita? Come nasce l’uomo?
Prima che possa nascere un uomo nuovo devono verificarsi tante di quelle condizioni che non è possibile pensare che tutto avvenga davvero per caso. Intanto è necessario un incontro, l’incontro tra due persone che si amano e che vogliano, consciamente o inconsciamente che sia, mettere al mondo un nuovo essere. E questo appuntamento è davvero essenziale, perché il patrimonio genetico di ogni persona è determinato proprio da questo colloquio amoroso. Infatti il corredo cromosomico di ogni feto è prodotto al 50% da ogni genitore, non solo dal punto di vista biochimico, ma anche dal punto di vista delle emozioni che ogni membro della coppia porta nel suo vissuto emozionale e dalla sua provenienza familiare e sociale.
La precisione e la combinazione attraverso cui viene fecondato proprio quel determinato ovulo è sconcertante, eppure si tratta proprio di quell’ovulo tra un paio di milioni di ovuli disponibili. Ed è ancora più straniante l’ancora maggiore fatalità con cui proprio quello spermatozoo, tra circa 500 milioni di spermatozoi che concorrono alla gara della fecondazione in quel preciso istante, riesca ad arrivare all’obiettivo. Tutto questo è così semplice e così complesso allo stesso tempo.
Per quanti studi siano stati fatti in merito alla questione, per quante sperimentazioni e osservazioni del fenomeno siano state possibili, l’uomo stesso e la scienza, continuano a non sapere completamente come sia possibile la nascita di una vita. Ci sono tante domande a cui non si riesce a rispondere nonostante l’incessante sviluppo tecnologico avvenuto nel secolo scorso e che ancora si attua con crescita esponenziale ai giorni nostri. Nessuno sa esattamente come il fenomeno della nascita “accada”, eppure accade e accade spesso, continuamente e senza sosta, in ogni parte del mondo e, forse, del cosmo. Del resto abbiamo ancora l’incognita della materia oscura dell’Universo che non riusciamo a captare e a conoscere e si tratta di oltre il 95% della materia disponibile. Chi ci assicura che non ci sia un granello di materia invisibile che compie quel gesto infinitesimo, eppure necessario perché si fecondi una vita? Qualcuno parla di un lampo, di una luce, forse anche per questo si dice “dare alla luce” un bimbo, di certo traendolo dal buio, dall’ignoto, dal passo oscuro dell’Aldilà.
Seppur questo fenomeno sia ripetibile, osservabile e descrivibile, come ogni fenomeno propriamente scientifico, non possiamo escludere dalla nostra visuale quel suggestivo mondo magico che lo ha raccontato attraverso miti e leggende. E nemmeno possiamo trascurare quella matrice spirituale che emerge dai Libri Sacri, scritti da un dio o da un Olimpo di dei, guardando il fenomeno da un prospetto ancor più ampio e che lo rende davvero miracoloso.
Il concepimento, dal canto suo, dal punto di vista strettamente scientifico, è veramente qualcosa di articolato e il tutto avviene con precisi e perfetti sviluppi cellulari.
Il primo elemento, che non possiamo assolutamente ignorare, è quello per cui la “madre terra” dove germoglierà un seme attua lo stesso meccanismo di generazione del grembo della donna, che funge da laboratorio alchemico per donare vita alla vita. Occorre sottolinearlo anche perché, questa fucina, resta al servizio della nuova vita per ben nove mesi. E in questo periodo, la donna non recita il ruolo passivo di una culla ma di una fonte incessante di vita da cui abbeverarsi. Ella nutre e protegge il feto, lo crea quotidianamente in tutte le sue sfaccettature, fisiche ed emozionali, inevitabilmente trasmesse alla nuova creatura in gestazione. Partiamo dalla romantica certezza che, già l’atto del concepimento, avviene per voler coronare un sogno d’amore attraverso la fusione di due corpi i quali, nella celebrazione dell’atto sessuale, non sono più due entità distinte ma mutano permeandosi l’uno nell’altro e l’altro nell’uno. Lo Yin e lo Yang che, dalla dualità differenziata, si plasmano e si trasformano per mezzo di una fusione, divenendo UNO.
Ed è proprio da questo scambio reciproco che si muove il primo passo e che conduce allo stato di Nirvana, ossia alla fusione spirituale dei corpi e delle anime di entrambi gli innamorati. In quel preciso istante in cui avviene l’estasi sublime che produce l’eiaculazione, fluiscono nel corpo della donna fino a 500 milioni di spermatozoi, e quante barriere essi dovranno superare prima di poter giungere all’abbraccio copulativo con la cellula uovo? Proprio in quel preciso rapidissimo momento avviene come un lampo, un vero e autentico bagliore improvviso di energia, scintilla divina apportatrice di vita. La scienza è anche riuscita a fotografare e immortalare questo evento magico (lo hanno fatto gli esperti della Northwestern University Feinberg School of Medicine) anche se nessuno riesce a spiegare cosa veramente accada in quel frangente di luce, in cui due elementi diversi si uniscono in uno. Si sa solo, per il momento, che sono piccoli “pacchetti” ricchi di zinco che è come se “esplodessero” dalla superficie dell’ovulo: per quanto ci si sforzi di mantenere un approccio rigoroso e scientista, difficile non battezzare la cosa come “miracolosa”. E da questa esplosione di luce nasce la vibrazione vitale.
Avvenuta la fecondazione si forma la cellula madre, che ha in sé il 50% della catena genetica del papà e il 50% di quella della mamma. Una catena genetica che a sua volta proviene dai nostri nonni e, procedendo a ritroso, fino ai nostri bisnonni, per giungere, dice la scienza, persino alla quarta generazione antecedente alla nostra. Riceviamo solo il 50% della catena genetica dei due genitori? Non solo. Riceviamo anche tutte le loro emozioni positive o negative, le loro vibrazioni, tutti i loro ricordi e tutti i loro schemi che a loro volta magari hanno ricevuto fino alla quarta generazione. Questo emerge quando si lavora con gli Alberi genealogici o con le Costellazioni familiari e Spirituali di Hellingher, ma avviene anche di più!
Dalla cellula madre inizia il processo di moltiplicazione per trentadue volte, generando così quella che viene chiamata “morula”. La morula si trasforma in blastula da dove inizia la nascita del canale midollare che poi dà origine alla formazione di tutti gli organi. La cosa importante da sottolineare è che, fino a questo stadio, le cellule sono “totipotenti”, ovvero immortali. È stato dimostrato che, se vengono somministrate sostanze ad azione cancerogena nel corso della formazione del feto, avviene un continuo reset che impedisce alle cellule di esserne contaminate e il percorso di formazione degli organi prosegue, senza alcun tipo di contagio. Se, invece, l’introduzione di attività tumorale avviene successivamente, il feto ne risulta contaminato. Questo lascia intendere che, di fatto, nel nostro organismo esiste una memoria cellulare intimamente vincolata al tanto discusso fenomeno dell’autoguarigione, ma sussiste anche la possibilità di creare le condizioni ottimali per mantenerci nel più equilibrato stato di salute. E questo rende possibile l’obbiettivo annunciato all’inizio di dare anni alla vita e vita agli anni.
Si tratterebbe di capire in che modo interagire dal punto di vista biochimico per ottenere questo risultato, ma questo è compito di scienziati illustri come il professore giapponese Shinya e professore britannico John Gurdon. Sono stati insigniti del Nobel per la Medicina nel 2012 per la scoperta delle cellule staminali riprogrammate, le cosiddette Ips (staminali pluripotenti indotte). Si tratta di una scoperta straordinaria perché questo significa che le cellule mature possono essere riportate allo stato pluripotente, ossia esse possono ritornare a differenziarsi grazie a tale percorso retroattivo. Importanti ulteriori contributi alla ricerca scientifica ci giungono da illustri ricercatori italiani come il professore Pier Mario Biava: egli ha isolato i fattori di differenziazione delle cellule staminali che impediscono l’incremento cancerogeno. In un’intervista il professore afferma che «ci sono tumori che sembrano di difficile trattamento e che invece si riescono a controllare e rallentare, altri che invece sembrerebbero di semplice attività farmacologica, al contrario si complicano e non si riesce a controllarli».
Nel primo caso il paziente vuole consciamente e inconsciamente continuare la sua presenza su questa Terra; nel secondo, invece, il paziente inconsciamente ha deciso che non ha più senso la sua vita su questa dimensione terrena. Ne consegue che non è sufficiente curare solo il corpo, ma è essenziale andare a scoprire i piani segreti predisposti dall’anima. Ed è proprio sulla cura delle cicatrici dell’anima, delle conseguenze che i traumi emozionali possono trasferire al livello cellulare che si inserisce la Kinesiologia. Siamo profondamente convinti, quindi, che guarendo l’anima si guarisce il corpo come, vero, è anche l’opposto.
La nostra ricerca pone l’attenzione sui seguenti aspetti: la vibrazione del pensiero e i danni che può creare l’inconscio, l’importanza della memoria cellulare, la necessità di creare la giusta omeostasi, l’impegno a restituire al paziente la capacità di mantenere l’equilibrio più profondo nonostante le difficoltà provenienti dall’esterno; l’opportunità di un allineamento del “cervello testa”, del “cervello cuore” e del “cervello addominale”. Tutto questo si verifica più facilmente se le emozioni sono il prodotto di cellule innamorate dell’universo, piuttosto che di cellule arrabbiate.
Molti studi ormai affermano che le emozioni sono alla base della salute e che influenzano direttamente il livello cellulare, come ben conferma, dimostra e insegna in maniera sempre più determinante la Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI). E i numerosi pazienti che abbiamo avuto modo di seguire, in questi anni, con i vari metodi della Kinesiologia applicata alla medicina, hanno rafforzato sempre più la convinzione che, attraverso il nostro sistema energetico, il campo magnetico che ci caratterizza e l’attenzione che dobbiamo porre su tutto ciò che introduciamo (tanto a livello biologico quanto a livello informazionale sottile), è possibile aumentare i livelli di aspettativa di vita terrena.