Come il lettore attento alle vicende dello sport certo non ignora, il Comitato olimpico internazionale ha recentemente stabilito che alle Olimpiadi di Tokyo, tra un paio d’anni, tra gli sport in programma figureranno anche il baseball (insieme con la sua versione al femminile, il softball), il karate, lo skateboard, il surf e l’arrampicata sportiva, così confermando le intenzioni già annunciate e portando da 28 a 33 il numero totale delle discipline del programma olimpico.
La decisione del massimo organismo dello sport mondiale ha rabbuiato, e forse neanche poco…, gli aficionados di una disciplina acquatica, il nuoto per salvamento, che ci risulta in gran crescendo di interesse non solo presso i suoi praticanti a livello dirigenziale e agonistico (il che ci parrebbe naturalmente scontato…), ma anche nelle attenzioni del grande pubblico. Non altrettanta attenzione, dobbiamo dire, gli è stata finora riservata dagli organi di informazione, che continuano a mostrarsi piuttosto freddi nei confronti di questa specifica branca sportiva.
A cosa, o a chi, attribuire questo atteggiamento di lampante ritrosia? Una causa, verosimilmente prioritaria, è senza alcun dubbio da identificare proprio nel non essere, il nuoto per salvamento, una disciplina olimpica, con tutto il corollario che questa …negatività comporta, in termini di audience, interessi, seguito. È naturalmente auspicabile che il salvamento – forte, perché no?, anche della sua intrinseca valenza umana e sociale - riesca a breve ad annullare il gap che lo separa dagli sport olimpici per entrare finalmente e a pieno titolo nel novero delle discipline a cinque cerchi. Che abbiamo noi in meno – sembrano protestare quelli del salvamento - rispetto agli “olimpici” arrampicata sportiva e skateboard?
L’occasione per una riflessione approfondita che porti all’auspicato e auspicabile disco verde del CIO potrebbe prendere avvio proprio dalla recente disputa ad Adelaide, in Australia, dei campionati mondiali lifesaving, che hanno confermato la buona salute di un movimento complessivamente in crescendo e nel quale l’Italia è ormai in posizioni di assoluto rilievo: quinta nella classifica per nazioni nell’ambito del “National Open e Youth” di nuoto per salvamento, terza e addirittura prima tra le squadre europee.
Gli azzurri, curati e gestiti dallo staff del commissario tecnico Antonello Cano, si sono classificati anche terzi e primi delle squadre europee in piscina. Proprio dalla piscina, tra i giovani di Gianni Anselmetti, è arrivata la quattordicesima medaglia, e del metallo più pregiato, per merito di Lucrezia Fabretti, del resto non nuova ad exploit del genere: Lucrezia, tesserata per la società In Sport Rane Rosse e già bronzo nei 100 rescue, ha infatti vinto l’oro nella gara dei 100 metri “manichino con pinne” coprendo la distanza in 51''31 e infliggendo severi distacchi alle australiane Anthea Warne e Kally Booth rispettivamente seconda (in 55''74) e terza (in 56''38).
La spedizione azzurra nella terra dei canguri come s’è accennato ha conseguito risultati brillanti sia nel settore femminile che in quello maschile. È giusto che se ne citino i protagonisti. Tra le ragazze, oltre a Fabretti (la lunga precedente citazione è da mettere in relazione alla sua giovane età e quindi al suo potenziale a venire) hanno vinto l’oro Federica Volpini (100 manichino torpedo con pinne in 57''05 record del mondo) e Silvia Meschiari (200 super lifesaver in 2'22''31). Il settore maschile non è stato da meno avendo conquistato l’oro sia Jacopo Musso nei 100 manichino torpedo con pinne(49''35) che Federico Gilardi nei 200 super lifesaver (2'07''29).
Le medaglie degli azzurri ad Adelaide, Mondiali 2018
ORO: Federica Volpini (100 manichino torpedo con pinne 57''05 record del mondo); Jacopo Musso (100 manichino torpedo con pinne 49''35); Silvia Meschiari (200 super lifesaver 2'22''31); Federico Gilardi (200 super lifesaver 2'07''29); Lucrezia Fabretti (100 manichino con 51''31).
ARGENTO: Federico Gilardi (200 ostacoli 1'55''27); staffetta 4x50 mixed 1'48''44 (Cristina Leanza, Federica Volpini, Marcello Paragallo, Jacopo Musso); Andrea Piroddi (100 manichino con pinne 45''22); staffetta 4x25 manichino M 1'05''90 (Marcello Paragallo, Andrea Piroddi, Federico Gilardi, Daniele Sanna); staffetta 4x50 mista M 1'05''90 (Marcello Paragallo, Andrea Piroddi, Federico Gilardi, Daniele Sanna).
BRONZO: Federica Volpini (100 manichino con pinne 52''75); Cristina Leanza (50 manichino 35''93); Staffetta torpedo (Daniele Sanna, Jacopo Musso, Andrea Piroddi, Federico Gilardi); Lucrezia Fabretti (100 rescue 1'16''81).