Dal 13 luglio al 30 settembre 2018, Palazzo Reale di Milano ospita la prima antologica nella sua città di Agostino Bonalumi (1935-2013), a pochi anni dalla scomparsa, dal titolo Bonalumi 1958 – 2013, a ingresso gratuito.
Il progetto complessivo dedicato all’artista, curato da Marco Meneguzzo, è promosso dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo Reale, Museo del Novecento in collaborazione con l’Archivio Bonalumi, e presenterà a Palazzo Reale circa 120 opere dell’artista milanese, in grado di testimoniare tutto il suo percorso creativo, dall’esordio, avvenuto a Milano, con Enrico Castellani e Piero Manzoni attorno al 1959, attraverso gli anni sessanta in contatto con i maggiori gruppi europei, sino alla recentissima riscoperta e rivalutazione internazionale.
La mostra, la più completa rassegna dedicata a Bonalumi, illustrerà l’attività poliedrica e al contempo rigorosa di uno dei maggiori astrattisti a livello mondiale, mediante una serie di importanti lavori, molti dei quali di grandi dimensioni.
Il percorso espositivo, ordinato cronologicamente, sarà caratterizzato dalla presenza di tre grandi installazioni: la prima è Blu abitabile, un’opera di pittura-ambiente, realizzata per la mostra “Lo Spazio dell'Immagine” di Foligno nel 1967.
La seconda è la ricostruzione dell’opera Struttura modulare bianca presentata per la prima volta nella sala personale alla XXXV Biennale d’Arte di Venezia del 1970, un’installazione composta da una serie di moduli che si innalzano verso l’alto, mentre la terza propone una parete di grande superficie, esposta nel 2003 all’Institut Mathildenhöhe, Darmstadt, in Germania.
“Agostino Bonalumi - afferma Marco Meneguzzo - appartiene a quella generazione che ha preso molto da Lucio Fontana, ma che è riuscita a dare il senso dello spazio in una maniera assolutamente moderna, così come avevano fatto i due suoi amici e sodali, Piero Manzoni ed Enrico Castellani, pur mantenendo ciascuno una propria e ben riconoscibile cifra espressiva”.
“Bonalumi - continua Marco Meneguzzo - ha trovato la chiave per dare un’immagine dell’arte strettamente aderente alla società che stava formandosi, aprendosi finalmente alla vera modernità, continuando a sperimentare fino alla fine dei suoi giorni”.
All’interno del percorso allestito a Palazzo Reale sarà proiettato un estratto, della durata di 12 minuti sui 60 complessivi, del documentario AGOSTINO BONALUMI. L’intelligenza dei materiali (2018). Realizzato da Archivio Bonalumi e Zenit Arti Audiovisive, con la regia di Fabrizio Galatea e la direzione storico-artistica di Francesca Pola, il film sarà trasmesso integralmente da Sky Arte HD il 18 settembre 2018.
Il Museo del Novecento di Milano, sempre dal 13 luglio al 30 settembre 2018, dedicherà a Bonalumi un focus dal titolo Agostino Bonalumi. Spazio, ambiente, progetto, riguardante un aspetto non molto conosciuto della sua ricerca, quello che tra il 1967 e la fine degli gli anni Settanta lo condusse a pensare, progettare e creare opere ambientali, di dimensioni spesso notevoli. Sarà esposta una serie di otto opere su carta, realizzate appena a ridosso di quelle ambientali, che rivela l’accuratezza e la precisione di un pensiero costante sullo spazio.
La mostra sarà accompagnata da un importante catalogo Silvana Editoriale con un saggio del curatore e un testo inedito di Philip Rylands, già direttore della Fondazione Guggenheim di Venezia, nonché corredato da tutti gli apparati scientifici necessari a fare del volume un fondamentale strumento di conoscenza dell’artista.
Il catalogo, a sottolineare la vocazione internazionale dell’artista, verrà pubblicato in due distinte edizioni, una italiana e una inglese.
La rassegna si inserisce nel percorso con il quale Palazzo Reale, per il terzo anno consecutivo, esplora nella programmazione estiva l’arte contemporanea, rafforzando quest’anno la proposta con la collaborazione del Museo del Novecento e presentando così alla città quattro artisti per raccontare la creatività dei nostri tempi: Agostino Bonalumi, Alik Cavaliere e Pino Pinelli a Palazzo Reale, Agostino Ferrari al Museo del Novecento.
Agostino Bonalumi nasce il 10 luglio 1935 a Vimercate, Milano. Compie studi di disegno tecnico e meccanico. Tiene la sua prima personale nel 1956 alla Galleria Totti di Milano. Nel 1958 nasce il gruppo Bonalumi Castellani e Manzoni con una mostra alla Galleria Pater di Milano, alla quale seguiranno altre mostre a Roma, Milano e Losanna. Nel 1961 alla Galleria Kasper di Losanna è tra i fondatori del gruppo “Nuova Scuola Europea”. Arturo Schwarz acquista sue opere e nel 1965 presenta una mostra personale di Bonalumi nella sua galleria di Milano, con presentazione in catalogo di Gillo Dorfles. Nel 1966 inizia un lungo periodo di collaborazione con la Galleria del Naviglio di Milano che lo rappresenterà in esclusiva, pubblicando nel 1973 per le Edizioni del Naviglio un'ampia monografia a cura di Gillo Dorfles. Nel 1966 è invitato alla Biennale di Venezia con un gruppo di opere, e nel 1970 con una sala personale. Segue un periodo di studi e di lavoro nei paesi dell'Africa mediterranea e negli Stati Uniti dove si presenterà con una personale alla galleria Bonino di New York. Nel 1967 è invitato alla Biennale di São Paulo e nel 1968 alla Biennale dei Giovani di Parigi.
Ha realizzato opere di pittura-ambiente quali, nel 1967, “Blu Abitabile” per la mostra “Lo Spazio dell'Immagine”, a Foligno; nel 1968 “Grande Nero”, per una mostra personale al Museum am Ostwall di Dortmund; nel 1979, nell'ambito della mostra, curata da Francesca Alinovi e Renato Barilli, “Pittura Ambiente” a Palazzo Reale di Milano, l'opera “Dal giallo al bianco e dal bianco al giallo”, dove l'ambiente considerato attività dell'uomo, è analizzato come attività primaria e cioè psicologica, così come in “Ambiente Bianco – Spazio trattenuto e spazio invaso”, realizzato nel 2002 per la Fondazione Guggenheim di Venezia.
Nel 1980 a cura della Regione Lombardia è allestita, a Palazzo Te di Mantova, con la cura di Flavio Caroli e Gillo Dorfles, un'ampia rassegna che illustra l'intero arco della sua opera. L'accademia Nazionale di San Luca ha conferito ad Agostino Bonalumi il “Premio Presidente della Repubblica” 2001 per la scultura. Nell'occasione viene presentata una mostra retrospettiva dell'artista nelle sale dell'Accademia, accompagnata da una monografia a cura di Achille Perilli.
Si è occupato di scenografia realizzando nel 1970 per il Teatro Romano di Verona scene e costumi per il balletto “Partita”, musica di Goffredo Petrassi, coreografia di Susanna Egri; e nel 1972 per il Teatro dell'Opera di Roma le scene e i costumi di “Rot”, musica di Domenico Guaccero, coreografia di Amedeo Amodio.
Ha realizzato libri d’artista per le Edizioni Colophon, Belluno e per le Edizioni Il Bulino, Roma ed ha pubblicato raccolte di poesie per la stessa Colophon, per Book Editore e per le Edizioni PoliArt. Nonostante una malattia con cui convive ormai da tempo, Bonalumi prosegue e lavora con assiduità sviluppando la sua ricerca fino agli esiti degli ultimi anni. Porta anche a compimento la realizzazione di un ciclo di sculture in bronzo su progetti risalenti alla fine degli anni ’60.
Bruxelles, Mosca, New York, Singapore sono alcune delle capitali mondiali che ospitano sue personali nell’ultimo periodo di attività. Nell’estate del 2013 collabora con entusiasmo alla realizzazione di una sua importante mostra a Londra di cui, purtroppo, non arriverà a vederne l’apertura. Agostino Bonalumi muore a Monza il 18 settembre 2013. Solo una settimana prima era al lavoro nel posto in cui si sentiva meglio al mondo: il suo studio.