Perché alcune persone sembrano star bene con diete che contengono tanti carboidrati, mentre altre ingrassano in fretta o sono a corto di energia? Perché, pur seguendo lo stesso regime dimagrante, una dimagrisce e l’altra non perde peso?
A queste e a molte altre domande ha risposto il prof. Eran Elinav, ricercatore del prestigioso Weizmann Institute of Science in Israele, nel libro La dieta su misura (Sperling & Kupfer). Al termine di uno degli studi più ampi fatti in tema di nutrizione, l’autore ha descritto diverse delle sue principali acquisizioni scientifiche, compresa la consapevolezza che, contrariamente alla attuale convinzione, le persone reagiscono in modo individuale anche quando consumano cibi identici.
Che cosa significa? Che gli effetti non dipendono solo dal cibo, ma anche dalla persona che lo assume. Un cibo, cioè, capace di generare una risposta salutare in alcuni individui potrebbe produrre in altri un effetto dannoso sul piano fisico e metabolico. Immaginate - scrive lo scienziato nel volume - che qualcosa che vi piace, ma a cui cercate di resistere pensando sia pessimo per la vostra dieta (come una bistecca o una coppa di gelato con la panna), se ve lo concedeste non vi procurerebbe alcun danno. E se qualcosa che odiate, che vi sforzate di mangiare perché pensate sia salutare o vi aiuti a dimagrire, come le gallette di riso o il pesce bollito, fosse proprio la cosa sbagliata per voi. “Il libro - racconta il prof. Eran Elinav - riassume i 6 anni di ricerca eseguiti dal mio laboratorio e dal laboratorio del mio partner e collega Eran Segal presso il Weizmann Institute of Science. Il significato profondo di questa scoperta è che il dogma dell’approccio dietetico 'taglia unica' che ha governato il mondo della dieta per mezzo secolo deve essere rivisto per evidenziare le caratteristiche uniche di ciascun individuo”. Non esiste, quindi, una dieta valida per tutti.
La vera domanda che tutti dovremmo formulare è: “qual è la dieta migliore per me?” Capendo come il corpo reagisce a un alimento o a un pasto, si potrà imparare a calibrare la propria dieta. Ma come scoprire quali sono gli alimenti che dovremmo prediligere nell’alimentazione quotidiana?
Monitorare gli effetti degli alimenti sull’organismo è possibile attraverso la misurazione dei livelli di zuccheri nel sangue dopo un pasto. Più la risposta glicemica è elevata, e più è favorito l’aumento di peso e la sensazione di fame. I partecipanti alla ricerca descritta nel volume hanno evidenziato reazioni molto diverse rispetto agli stessi cibi, a volte addirittura opposte: per alcuni la glicemia si impennava mangiando sushi o una mela; per altri rimaneva immutata anche dopo una coppa di gelato. “Il valore della glicemia – sottolinea il ricercatore - è una caratteristica fondamentale nella fisiologia umana, che è influenzata da molteplici fattori ormonali, metabolici, dietetici e di altro tipo. I livelli elevati di zucchero nel sangue nel tempo non sono solo associati a malattie come il pre-diabete e il diabete, ma anche all’obesità (attraverso gli effetti anabolici dell'insulina), al fegato grasso e alle molte complicazioni metaboliche tra cui l'aterosclerosi, la cardiopatia ischemica e gli incidenti cerebrovascolari (ictus). Pertanto, la normalizzazione dei livelli di glicemia anche prima che si sviluppi il diabete palese, è considerata una importante mansione medica”.
L’importanza del microbiota per il peso e la salute
Non solo glicemia. I ricercatori hanno anche scoperto che, tra gli elementi che condizionano il modo di assorbire i cibi, il microbiota intestinale riveste un ruolo molto importante. “Noi e altri - racconta il prof. Elinav - abbiamo dimostrato che la composizione e la funzione dei nostri microbi 'interni' è importante per contribuire e guidare la nostra salute o una varietà di disordini multifattoriali che vanno dalle condizioni infettive, infiammatorie, metaboliche, neoplastiche e persino neurologiche. Siamo anche stati in grado di utilizzare l’unicità del microbiota in diversi individui come parte del nostro approccio di nutrizione personalizzata: caratterizzando in maniera massiccia il microbiota intestinale di una persona e le sue caratteristiche cliniche, siamo in grado di prevedere la sua risposta di zucchero nel sangue a qualsiasi cibo. Con i nostri studi, abbiamo combinato dati clinici, di background e di microbioti dei partecipanti generando il primo metodo basato sulla computazione per predire la risposta di zucchero nel sangue di una persona a un determinato alimento, consentendo in tal modo di generare diete personalizzate per individui diversi. Abbiamo, inoltre, dimostrato che anche l’utilizzo a breve termine della dieta personalizzata normalizza la glicemia negli individui pre-diabetici”.
Come si crea una dieta su misura
“Nel nostro libro – spiega il prof. Elinav - descriviamo diversi modi di personalizzare la dieta per ottenere una migliore salute metabolica. Il modo più completo e sofisticato si basa sul nostro sistema di calcolo, un’applicazione personalizzata che consente di valutare qualsiasi cibo, anche quello che la persona non ha mai testato prima. Inoltre, spieghiamo un modo più semplice ed economico per personalizzare la dieta a casa propria attraverso l’uso di un semplice glucometro (uno strumento non invasivo utile per scoprire la propria risposta glicemica a un alimento). Per coloro che non desiderano usarlo, esiste comunque un metodo ancora più semplice – suggerisce il prof. Elinav – rappresentato dalla valutazione dei propri livelli di fame in risposta a cibi diversi: i livelli di fame, infatti, sono strettamente associati al picco di insulina che segue a un’alta quantità di zuccheri nel nostro sangue. È un modo meno accurato, ma comunque efficace nel cambiare i componenti della propria dieta in modo personalizzato”.
Verso il futuro: lo studio CAPRII
Una dieta su misura potrebbe, quindi, avere il vantaggio di offrire un nuovo modo di pensare al cibo, valorizzarlo e trarne beneficio. Una “dieta della consapevolezza”, potremmo definirla, che rende la persona una persona più consapevole di ciò che mangia e di come reagisce il proprio organismo a un determinato alimento, scegliendo in questo modo l’alimentazione più giusta per se stesso.
Ma mentre finora i ricercatori hanno concentrato i loro sforzi sulla dieta personalizzata negli adulti come mezzo per migliorare il controllo dello zucchero e le sue conseguenze sulla salute, non è stata studiata la sua importanza sulla popolazione pediatrica. “I bambini – aggiunge il prof. Elinav - stanno rapidamente diventando una parte importante dell'obesità/epidemia di diabete e presentano un rischio allarmante per questi disturbi in tutto il mondo, senza una soluzione corrente. Sappiamo che l’obesità e il diabete infantili predispongono anche a malattie metaboliche più avanti nella vita. Per questo è appena partito il primo studio pilota internazionale CAPRII (Children Alimentary Personalized Research Italy Israel), condotto dal Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università di Napoli “Federico II”, insieme allo Schneider Children’s Medical Center e al Weizmann Institute of Science di Israele”. Per i prossimi tre anni, gli istituti di ricerca coinvolti, sostenuti con il contributo incondizionato di Ferrero, si concentreranno sulla personalizzazione della dieta Mediterranea, con l’obiettivo di generare conoscenze che consentano di personalizzare la dieta dei bambini in modo efficace e compatibile con il follow up per lunghi periodi di tempo.