Il Tai Ki Kung è una delle forme più antiche di Tai Ki Chuan e venne ideato da Chang Sam Fong. Originariamente questa disciplina era composta da 85, 88 o 108 movimenti. Nel Tai Ki Chuan i movimenti vengono ridotti a 24 mentre nel Tai Ki Kung sono 64 divisi in “Padre”, “Madre” e “Figlio”. Il Tai Ki Chuan consiste in una pratica a metà tra la ginnastica e la danza, invece il Tai Ki Kung ha una funzione terapeutica vera e propria.
La parola Ki (pronuncia "ci") significa energia: questa parola ha una valenza molto ampia, può essere energia elettrica, meccanica, idraulica e così via, ma in Oriente s’intende un sistema di elementi che unifica l’universo partendo dallo spirito fino alla materia; questo sistema è chiamato Tao in Cina e Brahman nell’induismo. La parola Kung significa “impegno, resistenza” mentre la parola Tai significa “suprema”, perciò è un vero e proprio schema che riguarda il tutto nonostante lo spirito e la materia siano diametralmente opposti, anzi il Ki viaggia continuamente dall’alto in basso, dal cielo alla terra e viceversa.
Microcosmo e macrocosmo sono concatenati da questa forza in costante movimento. Obiettivo del lavoro è mettersi in comunicazione e quindi collaborare con il proprio corpo ma non solo, anche con i compagni, il maestro, i 5 elementi, la luna, il sole i pianeti, la via lattea e infine con l’universo intero.
Durante la pratica avviene fisicamente il fluire del Ki e quindi l’apertura dei ristagni nelle giunture (I Nove Cieli) dove spesso si accumula l’energia. I movimenti partono dai piedi, la parte più oscura e lontana dagli occhi, fino ad arrivare alla parte più chiara, cioè le mani. La prima sequenza cioè il “Padre” viene anche chiamata “Cielo” o “Tempo” e serve proprio a uscire dalla concezione di spazio-tempo che racchiude i tre aspetti fondamentali: il corpo fisico (Maiale), l’energia (Cavallo) e la mente (Scimmia).
In realtà il Tai Ki Kung sistematizzato da Chang Sam Fong (perché in realtà le origini sono ancora più antiche) è la strabiliante danza dello Yin e Yang, concetto descritto approfonditamente nella filosofia Taoista, che in occidente viene spesso ridotto a bene e male, ma in realtà è un sistema così vasto da prendere in considerazione tutto l’universo e perciò infinito, perché l’uno è dentro l’altro e viceversa; questo concatenarsi di elementi rende l’universo un tutt’uno che trascende le ideologie tipiche invece della cultura occidentale.
Elemento peculiare e unico del Taoismo è vivere il presente, concetto ben espresso anche da diversi pensatori di tutte le epoche, come oggi si può riscontrare con l’espressione Hic et Nunc, Qui ed Ora. Capita spesso che quando pratiche orientali quali lo yoga, la meditazione e il Tai Ki vengono insegnate da maestri orientali essi si limitino a vivere il momento quindi a sorridere, senza raccontare il passato personale o interessarsi a quello dell’allievo, ma preoccupandosi solo di ciò che è successo nella giornata corrente, come il mangiare e il dormire bene, che sono le basi della vita, le vere fondamenta, tralasciando il passato personale dell’individuo che intorbidisce le acque profonde della mente. Oltretutto il Tao non ha un vero e proprio precursore, come si può ben trovare nelle altre filosofie o religioni, bensì ha diversi maestri che arrivarono a conclusioni simili e non sempre sovrapponibili, rendendo la via del Tao non sempre del tutto afferrabile.
Nella via del Tao si parla di alchimia Taoista, che a dispetto dell’alchimia prettamente medievale ha un senso molto più vasto; infatti non riguarda solo la trasformazione della materia ma riguarda la trasformazione dello spirito e quindi del Ki, in Oriente si pensa che attraverso il Ki sia possibile qualunque cosa.
Questa “alchimia” non è nient’altro che la pratica di esperienze diverse portate avanti con disciplina dall’individuo al punto che si può trascendere l’illusione detta Dukkha nel Buddhismo e arrivare così alla realtà attraverso la dedizione alla verità o Satyagraha, termine coniato da Ghandi. Come detto all’inizio il Tai Ki Kung non è solo una ginnastica ma ha un valore terapeutico che in Oriente significa coltivare lo spirito, il corpo e la mente, che non possono stare bene se sono in conflitto.