Oggi Nelson Mandela, l’eroe simbolo della lotta contro il razzismo, avrebbe 100 anni e Firenze lo ricorda per il suo vissuto e per ciò che ha lasciato. E lo vuole ricordare con le sue frasi, gli slogan, gli insegnamenti, e i messaggi sullo sport; non si è limitato a ripeterli, ma li ha resi vivi quando volle i mondiali di rugby in Sud Africa e convinse bianchi e neri a tifare insieme, senza barriere, per gli Spingboks.
Se il Paese Arcobaleno è tornato nella comunità internazionale dopo il bando per l'Apartheid lo deve a Madiba, che lo sport lo ha praticato, dalla boxe negli anni della prigionia, al calcio e al tennis. Mandela vedeva nella boxe un profondo messaggio, lo considerava uno sport egualitario dove razza, posizione sociale, ricchezza, colore della pelle, a volte anche età non hanno valore: sul ring si è soli contro l’avversario, lo si studia per sconfiggerlo senza pensare se sia nero o bianco, ricco o povero, animista o cattolico. Finito il combattimento, appena suona la campana dell’ultimo round, i pugili si abbracciano e in quel gesto c’è tutto il senso della boxe, infatti l’abbraccio è il rispetto che bisogna avere per le difficoltà della vita riconoscendo in chi ti sta davanti la tua stessa umanità.
C’è un simbolismo nella boxe e negli incontri, la solitudine di chi è al centro del tappeto, gli occhi del mondo rappresentati dal pubblico, i sentimenti nell’angolo: andare alle corde, uscire, finire al tappeto, rialzarsi, reagire per superare il momento negativo… il pugilato è la vita. La boxe è stupore, attesa, meraviglia, è emozione che si rinnova ogni volta. Ecco perché – spiega l’organizzatore dell’evento Mario Loreni – la Boxe Night Florence 2018 è stata attesa con entusiasmo e curiosità, quale l’evento di riferimento europeo per il settore; è stata una serata di altissimo livello, vuoi per la qualità degli sfidanti e titolari in carica che per i titoli sia italiano che europeo, i 2 main event della manifestazione, quello del fiorentino Fabio Turchi e del kossovaro naturalizzato italiano Vigan Mustafà.
E in un evento stellare come quello del Mandela Forum di Firenze, la boxe, come diceva Mandela, dimostra che non ci sono vincitori e vinti, è uno sport senza colori, senza politica, senza lacrime, perché le lacrime non hanno colore, sono uguali per tutti. Sono stati ricordati personaggi emblematici per i gesti di solidarietà, per i messaggi contro la violenza alle donne e per i malati di Parkinson, grazie a un movimento che collabora con la scienza.
Leonard Bundu, pugile sierraleonese naturalizzato italiano, soprannominato "Il fiorentino d'Africa", diventato campione Europeo EBU dei pesi welter nel 2011, ha ricevuto il Fiorino d’Oro da parte del Sindaco Nardella. A premiare i vincitori degli incontri una presenza femminile emblematica, Gloria Peritore, soprannominata “The Shadow”, la prima donna italiana a vincere il Bellator e a disputare il primo Titolo Mondiale di Bellator a Firenze nel 2016. Gloria è impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne, ed è stata scelta dal comune di Firenze come Testimonial di “Donne in Guardia”. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti nel corso della sua carriera, come "Personaggio per lo Sport" a Firenze nel 2016 e il prestigioso premio Villa Vogel a Firenze per meriti sportivi. Inoltre è stata eletta “Best Fighter Of The Years FIGHT1” nel 2016.
Ma c'è stata anche la sensibilità e la solidarietà degli organizzatori, in accordo con la Fiom Cgil di Firenze, infatti hanno riservato 100 biglietti d’ingresso a lavoratrici e lavoratori fiorentini in cassa integrazione, in mobilità o che vivono situazioni di difficoltà legate a crisi aziendali. La mano del mondo dello sport è tesa verso chi vive una situazione di difficoltà, con un importante gesto di solidarietà.
E poi il movimento che aiuta la scienza. Uno studio recente dell’Università di Indianapolis, pubblicato su Physical Therapy, ha evidenziato che un allenamento di boxe senza contatto migliora la qualità di vita di pazienti affetti dal Morbo di Parkinson anche di grado medio-grave, confermando che l’attività fisica anche di una certa intensità aiuta a rallentare la progressione della malattia. Il Dr. Bertoni, con il suo gruppo di terapisti e preparatori in cui ha inserito Vigan Mustafà, ha voluto così evidenziare come la boxe, che è uno degli sport più antichi del mondo, sia anche uno dei più completi, proprio perché praticandola si sviluppano la coordinazione dei movimenti, soprattutto tra braccia e gambe. È pertanto disciplina aerobica utile per il miglioramento di certe funzioni che spesso si perdono sia per l’età che a causa di malattie neurodegenerative.