Ragionare un po’ su tutto, formarsi in maniera orizzontale, impratichirsi su molteplici argomenti, presenta il vantaggio di poter formulare argomentazioni organiche a partire da una prospettiva piuttosto ampia e lo svantaggio di non poter fisicamente approfondire quasi nulla e non risultare molto qualificato e specializzato su alcun argomento. Ritengo necessario e piacevole che esistano i tuttologi e credo di potermi annoverare fra essi. So che ogni prospettiva è indispensabile al confronto necessario per la soluzione dei problemi umani. S. Kierkegaard disse: “L’uomo è ciò che mangia”. È logico. La vita si alimenta della vita che ingeriamo e la salute è mantenuta in funzione delle abitudini.
Gli oligarchi esercitano il proprio potere sulle masse attraverso il capitale immenso generato dal profitto delle multinazionali e dai giochi finanziari: metallurgia pesante, chimica, armi. Il grosso problema è che la logica del capitale ha assorbito la produzione del cibo, trasformandolo da fonte di vita a fonte di profitto. Nell’ottica industriale tutto è ponderato sul profitto, quindi i ricavi derivanti dagli introiti meno i costi. Il capitalista, pur di ridurre i costi è disposto a condotte scellerate e antiumane. Il profitto gonfia il valore delle azioni e arricchisce gli speculatori, mentre impoverisce e uccide le masse.
Uno fra i più meschini e subdoli dei controllori e degli attori indispensabili all’oligarca per la sopraffazione delle masse è il medico. Non si può generalizzare poiché esistono senza dubbio medici che svolgono la propria professione scrupolosamente fra le mille difficoltà e mille timori che la legislazione odierna prevede per la regolamentazione di quella particolare categoria, medici che sacrificano molto in nome della salute e della vita altrui. In ogni caso non sono pochi gli sciacalli che assecondano la propria natura di lupi e sfruttano la posizione di potere che occupano per arricchirsi favorendo i padroni dell’industria internazionale.
Sono gli esiti dei congressi internazionali degli specialisti che sentenziano di nuove ricerche in merito a effetti benefici o dannosi di particolari categorie alimentari a muovere i consumi delle masse. E questi creano poderose alterazioni di borsa. Dal momento che chi dovrebbe dare indicazioni sulla condotta più salubre è prezzolato da chi produce cibi belli ma privi di nutrienti e ricchi di pesticidi intossicanti, come regolarsi per salvaguardare la propria vita?
Qualcuno sostiene che picchiasse la moglie e in tal caso sarebbe stato un vile, pavido e ipocrita, ma Ghandi per primo praticò la disobbedienza civile nonviolenta in risposta alla violenza dell’Impero Inglese, per liberare l’India. La storia lo ricorderà soprattutto per un aforisma particolarmente riuscito: “Sii il cambiamento che vuoi per il mondo”.
La Rivoluzione Plausibile, nel contesto della civiltà occidentale del controllo Orwelliano e della militarizzazione, del Patrioct Act U.S. e delle risoluzioni similari attuate da tutti i governi occidentali in funzione di un terrorismo la cui analisi ci condurrebbe lontani, è individuale e nonviolenta. Nonviolenta per opportunità, per sproporzione di forza, per carenza di idealisti disposti a morire per le proprie idee e per i valori, per la posterità. L’opportunismo, il materialismo, l’egoismo e la chiusura delle donne e degli uomini di occidente contemporanei, vanno distillati e purificati affinché conducano a produrre prassi esemplari. Non serve tentare di argomentare e predicare al fine di produrre cambiamenti su vasta scala.
L’unica Rivoluzione Plausibile è individuale e comincia proprio dall’alimentazione, dalla cura di noi stessi. Ma se abbiamo appurato che chi dovrebbe fornirci gli strumenti per garantirci la salute sta in realtà provvedendo ad accrescere i profitti del miglior offerente per garantirsi privilegi materiali e potere, come eludere il giogo che ci grava le spalle? La risposta implica fatica, intelligenza e buon senso. Implica pragmatica e un certo grado di cinismo. Abbandonare le generazioni marcescenti che loro malgrado hanno riposto ingenua fiducia nelle autorità e nei loro strumenti. Lasciare che chi verrà inghiottito da malattie quali Alzheimer e Parkinson e altre malattie degenerative venga imbottito di farmaci che lo tengano in vita fino a cent’anni in pessime condizioni.
Occuparci di noi stessi e adoperarsi per non finire in quelle condizioni. Informarsi, non smettere mai, prestare attenzione alle voci fuori dal coro e sulla base dei suggerimenti e delle argomentazioni più verosimili sperimentare, integrando costantemente la nostra preparazione con la quale andremo a sentirci a nostro agio giorno dopo giorno.
Quando esercitai il primo cambio radicale nella mia dieta quotidiana erano trascorsi non meno di due decenni dalla prima volta in cui mi ero interrogato sul problema dell’alimentazione umana. I primi passi furono brevi e radicali, decisi e corretti, tanto che fui scambiato per pazzo, dal momento che precorrevo i tempi di vent’anni esatti. Erano i tempi in cui in provincia, parlare di rinuncia alla carne era percepito come una sorta di comportamento antisociale alla stregua della tossicodipendenza. Oggi le cose sono cambiate in senso opposto, malauguratamente in maniera molto umana: eccessivamente, con piglio integralista, senza senso critico.
Ho deciso di rinunciare alle carni rosse e bianche, senza negarmi in maniera molto saltuaria un assaggio di qualcosa che ho davvero piacere di mangiare, magari per premiarmi della condotta esemplare tenuta per lungo tempo anche a costo di sacrifici. Quando ho cambiato dieta ho sperimentato i primi benefici dopo appena una decina di giorni. Mi sentivo più forte, avevo maggiore energia da spendere nelle attività quotidiane, ho innescato un circuito virtuoso di soddisfazioni ricavate dall’impegno e d’impegno generato dalla soddisfazione che hanno reso la mia esistenza serena e luminosa: il tizio polemico, lamentoso e ombratile, spazzato via dal benessere. Ho deciso di spendere qualcosa di più e di acquistare i prodotti agricoli direttamente da un amico che lavora la terra per se stesso e vende il sovrappiù. So che non ingerisco pesticidi perché le foglie esterne della lattuga sono tarlate dagli insetti e trovo le lumache fra le biete. Gli zucchini una volta affettati e passati in padella restano verdi perché contengono un quantitativo di nutrienti dieci volte superiore a quello del cibo pornografico venduto dalla grande distribuzione. Ho deciso di prendere a modello la dieta cretese (mediterranea) adattandola alle condizioni agricole contemporanee.
L’uomo si è nutrito di frumento e cereali, pane e pasta, per tremila anni senza problemi. Poi ha deciso di modificare geneticamente queste piante fondamentali e ha creato mostri dotati di glutine dannoso: ecco l’origine della celiachia e la dichiarazione dell’ultimo congresso dei cardiologi in merito all’opportunità di mangiare grassi piuttosto che carboidrati per salvaguardare il cuore. Ho eliminato pasta e pane in favore di farro, orzo e riso privi di pesticidi. Mangio pesce azzurro, olio extravergine, olive, frutta e verdura, solo di stagione. Ho preso ad alimentarmi con 500 gr. di verdura al giorno divisa fra i due pasti principali, un frutto a colazione e uno a metà pomeriggio, niente uva, banane, fichi o altra frutta particolarmente dolce. Se ho voglia del sapore dolce mangio un cucchiaio di miele d’acacia. Mangio una manciata di noci ogni giorno. Cerco di incamerare la maggior parte dell’apporto calorico nella prima metà della giornata. Colazione abbondante, pranzo sostanzioso e cena leggera. Mangio alcuni derivati animali sebbene tendano a rendere più acido il PH del corpo umano, mi limito a piccole dosi di latte di capra, formaggio caprino, formaggi freschi leggeri. Niente light… è roba chimica con gli stessi quantitativi di grassi ma trattata in modo tale da renderli non assimilabili. Mangio crudo per quanto possibile per una serie di motivi. Vado a camminare velocemente per sette virgola cinque chilometri ogni sera e mangio proteine a cena per contribuire al beneficio che l’esercizio mi procura. Mi avvalgo della tecnologia per sapere quante calorie introduco nel mio corpo. Dormo meglio, in realtà tutto quello che c’entra col letto è meglio… è meglio sul lavoro, è meglio pensare, è meglio salire le scale, è meglio occuparsi degli altri, è meglio la sicurezza di sé… un aspetto favoloso è rappresentato dall’ottimismo e dalla speranza: tendo a vedere il lato positivo a prescindere dal quantitativo di merda che talvolta possa piovere.
Facciamo comodo fiacchi, deboli, cagionevoli, infelici, pieni di bisogni… Possono venderci le medicine e cronicizzarci come vogliono… Ma se cominciamo a mettere in dubbio ciò che crediamo di sapere e a sperimentare finché troviamo le abitudini utili a renderci forti, sani e sereni, ognuno in funzione della propria biodiversità, allora saremo un bel passo più prossimi alla libertà e potremo addirittura dimenticare di viaggiare la vita con un pesante giogo sulle spalle.