Si sviluppa per circa 120 chilometri nella parte più settentrionale della Lombardia, in provincia di Sondrio, toccando un dislivello record che dai 200 metri dell’imbocco sale fino ai 4mila del Pizzo Bernina, una delle cime leggendarie della zona.
È una zona varia, piacevole e dotata di numerose attrattive che, in uno scenario di rara bellezza, si completano nella cornice delle montagne che la circondano. È illuminata da una particolare luce secca e cristallina, accentuata dal riflesso delle pareti dei massicci montuosi che, a nord, la riparano dai venti freddi e, a sud, da quelli caldi e umidi. Una leggera brezza proveniente dal vicino lago di Como, la breva, le numerose sorgenti termali, i ghiacciai perpetui, la fitta rete di sorgenti e di corsi d’acqua, insieme agli ampi boschi contribuiscono ad esaltare la salubrità dell’ambiente.
Il clima particolarmente favorevole, l’inconsueta ampiezza e la buona esposizione hanno consentito lo sviluppo di alcune pregevoli attività agricole nel suo territorio. Tra queste, ai giorni nostri, la più rinomata è rappresentata dalla viticoltura, che, dal XIV secolo, da quando cioè si è iniziato a parlare di vino retico, si è fortemente calata nel tessuto sociale, assumendo via via un ruolo sempre più importante nel suo sviluppo economico.
Il fiume Adda, che con i suoi 300 chilometri, percorsi interamente in territorio lombardo, è il quarto fiume d’Italia, dopo il Po, di cui è affluente, l’Adige e il Tevere, nasce dal Massiccio dello Stelvio, nella Valle di Bormio, in Alta Valtellina, e raggiunge il lago di Como, di cui è contemporaneamente immissario ed emissario. Il corso d’acqua attraversa l’intera valle ed evidenzia i due versanti montuosi. Quello Orobico divide la Valtellina a sud dal resto della Lombardia. Più ombrosa, impervia e selvaggia, questa fascia si presenta con una vegetazione fitta di latifoglie e conifere. Il Parco che vi è stato ricavato ha l’estensione di ben 44mila ettari e si sviluppa su una quota media di 900 metri slm. Rappresenta un’oasi ambientale quasi incontaminata ma facilmente fruibile grazie alla presenza di numerose aree attrezzate e di percorsi segnalati che permettono di raggiungere agevolmente e in sicurezza piccoli centri abitati e affascinanti testimonianze delle attività rurali come mulini ad acqua, pile per pestare castagne e fucine per la lavorazione del ferro.
Il versante Retico, invece, è il più soleggiato e separa la Valtellina a nord dal Cantone dei Grigioni, in territorio elvetico. Qui si trovano sorgenti, giacimenti di minerali, alpeggi, boschi di larici, abeti rossi e pini, laghi, torrenti e ghiacciai oltre a cime leggendarie che svettano verso i 4mila. E qui si possono ammirano anche i terrazzamenti che hanno reso celebre la Valtellina nel mondo e rendono possibile l’uso sostenibile di un terreno che sarebbe, altrimenti, povero e franoso. Realizzati, nel corso di quasi seicento anni, impilando e accatastando con maestria, manualmente e a secco pietre, frammenti di roccia, rupi, scisti e graniti, raggiungono l’incredibile sviluppo lineare stimato intorno ai 2.500 chilometri.
Rappresentano un vero capolavoro di utilità e d’idraulica, di architettura e d'ingegno con pochi eguali al mondo e sono il risultato di un lavoro faticoso e certosino, condotto con infinita pazienza, singolare perizia e tenace volontà dalle genti di questi luoghi. Oggi permettono di lavorare qualcosa come 800 ettari vitati e di mantenere in vita un intero versante montuoso che altrimenti si sfalderebbe e franerebbe rovinosamente per effetto degli agenti atmosferici, del peso della neve e della spinta dell’acqua. I piccoli appezzamenti pianeggianti ricavati, denominati ronchi, rappresentano la concreta testimonianza dell’amore e dell’attaccamento dell’uomo verso la sua terra. Anche nelle zone più interne e isolate, infatti, le tenaci fasce fronteggiano l’asperità dei versanti, l’asprezza dei dislivelli, la severità del suolo e consentono le coltivazioni dei vigneti, che vegetano immersi nella bellezza e nella purezza di questa affascinante vallata alpina di cristallina bellezza e infinita profondità. Nel luglio 2008, il Comitato dell’UNESCO ha accolto nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità il Centro storico di Tirano, una delle più belle cittadine dell’intera vallata e il Trenino Rosso del Bernina ovvero la ferrovia più alta d’Europa, che tra viadotti e gallerie corre su un percorso mozzafiato e attraversa lo scenario fantastico dei ghiacciai, dei prati e delle foreste del prodigioso massiccio per giungere a Saint Moritz, la rinomata cittadina svizzera dell’Alta Engadina, situata a 1775 metri di altitudine.