Spesso quando parliamo di coraggio pensiamo ad atti estremi e agli eroi. Ma il coraggio non è questo. Per lo meno, non solo. Il coraggio è fatto di piccole azioni quotidiane che fanno la differenza nella nostra vita. Ecco 6 vitamine per vincere la paura!
1. Analizza la tua paura
Per avere presa su di te, la paura deve rimanere un fantasma, un mostro irrazionale: qualcosa d’inafferrabile, impalpabile. Cerchiamo dunque di non comportarci come il bambino che cammina per il bosco immaginando che dietro a ogni albero ci sia un orco, e che tra le foglie striscino i serpenti. Razionalizza questo mostro: descrivilo, cioè, il più precisamente possibile. Prendi carta e penna e scrivi con esattezza: quando hai paura? Sempre, o in certi momenti? E poi: come hai paura? Sudi, o hai il batticuore, o ti senti svenire? Quando l’hai fatto, passa al punto successivo.
2. Analizza le ragioni della tua paura
Perché hai paura? Perché temi di perdere il lavoro, o di ammalarti, o hai subito traumi nell’infanzia? Scrivilo sullo stesso pezzo di carta. Spesso mettere giù le proprie ansie, nero su bianco, basta per ridimensionarle. Perché molte nostre paure sono come certe ombre di bestie raccapriccianti che di notte vediamo sul muro, e poi scopriamo essere le sagome, ingrandite a dismisura, di insetti che si erano posati sulla lampadina. E se, nonostante tutto, hai ancora paura? Allora?
3. Preparati al peggio
Qual è il peggiore scenario cui puoi andare incontro? Rischi di morire? Di andare in galera? Di restare senza una lira? Preparati mentalmente a quanto di peggio ti possa accadere, e accettalo. Immagino l’obiezione: come faccio ad accettare di crepare per un male incurabile? Tranquillo: non si tratta di accettarlo e basta, aspettando passivamente la catastrofe. Si tratta invece di pensare che se per imparare una lezione o per evolverti tu devi terminare i tuoi giorni in un letto d’ospedale c’è poco da fare. Se il tuo destino è quello, ribellarsi serve solo ad aggiungere stress a dolore. Serve invece esaminare il punto?
4. Valuta la situazione realisticamente e migliora lo scenario
Se prima sei precipitato nel baratro più profondo, ora cominci a risalire. Perché analizzando le cose realisticamente ti rendi conto che la situazione non è poi così drammatica. Il diavolo, insomma, non è quasi mai brutto come lo si dipinge. Prendiamo una paura molto frequente: quella di prendere l’aereo. Le statistiche dimostrano che si verificano molti più incidenti in macchina, o in treno, che in aereo; eppure nessuno ha paura di montare in auto, o sul treno, mentre parecchi hanno la tremarella quando salgono sul velivolo. Ebbene, una valutazione realistica della situazione consente di ridurre la paura. Dalle statistiche risulta che le nostre ansie riguardano, nel 40% dei casi, cose che hanno bassissime probabilità di accadere; nel 30% sono per cose già successe, morte e sepolte, di cui non possiamo modificare una virgola; e nel 20% dei casi sono relative a critiche o maldicenze di persone che hanno come unico scopo il farci del male. Se noi ce la prendiamo, loro ci riescono benissimo. Insomma, solo il 10% delle nostre preoccupazioni, una su dieci, sono davvero fondate. Quindi buttane a mare nove, e per affrontare la decima passa al punto seguente.
5. Individua le soluzioni. Esistono sempre, anche nei casi più disperati!
La individuò, nel campo di sterminio nazista di Cracovia, l’ebreo polacco Lech Stanislavsky. In un momento di distrazione dei suoi aguzzini si spogliò completamente e si gettò sotto una montagna di cadaveri in decomposizione, fingendosi morto. Restò immobile per ore, sforzandosi di non vomitare. Finalmente venne, con tutti gli altri corpi, caricato su un camion e scaricato in campagna, in una fossa aperta. Quando fu sicuro che non ci fosse nessuno in giro si alzò e corse a perdifiato, nudo, per 40 chilometri verso la libertà. Se ce l’ha fatta Lech Stanislavsky, puoi farcela anche tu. La soluzione c’è; si tratta soltanto di trovarla, magari ragionando in modo diverso, e poi di agire.
6. Agisci!
Individuare la soluzione è un’operazione intellettuale, che avviene nel cervello. Agire, invece, implica qualcosa di fisico, di tangibile; come buttarsi tra i cadaveri, come ha fatto l’ebreo polacco. È fondamentale che tu agisca subito, non appena hai scelto cosa fare, quando la tua motivazione è al massimo e la paura di sbagliare al minimo.