Qual è la curva di equilibrio nella vita di un essere umano? E quali sono i pilastri su cui poggia la salute fisica e mentale? A queste domande, e a molte altre, risponde la medicina ayurvedica, questa “arte del vivere” che giunge dall'India e che si perde nella notte dei tempi. Nelle profondità sapienziali dei Veda.
Alla medicina tradizionale indiana si è approcciato il pragmatico Occidente, con tutto il bagaglio di nevrosi quotidiane, stress da iperlavoro e ansia da prestazione. Il serafico Oriente, con le sue ritualità scandite dai ritmi della natura, con la sua spiritualità olistica, ha quindi l'obiettivo di mettere la barra dritta a tutti quei problemi psicosomatici, ma anche patologici, che affliggono la parte ricca del mondo.
La fonte principale dell'Ayurveda è un testo classico, lo Charaka Samhita, un tomo fondamentale scritto dai Rishi, maestri yogi, che condensa i metodi, gli strumenti e le cure per prevenire le sofferenza dell'umanità. Perché, sì, l'Ayurveda è una medicina tradizionale ma è soprattutto una medicina preventiva, come spiega Lara Muraro terapista in Ayurveda e insegnante yoga, affiancata da un medico ayurvedico, la dott.ssa Paola Bellamoli, che si vede impegnata nelle terapie principali della medicina indiana; dai rimedi ai trattamenti, alla dieta alimentare e alla correzione degli stili di vita. Lara Muraro è la fondatrice dell'Himalayan Center di Padova col fine di creare uno spazio dedicato alla diffusione dell’Ayurveda e dove trovano luogo insegnamenti di yoga e meditazione secondo la tradizione Himalayana. "L'Ayurveda" – racconta Lara, che tra poco lascerà l'Italia per recarsi in India a perfezionare le sue conoscenze ayurvediche – "è un grande dono che l'India ci ha fatto. È una medicina che cura ma vuole essere, in modo particolare, una medicina che previene. I preparati sono tutti a base di erbe di tradizione indiana. La prevenzione si esplica attraverso trattamenti con olio caldo a base di erbe, scelte per il caso che si vuole curare. L'olio a caldo permette al principio attivo contenuto nelle piante di penetrare meglio nell'organismo con un assorbimento immediato. Si interviene sullo stile di vita, aspetto fondamentale per la medicina ayurvedica. La routine quotidiana, dinacharya, viene scandita da una serie di pratiche igieniche per la prevenzione e il mantenimento della salute. Accordarsi con l’ordine quotidiano naturale e seguire pratiche quotidiane ci permette di restare in armonia preservando uno stato di salute naturale". Ad esempio" – spiega Lara Muraro - "l'igiene degli organi di senso ha un ruolo estremamente importante; l’Ayurveda considera gli organi di senso come importanti canali di comunicazione con il mondo esterno. Pulire la lingua e rimuovere la patina e le impurità con l’apposito raschietto, pulire bene le fosse nasali con la pratica del Jala Neti (Jala significa acqua e Neti pulire), lavare con cura gli occhi, spesso affaticati e stanchi dall'uso del Pc e mettere qualche goccia di olio delle orecchie. In questo modo si mettono i nostri organi di senso in condizione di funzionare al proprio meglio, senza incorrere in problematiche che possono sfociare in disturbi o patologie".
Tra le pratiche igieniche prescritte dall'Ayurveda, c'è anche l'automassaggio con l'olio di sesamo che è un vero e proprio toccasana per la pelle, la mantiene elastica e la nutre in profondità oltre a consentire di acquisire consapevolezza con ogni parte del proprio corpo. Anche l'alimentazione gioca una parte importante se non cruciale nel percorso di cura ayurvedico. “Per l'Ayurveda siamo esseri unici e ognuno deve alimentarsi secondo la costituzione a cui appartiene. La medicina tradizionale indiana è una scienza della vita che ha lo scopo principale di allontanarci dalla sofferenza e dalla malattia, identificando lo stile di vita utile per portare alla felicità e al benessere. Del resto, salute in sanscrito si dice Swastha, ossia lo stare nel sé. Questo significa che per la medicina indiana la salute non è solo assenza di malattia, bensì acquisizione di uno stato di appagamento e di felicità, insomma essere in pace con la propria anima”. Il tutto, secondo l'Ayurveda, si può conseguire attraverso gesti di consapevolezza e ascolto di sé per captare i segnali che ci invia il nostro corpo e ciò di cui abbiamo realmente bisogno.
L'Ayurveda porta a un'assunzione di responsabilità verso noi stessi e il nostro benessere che non è solo prendere un medicinale per mettere a tacere il sintomo, ma una ricerca accurata delle ragioni che fanno scatenare il disturbo o la malattia, e su quelle agire. "La medicina ayurvedica non rimuove solo il sintomo ma va alla causa scatenante. Il processo è lungo" – evidenzia la terapista ayurvedica - "e parte dalla visita che effettua il medico ayurvedico che è volta all’osservazione dell’individuo nel suo insieme. La visita dura circa un’ora, oltre alla visita medica tradizionale che include osservazione, palpazione e percussione, l’Ayurveda si avvale dell'analisi del polso e della lingua e dopo aver accertato la costituzione individuale e l'appartenenza ai tipi fisici identificati dalla medicina indiana ed eventuali squilibri il medico individuerà le strategie da mettere in atto specifiche per la persona allo scopo di preservare una salute ottimale. In caso di squilibrio proporrà un intervento terapeutico dopo aver individuato le possibili cause".
Lara Muraro ama parlare dell'Ayurveda come Arte e “riscoperta della sintonia del corpo e della mente con la natura. Ciò che sta fuori di noi è anche dentro di noi, ecco perché dobbiamo sintonizzarci con il ritmo delle stagioni e con i cicli del giorno. E anche il ruolo del medico ayurvedico è molto diverso da quello del medico occidentale da cui ci si attende che faccia miracoli, mentre per la medicina tradizionale indiana il medico è un maestro che aiuta il paziente a lavorare su tutti i livelli della patologia, permette il passaggio, la consapevolezza e l'assunzione di responsabilità. Anche il terapista ha un ruolo molto importante perché è colui che sta vicino al paziente, vive il contatto più diretto creando una vicinanza molto più profonda”.
Il tempio del corpo viene rispettato in tutte le sue caratteristiche e implicazioni. “I pilastri della medicina ayurvedica" – sottolinea ancora Lara – "sono Ahara, l'alimentazione, Nidra, il sonno e Brahmacharya, l'equilibrio dell'energia vitale. Se uno di questi aspetti è carente o sovrabbondante l'equilibrio viene messo a rischio e bisogna integrare o riportare nella giusta dimensione”. L’ayurveda è una scienza sacra, la più sacra all’interno dei Veda, perché è utile all’intera umanità in tutti i mondi sia in quello della percezione diretta sia in quello invisibile Ayurveda - Ayus, vita, è l’unione di quattro aspetti fondamentali: corpo, organi dei sensi, mente, anima. “L’Ayurveda non è una medicina, ma filosofia e arte del vivere. Nel Charaka Samhita, uno dei testi fondamentali dell'Ayurveda, troviamo la definizione dell'Ayurveda e della materia di cui tratta: "Si definisce Ayurveda la scienza che descrive gli stati della vita vantaggiosi-benefici e quelli sfavorevoli-svantaggiosi, così come la vita felice e infelice, insieme a ciò che è buono e ciò che è nocivo per la vita, che tratta della lunghezza della vita e della vita stessa, ed è questo il traguardo più importante che ogni giorno cerchiamo di raggiungere”.