L'evento di pre-apertura di questa edizione estiva, Palazzo Pitti: Sounds and Lights, comprendeva una cena di gala con molti ospiti internazionali, dislocata fra la terrazza di Palazzo Pitti e il Teatro Rondò di Bacco, accompagnata da un concerto di 12 pianoforti posti in piazza, lungo la facciata del Palazzo. Da subito ci ha dato l'idea dei mutamenti di rotta che gli organizzatori hanno intrapreso, sospinti dalle incertezze nell'ambito del manifatturiero mondiale. Qui si fa squadra, più che nel passato. Coinvolti nell'organizzazione della serata magica, infatti, erano il Centro di Firenze per la Moda Italiana; Ice-agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane; Mise - Ministero dello Sviluppo Economico – e, ovviamente, Pitti Immagine. Nuova l'idea di dedicare alla città intera uno spettacolo di luci e suoni, in cui la musica, che usciva da 12 pianoforti in contemporanea, raggiungeva una potenza difficilmente ottenibile in teatro. L'effetto spettacolare era potenziato dalla nuova illuminazione di Palazzo Pitti, donata dal Centro Moda Italiana. La piazza gremita di gente ha risposto a Pitti affermando l'appartenenza della città intera al successo della moda italiana nel mondo. Un evento, Pitti Uomo, che non resta chiuso fra le mura della Fortezza, ma spazia fra le strade e le piazze di questa città unica e meravigliosa.
La sinergia fra arte e moda, posta in essere la scorsa edizione dal binomio DoppAA, Opificio delle pietre dure, si ripresenta in una dimensione grandiosa nella sala Bianca di Palazzo Pitti, la storica sala madre di tutte le sfilate di moda italiana successive. Grandi pannelli con le foto di moda di Karl Lagerfeld, il beniamino di Coco Chanel, formano sipari fra i quali camminare per rivivere il fascino di una moda già lontana, esaltata dallo splendore di pareti e soffitto. Una storia per immagini molto seduttiva, visibile fino al 23 ottobre. Questa sinergia prevede, nel prossimo futuro, la trasformazione della galleria del Costume di Palazzo Pitti in un museo della Moda.
E in Fortezza, cosa succede? La Fortezza, per questa edizione di giugno di Pitti Uomo, è cosparsa di numeri. Quali sono i numeri fortunati? A detta di Agostino Poletto, vicedirettore generale di Pitti Immagine, sicuramente il 90, numero d'ordine di questa edizione, poi l'1, il civico di viale Filippo Strozzi da cui si entra dalla Fortezza da Basso agli stand delle griffe, visitati questo giugno da più di 30.000 persone (a proposito di numeri!). "Il 57"- conclude Poletto - "ci è caro perché rappresenta il numero dei professionisti che lavorano tutto l'anno alle fiere di Pitti immagine".
E per i visitatori il messaggio è: "L'Uomo ha i numeri!" Basta pescare nel mucchio di carte e farsi fotografare col numero trovato. In tal modo si crea anche l'abbinamento fra abito e numero. Una vera cabala! Le 15 sezioni in cui si articola la fiera descrivono le diverse anime del menswear, non ultimo lo stile agender. Fra i debutti Isko, che raccoglie le novità presenti in campo denim e stimola i creativi a fornire idee per il futuro. Anche Hudson Jeans, denim statunitense, presenta per la prima volta la sua collezione in Fortezza. La prima volta di Baldinini riguarda la linea maschile di calzature. Fra i progetti più interessanti la capsule collection di zaini e gioielli in pietra lunare di Tateossian London e i nuovi zaini di Mandarina Duck. Fra i marchi che continuano ad attrarre non si può perdere lo stand Lardini, per l'alta sartorialità mista a una scelta di tessuti frutto di trattamenti originali che impreziosiscono i suoi capi “svelti”. Chi ama i profumi deve far visita allo stand La Martina, dove troverà, in un grande vassoio, una collezione di aromi differenziati, in confezioni bellissime.
Pitti Italics, il programma della Fondazione Pitti Immagine Discovery che promuove e supporta le nuove generazioni di fashion designer italiani di forte proiezione internazionale, ha scelto due stilisti: il 40enne Lucio Vanotti, che ha sfilato alla Dogana con una collezione uomo donna ispirata al Rinascimento fiorentino e il siciliano Fausto Puglisi, con una capsule collection, da lui pensata “per un uomo eroico e senza paura”.
Festeggiata in vario modo anche l'editoria. Non molti sanno che un anno fa, all'Expo di Milano, il premio Ferrari è stato attribuito alla rivista svedese Plaza Uomo, con l’obiettivo di valorizzare l’articolo apparso sulla stampa estera che meglio abbia saputo raccontare l'arte di vivere italiana, ossia quel connubio di creatività, artigianalità e raffinatezza che fanno amare nel mondo il nostro stile di vita e l’eccellenza delle nostre produzioni. Un riconoscimento per la pubblicazione di un articolo, frutto di una documentata ricerca sull'arte dei sarti di Napoli, con un ampio panorama con nomi e cognomi.
Ed ecco che l'editore Christopher Östlund ha voluto festeggiare durante Pitti 90, con una festa al palazzo Budini Gattai, proprio il primo anniversario del prestigioso premio ricevuto. Lo ha fatto distribuendo alla festa un'edizione straordinaria di Plaza Uomo, sottotitolo The Italian Way, al pubblico internazionale che popola Pitti Uomo da sempre. Dice, fra l'ironico e lo stupito, di non capacitarsi di uno scontento generalizzato, quando parla con alcuni Italiani. “Siete il più bel paese del mondo, avete un vino straordinario, per non parlare del cibo, e della moda da capogiro, con griffe famose in tutto il mondo sostenute da artigianalità capace e aggiornata nelle confezioni ma anche nel campo del tessile... ”. Effettivamente, in questo numero speciale, un articolo è dedicato all'Italiano Albini, definito Maestro del Tessile, un grande creatore di tessuto per camicie, 6 milioni di metri di tessuto all'anno, che corrispondono a 10 milioni di camicie.
Un libro, Caosordinato, di Nuova Libra Editrice, a cura di Stefano e Corinna Chiassai, cerca di fare il punto sugli stili del passato, raggruppandoli in classi e reinterpretandone gli abbinamenti alla luce del presente, in una ricostruzione che ha grande valore storico-progettuale, e che può aiutare a mettere ordine nel mondo Moda attuale, troppo pieno di sperimentazioni. Tanta è la complessità dell'operazione di costruzione di questo catalogo, sospeso fra storia e creatività, che se ne riparlerà a giorni, alla fiera Pitti Filati, essendo ispiratore di una sezione della fiera stessa, in cui contribuisce anche a gettare un ponte fra chi costruisce il tessuto e chi lo utilizza nelle sue creazioni di moda.
Parliamo infine di un evento fuori Fortezza che ha rappresentato un importante e piacevolissimo centro di aggregazione per tutte la durata della fiera. L'ospite è Cartier, e la ragione dell'evento è presentare a Firenze un orologio, Drive, dal design molto attraente; la location è Palazzo Gondi, dalle cui terrazze si gode uno dei panorami più belli di Firenze. Ma poiché tale palazzo doveva essere, nella mente degli organizzatori, la casa fiorentina del Drive man, alle pareti sono stati appesi dei pannelli disegnati da Konstantin Kakamas, un giovane artista multimediale greco. La casa, come l'orologio, è creata per un uomo non classificabile, ma senz'altro un esteta, rilassato e a suo agio. Era in visita a Firenze il drive man australiano, che si è fatto fotografare davanti alle vetrine che raccolgono la collezione storica del marchio: porta sigarette, spazzole, gemelli, orologi, portacarte in materiali preziosi, spesso regali firmati da personaggi famosi. La scenografia dell'abitare si è ispira alla storia di Cartier: fondata da tre fratelli, amanti dell'arte e della bellezza, il simbolo è la pantera nera, che nella mostra era rappresentata da una bellissima scultura lignea.