Alla Fortezza da Basso, a Firenze, tre giorni di fiere a metà febbraio hanno messo in mostra la produzione di due comparti manufatturieri, il tessile per la casa e la lingerie. Prendono il nome Firenze Home Texstyle e Immagine Italia & Co. Si sviluppano fianco a fianco al piano inferiore del padiglione Spadolini. Qui si trovano le nuove tendenze del tessile per la casa, la nautica, le spa, hotellerie & contract e le nuove collezioni per l’autunno/inverno 2024-2025 dell’intimo lingerie. Tanti i buyer e gli operatori provenienti da tutta Italia e da vari Paesi del mondo.

Textile

Un’importante novità è rappresentata dalla creazione di un corso per tappezzieri alla Scuola di arti e mestieri Ricchino, in provincia di Brescia. Iniziativa che ha riscosso un certo interesse fra i giovani. Può indicare una possibilità lavorativa ben diversa dal mondo virtuale in cui operano molti lavori dei giovani oggi, vissuti con sempre maggiore insoddisfazione.

In un unico stand si presentano differenti artigiani del tessuto stampato. Si notano grandi differenze di stile nell’artigianato di questo settore, in mano a molte piccole imprese. Informatore appassionato per i visitatori l’artigiano di quarta generazione della Antica Stamperia Pascucci 1826. Mostra con orgoglio una antica macchina con cui dall’inizio i Pascucci stiravano le pezze stampate. È stata restaurata e continua a operare oggi come quasi 200 anni fa!

Dagli studi della ditta Plumex che presenta piumoni e piumini di due tipi, imbottiti di piume e di piume riciclate, scopriamo che inquinano molto più le imbottiture sintetiche perché il degrado delle piume è 3000 volte più veloce di quello dei sintetici. E poi, una volta confezionato, un capo di piuma si conserva molti anni, mantenendo le caratteristiche di leggerezza e tepore che aveva da nuovo.

Su sostenibilità e riciclo è basata Fody, una società benefit e startup pistoiese, feconda di molte nuove idee. È nata per confezionare coperte salvavita ottenute raccogliendo gli scarti di tessuto e facendo lavorare persone con disabilità. Parte di queste coperte è donata a benefit che si occupano di senzatetto e rifugiati e a rifugi per animali. I partner donatori della materia prima ricevono quindi, grazie a Fody, un feedback positivo per persone e ambiente. Fody in cambio progetta a pagamento gadget e a richiesta fornisce alle ditte l’organizzazione della nuova produzione.

Lingerie

La fiera della lingerie è organizzata da Underbeach che ha riunito le produzioni di lingerie e moda mare. Ciò comporta una ulteriore fiera nel mese di luglio, Maredamare. Entrambe le Fiere si focalizzano sulla crescita internazionale e sull’impegno per la sostenibilità ambientale. Underbeach ha ottenuto nel 2023 la certificazione ISO 20121, che garantisce un approccio virtuoso in ogni ambito dell’organizzazione fieristica. Per il 2024, la società si impegna a ottenere la certificazione di carbon neutral, compensando le emissioni di carbonio attraverso progetti internazionali certificati.

All’interno di Immagine Italia &Co un espositore, Dario Casalini proprietario di Oscalito, ditta di famiglia che produce maglieria e Intimo di lusso da più di 80 anni, italiana garantita al 100%, ha continuato le direttive di naturalità, ed eticità ereditate dai predecessori. Aggiungendo l’originalità di un pensiero che ricerca nel presente di modificare le storture della produzione in campo tessile, ha constatato che c’era una comunanza di intenti con il movimento Slow food, che da 30 anni Carlo Petrini anima per cambiare la cultura del cibo nella società. Casalini ha perciò fondato nel 2022 Slow fiber, raccogliendo una provocazione di Carlo Petrini, il cui apprezzamento era stato espresso nella prefazione ad un libro scritto da Dario, Vestire buono, pulito e giusto, pubblicato da Slow food editore. Una chiocciola verde, simbolo del movimento, è in bella vista nello stand Oscalito, dove è presente Dario Casalini in persona.

Ne approfitto per porgli alcune domande.

Il titolo del suo libro Vestire buono, pulito e giusto, è un richiamo più che esplicito al libro di Carlo Petrini Buono, pulito e giusto (2019), riferito al cibo. Buono in quanto piacevole, secondo le differenti culture, pulito in quanto rispettoso della Terra e di tutto quello che ci circonda, giusto in quanto socialmente equo e partecipe di un progetto di ridistribuzione della ricchezza. Come definisce lei questi aggettivi in campo tessile?

Un motivo per cui ho pensato a Slow fiber come uno spinoff di Slow food è che questi aggettivi sono perfetti anche per il tessile, dove buono va declinato come “bello” nel senso di indumento che crea benessere, e gli altri due vanno bene così come li ha definiti Petrini. Va aggiunto, nel mio campo, l’aggettivo durevole, che ovviamente non si adatta al cibo, importante per gli indumenti, che producono, come è noto, un grandissimo inquinamento, essendo fatti sempre più in modalità usa e getta.

Cosa la spinge a fare questa crociata, che richiede tempi sicuramente lunghi?

Lavorando in una ditta di intimo mi veniva spontaneo domandarmi come mai spendere molto per comprare il cibo fosse naturale per la maggior parte delle persone, mentre la tendenza era di pagare il meno possibile per i capi di biancheria. Il cibo si assume tre volte al giorno, mentre la biancheria a contatto con la pelle ci sta 24 ore! C’era una mancanza di cultura al riguardo, mentre per il cibo Carlo Petrini l’ha costruita con un lavoro che dura da trent’anni. Ho sentito che era ora che si cominciasse ad andare contro corrente. Infatti i capi di vestiario sono prodotti a prezzi sempre più bassi, fra delocalizzazione e noncuranza per l’ambiente e la “bontà” del capo. I tempi lunghi sono necessari, quindi li accetto. Bisognerebbe attrarre nel progetto dei big della moda.

Partecipando a Pitti Uomo, vedo che da qualche edizione le ditte di moda specificano le diverse certificazioni ottenute. Ad esempio, Ecoalf ha una linea di capi con tessuti a componente unico, come mi risulta abbiate anche voi, e quindi riutilizzabili al 100%.

È vero, ma le certificazioni sono diventate troppe, e sono spesso vaghe e superficiali. Mi auguro che coloro che lavorano bene sentano l’esigenza di fare squadra, magari entrando nel mio gruppo, perché i problemi da risolvere sono complicati e vanno affrontati con una visione globale.

Al movimento Slow fiber hanno aderito per ora 21 produttori. Può dirmi chi sono? Penso sia giusto pubblicizzare i nomi di chi intraprende una strada in salita, sorretto dalla certezza che sono necessari cambiamenti virtuosi nella produzione, per migliorare l’ambiente e accrescere il benessere dei clienti.

Ecco i nomi: Oscalito; L'Opificio; Quagliotti; Remmert; Pettinatura Di Verrone; Tintoria Finissaggio 2000; Angelo Vasino Spa; Olcese Ferrari; FelliColor; Manifattura Tessile Di Nole; Holding Moda; Lanecardate; Italfil; Pattern; Maglificio Maggia; Vitale Barberis Canonico; Gruppo Albini; BottoGiuseppe; Cangioli 1859; Filati Buratti; Tintoria Ferraris e Chrimartex.

Questa interessante chiacchierata ha reso molto veloce il resto della mia visita alla fiera dell’intimo. Ho però notato un modello di bra che desidero segnalare, per le coppe ben distanziate. Lo produce Valery, presente in fiera, e anche Verdissima. Di quest’ultima ho visto una foto sulla copertina della rivista di settore intimo più mare di gennaio 2024. È bene stia tramontando l’era del push-up, ovvero del bra che avvicina i due seni per aumentarne il volume, producendo col tempo una ruga profonda nel décolleté.