Una vera e propria stella per l’identità culturale abruzzese, che da troppi anni non brilla più di luce propria, potrebbe finalmente ritornare al suo antico splendore grazie alla realizzazione di un importante progetto culturale.
Erano gli inizi degli anni Trenta, quando si decise di costruire la colonia Marina “Stella Maris” presso la riviera di Montesilvano. In Italia, era alquanto diffusa l’idea che i giovani dell’epoca dovessero avvantaggiarsi dei benefici del sole e del mare, datasi anche l’alta diffusione di gravi malattie polmonari. Colonie marine peraltro erano già state costruite in molte località italiane alla fine dell’Ottocento, periodo in cui iniziò a svilupparsi anche una forte economia nazionale, largamente dovuta al fenomeno della balneazione. La colonia era infatti il risultato del programma governativo nazionale per lo sviluppo della salute pubblica, emesso dal regime fascista, al fine di migliorare le condizioni di salute del popolo e la posizione scelta, il tratto costiero dell’Adriatico, era alquanto strategico.
In alcuni documenti storici si legge infatti: “…la splendida posizione, i panorami incantevoli, la vista spazia dal Gran Sasso d’Italia e della Maiella al mare, in una visione d’incomparibile grandezza; il dolce e delicato cielo; la superba pineta del “Casino del Colle” lussureggiante e protesa sull’azzurro Adriatico, le magnifiche passeggiate e, soprattutto, la purezza dell’aria, fanno di Montesilvano un delizioso luogo di cura e di soggiorno…”.
Purtroppo nell’Italia postbellica, gran parte delle colonie furono abbandonate e convertite in rifugi o ospedali improvvisati per feriti di guerra, e iniziò un periodo di degrado. Fortunatamente, l’architettura e il valore artistico di Stella Maris sono riusciti, in parte, a conservarsi nel tempo e a presiedere il paesaggio abruzzese, purtroppo non ancora sufficientemente valorizzato. La forma architettonica, scelta dall’architetto romano Francesco Leoni per la colonia, simboleggia un velivolo, pronto a spiccare il volo: chiara evocazione del Movimento Futurista e forse, omaggio al romanzo di Marinetti del 1912, Le Monoplan du Pape.
Tagli di luce, parapetti trasparenti, ballatoi interni, grandi fuori scala: tutte caratteristiche di un’architettura scenografica e monumentale, tipiche del Futurismo. Per quanto riguarda la costruzione, la struttura portante è stata realizzata in cemento armato e a ogni particolarità dell’edificio corrispondeva la semplicità delle linee architettoniche, consona ai tempi e alla destinazione dell’opera. La caratteristica principale dell’edificio sono le ali protese in avanti e longitudinali alla costa dinanzi e il torrino, la parte più alta della colonia, con una funzione presumibile di controllo. Vi era una stretta analogia anche fra le parti della costruzione e la destinazione di esse: le ali telate comprendevano i dormitori, la parte centrale, sede del motore, era adibita a refettorio, la carlinga a spogliatoio e corridoi e la parte posteriore, il timone, a infermeria e servizi.
Per dare continuità e recuperare il valore storico-artistico dell’edificio, l’amministrazione pubblica, con l’aiuto della Regione e della Provincia, vorrebbe far “decollare” questo velivolo, realizzando un centro di ricerca e cultura, intesa nella sua accezione più ampia di educazione, istruzione, ricerca scientifica e conoscenza. A tal proposito, l’Accademia di Belle Arti di Roma, con coscienza e responsabilità, ha deciso di supportare questo progetto, proponendo l’istituzione dell’Accademia, in questa sede, staccata da Roma, con la possibilità per i corsisti, di accedere a Master e Scuole di Specializzazione, che richiamerebbe un bacino di utenza internazionale. Un’occasione unica per il territorio che vedrebbe il ricongiungimento di Montesilvano all’area Vestina e alla sua vocazione economica-artistica: la predisposizione turistica della città con la presenza di un gran numero di strutture alberghiere trarrebbe un notevole beneficio dal flusso di studenti, artisti, docenti, visitatori e turisti, stimolati e richiamati dalle attività e dai progetti artistici dell’Accademia.
L’idea di un centro sovranazionale e interculturale potrebbe alimentare anche l’acquisizione di importanti collezioni d’arte contemporanea, che arricchirebbero l’identità patrimoniale non solo con contenuti da apprendere, ma anche con esperienze da vivere e condividere. Grazie alla presenza dell’Accademia delle Belle Arti di Roma presso la colonia Stella Maris, il lungomare antistante potrebbe ospitare anche opere monumentali di grandi artisti nazionali e internazionali, impreziosendo e migliorando il paesaggio urbano prospiciente la riviera.
“L'attenzione che questo progetto ha suscitato nel mondo dell'arte, a livello nazionale – spiega la senatrice Federica Chiavaroli - è un chiaro segnale del valore aggiunto che questa magnifica struttura potrebbe rappresentare e per far questo bisognerebbe unire le forze e indirizzarle nell’unica direzione di recupero artistico-identitario della città di Montesilvano”.
La Provincia di Pescara ha già annunciato lo stanziamento di un milione di euro per avviare i lavori e si preannunciano già altri contributi da parte di Ministero ed Enti competenti. L’aiuto, anche politico, per recuperare la memoria di Stella Maris e per farle rivivere il suo antico splendore, dimostra, ancora una volta, la volontà, da parte dell’Italia, di prendere finalmente coscienza del proprio patrimonio culturale per tutelarlo e valorizzarlo con giusta dignità, sotto l’auspicio di una buona stella.