Ci sono due modi di vedere Lucca. Uno è quello del popolo minuto: leggi la guida rossa del Touring, poi fai un confronto medio ponderato fra TripAdvisor e Altissimo Ceto, chiami un amico che c’è già stato di cui ti fidi per confermare talune intuizioni, inoltre scarichi il pdf della cronaca locale degli ultimi due anni per verificare ‘cose’, stampi la mappa del percorso più lungo o panoramico consigliato da Via Michelin e infine parcheggi a miglia dal centro perchè ti hanno spiegato che dentro le mura è impossibile, presuntuoso, cercare un posto macchina - che non comporti comunque una multa da trentordicimila euro.
L’altro modo è conoscere la signora Alice, cuoca per diletto, personal shopper per vocazione, manager di proprietà collocate tutto attorno a Lucca ma soprattutto fac-totum per selezionati clienti che vengono a visitare la Toscana affittandosi una villa, la più piacevole e lussureggiante frontiera dell’home-away-from-home, per un week end o la settimana intera.
Passeggiare con la signora Alice in mezzo al Fillungo, il corso principale, è un pò come percorrere il tappeto rosso del festival del cinema mano nella mano con Sharon Stone, con la gente che esce dai negozi per salutarla: “come stai, quando ripassi di qui, portaci di nuovo quei signori”. Ci infiliamo assieme nel blasonato ristorante All’Olivo dove la proprietaria ci appresta un tavolino sebbene ci siano i clienti aggrappati alle tende per aspettare che si liberi qualcosa - qualunque cosa. Arriva un’insalata calda di mare che si scioglie in bocca, un fiore di zucchino caramellato ripieno e un container di pappardelle ai porcini freschi della Garfagnana, che sarebbe il Grand Canyon della Toscana, un’area per duri e puri del panorama (ma anche dei funghi).
Proseguiamo in direzione Piazza Anfiteatro, per vedere se è vero che qui le fotografie vengono tutte un capolavoro (confermo) e per conoscere qualcuna delle quattro sorelle che popolano il negozio, appunto, Le Sorelle - un piccolo atelier artigiano di moda e complementi di arredo in materiali preziosi ma naturali che è una sensazione mondiale, ormai. Di fatto di sorelle non ce n’è nemmeno una, ma vi trovo un uomo affascinante che scopro essere il padre, una specie di Harrison Ford dai toni ancora più chiari e sua moglie, Patsy Kensit in disguise.
Dopo un giro che tocca i punti nevralgici della città, è nuovamente tempo di ristoro in un’enoteca, dove non abbiamo bisogno di provare al sommelier di conoscere Livio Felluga per accattivarci il servizio speciale di cui andiamo matti noi piccoli turisti che non hanno la stoffa del viaggiatore estremo, giacchè mentre ancora stiamo scegliendo il tavolino ci portano zucchine fritte e crostini di ogni tipo assieme ad una bottiglia di roba buona, con l’intesa che ne potremmo bere un bicchiere come otto: tanto non riusciremo a pagare.
Questa è Alice, concierge con vibrisse emotive, celebrità lucchese dalle amicizie spalmate sul globo e tutte risonanti al punto da non poterne citare nemmeno una, salvo espulsione dal corso di Cucina e rieducazione all’Aroma che sto seguendo presso la Villa Alice.
Partorita a Lucca, ma geneticamente più consona a Träskända - alta, diafana, bionda - mi porta con cadenza regolare a visitare la ‘sua’ città, perchè le ho chiesto di intraprendere un percorso soddisfacente dopo dieci anni che vengo da queste parti come turista e finisco sempre a bere vino di media qualità circondata da altri con la macchina fotografica al collo come me, oppure a passare la serata cercando la macchina: quale parcheggio, quale Porta, quale direzione?
Mi ha fatto partire dall’Iconic Lucca ovvero i posti che vanno visti in tutti i modi, perchè - mi spiega - cercare di fare gli alternativi quando si conosce una città a tratti è poco intelligente: serve una buona idea generale, la macro, assimilata con pazienza ed umiltà e poi si può cercare di dipingere la propria Lucca, quella che ci somiglia di più. Quindi piazze, (molte) chiese, viali, stradine: li facciamo tutti, incluse le mura di notte.
Ho chiesto ad Alice di occuparsi con cura della mia parentesi lucchese, con l’intento di creare un buon sacchetto di memoria per la vecchiaia e un deposito di gas esistenziale da utilizzare dal lunedì al venerdì, quando mi sono lasciata il casello di Lucca alle spalle per ripercorrere nuovamente e continuamente la rotta scuola-ufficio-casa-e-da-capo. Le ho chiesto in prestito gli occhi e mi sono messa a camminare chilometri, su tratte che ora mi sono diventate affezionate.
Le ho anche chiesto di insegnarmi a cucinare: una persona che come me mangia fuori casa un giorno sì e uno sì, che senza sapere distinguere il basilico dall’aneto ha sviluppato comunque una buona papilla gustativa, che considera lo stare a tavola con persone care un privilegio da tenere in enorme considerazione, può raggiungere un picco di felicità riuscendo a produrre qualcosa da qualcosaltro: gnocchi da patate, pane da farina, salsa da pomodori. Cose semplici, così, di quelle che quando si entra in casa ti cantano tramite il loro odore una canzone sulla famiglia italiana - ed è una melodia fantastica, specialmente per chi passa molto tempo all’estero.
Nella sua tenuta, venti minuti da Lucca in direzione di Pisa, si svolge il corso di cucina toscana, che è più una rieducazione agli aromi, un percorso per recuperare il gusto della cucina toscana - la cucina povera - e perdere un pò di condimenti, coloranti, fisime e preconcetti. La mattina si va al mercato a imparare le verdure, la frutta e anche la macelleria: come scegliere e quando. Il pomeriggio si studia la ricetta e si cucina. Certo, si chiacchiera molto, e si assaggiano anche i vini. La parte migliore è conoscere altre che ci somigliano, prese fra l’imbarazzo di avere una carriera e l’amore per i nostri cari, cui vorremmo dedicare più di un piatto di totani surgelati e fritti.
Prepariamo la tavola tutti assieme: le forchette giuste, i fiori freschi, le tovagliette di paglia, perchè il piacere si estenda ad ogni senso possibile, ed ascoltiamo musica degli anni settanta o classica. Abbiamo infarinato una decina di iPhones ed intasato il nostro account di Instagram con le fotografie delle uova, dei piatti, di ogni cosa. Stiamo imparando le erbette e la sottoscritta è ora al corrente dell’esistenza dello scalogno, una verdura che sembra una via di mezzo fra la cipolla e l’aglio ma è meglio di tutte e due.
Sono indubbiamente la peggiore del corso, ma sensibili miglioramenti hanno convinto mio marito e le mie figlie a regalarmi un grembiule con ricamato il mio nome come incoraggiamento a continuare, come ringraziamento per avere cercato di migliorare l’atmosfera nella cucina di casa - e nel mio cuore.
Ottobre, gli aromi della cucina toscana
Corso di cucina toscana con aromi nella Villa Alice, arrivo il Venerdì e partenza il pomeriggio della Domenica. Consumi, pulizia e corso di cucina con aromi inclusa.
85 euro a persona per notte in camera doppia, almeno 10 partecipanti, valida tutto Ottobre e Novembre.
(Alice Dami, Le Selezione di Ville di Alice, www.aliceselection.com)