L’Albero di Giuda o Siliquastro (Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum - Fam. Fabaceae) è un alberello caducifoglio, alto fino a 8 metri, originario dell’Asia minore e largamente diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. Allo stato spontaneo predilige i luoghi boschivi e gli arbusteti, ma per la bellezza della sua precoce fioritura è largamente coltivato per adornare parchi, giardini e viali.
Possiede un tronco tortuoso, ramificato, con corteccia screpolata, di colore scuro, ed è facilmente riconoscibile per le caratteristiche foglie rotonde, larghe 5-10 cm, profondamente cordate alla base. I fiori, riuniti in densi e corti racemi, inseriti direttamente sui rami e sul tronco, sbocciano prima della formazione delle foglie e presentano una corolla papilionacea di colore rosso violaceo (raramente bianco). I frutti sono costituiti da legumi penduli, di colore scuro, lunghi 6-12 cm, che persistono durante tutta la stagione invernale.
Specie esotiche affini coltivate sono Cercis canadensis L. (contraddistinto da una corteccia liscia che con il tempo tende a fessurarsi, grandi foglie cuoriformi e fiori vistosi, di colore rosa scuro), Cercis racemosa Oliv. (originario della Cina, è caratterizzato da foglie di colore verde brillante sulla pagina superiore, biancastre in quella inferiore) e Cercis sinensis “Avondale” (rispetto al C. siliquastrum, presenta foglie e fiori di colore più intenso; i fiori a seconda delle varietà possono essere bianchi, rosa tenue o rosa intenso).
Il suo nome scientifico deriva verosimilmente dal greco kerkis, nel significato di navicella (un’allusione alla forma dei frutti). Mentre l’appellativo “Albero di Giuda” fa riferimento alla leggenda secondo la quale l’apostolo che tradì Gesù, sopraffatto dal rimorso, scelse la morte impiccandosi a un ramo di questa pianta; dal quel giorno tutti i Siliquastri, nonostante fossero alti e rigogliosi, hanno perso la capacità di innalzarsi e i loro rami crescono contorti. Questo triste accostamento ha alimentato, nel corso dei secoli, una fiorente produzione di storie incentrate sulla stretta alleanza tra questo vegetale e la dimensione dell’invisibile, popolata da streghe, fantasmi e spiriti inquieti in cerca di pace.
Tale folclore è osteggiato da chi sostiene che il vero nome del Siliquastro sia “Albero della Giudea”: una tesi suffragata dall’ampia diffusione di questa pianta nei territori compresi tra Palestina, Israele e Giordania. Del resto non è facile districarsi nel dedalo delle innumerevoli versioni di carattere botanico ispirate al tradimento di Gesù: dal Fico al Tamarice, dal Pioppo tremulo alla Rosa canina, dal Carrubo al Sambuco sono molte le specie vegetali che si contendono il triste primato di essere state lo strumento di morte dell'apostolo Giuda; esiste anche la Gleditsia triacanthos L., una pianta originaria dell'America settentrionale chiamata “Spino di Giuda.
Secondo altre leggende i fiori del siliquastro simboleggiano le lacrime di Cristo (spesso la fioritura avviene proprio durante il periodo pasquale), mentre il colore indica la vergogna di Giuda per il suo tradimento. A proposito del simbolismo dell’impiccagione (sia divina che umana) non bisogna dimenticare che essa rappresenta il rinnovamento della vegetazione che segue all’apparente morte invernale dell’albero: la vittima dona la sua vita per assicurare l’accrescimento e la fecondità della vegetazione. Una memoria di questo emblema universale può essere rintracciata nella simbologia tradizionale dei Tarocchi; il dodicesimo arcano maggiore, infatti, è rappresentato dall’Appeso, in cui è raffigurato un giovane legato per un piede a un ramo, le cui braccia stringono dei sacchetti dai quali cadono delle monete d’oro e d’argento (Giuda Iscariota ha tradito Gesù per trenta denari). Questa carta simboleggia la “restituzione finale”, condizionata dalla “rigenerazione” e l’immagine dell’uomo, con la testa in giù, sospeso tra cielo e terra, è un palese riferimento all’Albero cosmico rovesciato.
In ambito alimentare, l’impiego del Siliquastro è limitato esclusivamente alle infiorescenze (raccolte lontane dal traffico automobilistico e da altri fonti d’inquinamento): lavate e asciugate delicatamente, vengono immerse nella pastella e fritte in olio bollente; si servono calde, cosparse di zucchero a velo oppure di miele di acacia o d’arancio. I fiori sono particolarmente apprezzati anche nelle misticanze primaverili (insalate realizzate utilizzando numerose erbe), risotti e macedonie di frutta, inoltre offrono lo spunto ideale per decorare dolci, torte e pietanze speciali. I boccioli fiorali possono essere preparati e conservati in salamoia o sotto aceto e impiegati in cucina come i capperi.
In erboristeria, dalla macerazione delle gemme si ottiene un rimedio utile in caso di arteriopatie infiammatorie o dismetaboliche, arteriosclerosi, trombosi retiniche. Nella medicina popolare i fiori trovano impiego nella cura della tosse e della bronchite. Il legno dell’Albero di Giuda, per le sue abbondanti venature e l’elevata resistenza, è utilizzato nei lavori di ebanisteria, d’intaglio e per confezionare piccoli oggetti al tornio. Dai giovani rami, si estrae un principio tintorio di colore giallo.
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