Il prof. Alfredo Saggioro ci parla di una patologia ancora poco conosciuta in Italia, seppur molto diffusa, spesso scambiata per la sindrome dell'intestino irritabile, che invece ne costituisce solo un aspetto, un disturbo pericoloso perché, compromettendo il nostro sistema immunitario, può provocare malattia molto gravi.
Cosa è la Leaky Gut Syndrome ovvero la Sindrome dell'Intestino Permeabile?
Una delle funzioni della mucosa che riveste tutto l’apparato digerente, dalla bocca all’ano, è quella di proteggerlo dagli insulti del mondo esterno. Il compito è arduo, se si pensa che si parla di circa 350 metri quadrati di superficie (un campo da tennis), e che non solo nutrienti sbagliati, o virus e batteri possono alterarla, ma aspirina e tutti i farmaci antinfiammatori/antidolorifici, molti antibiotici, altri farmaci, ma soprattutto lo stress. A questo punto si formano come dei piccoli pertugi, fra cellula e cellula, che consentono a sostanze contenute nel cibo, o a frammenti di proteine, di passare indisturbati dall’alto lato ove si incontrano con il sistema immunitario. Il sistema immunitario vede questi frammenti proteici come corpi estranei (non è normale siano lì presenti) e li aggredisce generando una piccola infiammazione. Qui possono insorgere i primi sintomi, che spesso non sono specifici: gonfiore addominale, alterazioni dell’alvo, flatulenze, eruttazioni, reflussi, sensazioni di peso, ma anche debolezza, variazioni di peso, dolori muscolari o piccole ulcerazioni del cavo orale e così via. Abbiamo imparato tutto ciò dalla malattia celiaca, nella quale i pertugi, da neonati sono presenti per una mutazione genica, da adulto seguono le regole che ho appena descritte. A questo punto il sistema immunitario è in agitazione, e può diventare l’elemento scatenante di tante malattie.
E' vero che negli USA tale sindrome è studiata approfonditamente già da tempo, mentre in Italia è ancora pressoché sconosciuta? E quanti sono i pazienti in Italia finora diagnosticati all'incirca?
Negli Stati Uniti è sorta 20 anni fa circa una nuova disciplina, la Medicina Funzionale, che si occupa di tutte le malattie, cercando di dar loro una spiegazione fisiopatologica ma anche di causa. E’ una medicina che richiede esami di laboratorio molto più sofisticati di quelli che attualmente rientrano nella routine degli esami del sangue che i comuni laboratori offrono e che cerca di comprendere come possano essere corretti gli squilibri che si verificano nel nostro organismo. Raramente con farmaci, molto con l’alimentazione e con integratori mirati. In Italia è agli inizi, ancora pochi medici si sono avvicinati a queste problematiche, non per insipienza, ma per mancanza di educazione visto che ancora, gli studi di medicina, seguono un percorso troppo tradizionale. Per questo, pazienti che sarebbero numerosissimi, sono spesso misconosciuti relativamente a questa condizione.
Quale tipo di strumento diagnostico può essere utilizzato per individuare questa patologia, è vero che esiste uno speciale test delle urine o può essere effettuata l'analisi microscopica della mucosa intestinale?
Come nella medicina più tradizionale è l’anamnesi, cioè la storia clinica del paziente arricchita dai suoi sintomi che può indirizzarci verso questa patologia: è una storia clinica ricca, che deve raccogliere informazioni sull’ambiente in cui il soggetto ha vissuto, sulla sua abitazione, hobbies, abitudini personali, dita, farmaci assunti nel corso della vita, presenza di amalgama dentali, e anche informazioni sullo sviluppo. Tutti dati che servono a conoscere i fattori di rischio.. Poi i test di allergia alimentare, gli studi di permeabilità intestinale che si fanno dosando la comparsa nelle urine di miscele di zuccheri, assorbibili e non, dopo averli somministrati al paziente, la genetica per la malattia celiaca, test di assorbimento dei grassi, l’elastasi pancreatica, test microbiologici, il dosaggio della calprotectina e della proteina eosinofila X, ma anche la esofagogastrouodenoscopia con biopsie e la colonscopia con relativi esami istologici.
Quale terapia farmacologica è corretto adottare nei pazienti colpiti da questa sindrome?
Dalla sua domanda comprendo come sia molto ancorata a una visione tradizionale della medicina. Questa non riconosce la causa di oltre l’80% delle patologie e usa quindi i farmaci come sintomatici, o come elementi di distruzione di qualcosa che sembra essere il nemico, infiammazione e cancro inclusi, senza raggiungere mai risultati di cura, qualche volta di contenimento, spesso provocando effetti secondari anche gravi. Se noi siamo invece convinti di poter riconoscere, anche in situazioni in cui le cause concomitanti sono molteplici, le cause della nostra patologia, possiamo con pazienza provare a modificare queste condizioni, fino ad ottenere il miglior risultato per il nostro paziente.
Ci sono dei comportanti sbagliati che causano questo disturbo, soprattutto relativi all'alimentazione o sostanze che determinano il deterioramento della membrana intestinale?
Intanto dobbiamo imparare a trattare bene il nostro apparato digerente. In primis non mangiando troppo velocemente e masticando bene il cibo. Questo serve a non forzare i normali movimenti peristaltici creando delle vere e proprie aritmie che provocano reflussi, che disturbano il normale miscelamento del cibo con gli enzimi digestivi danneggiando la digestione e il successivo assorbimento. Poi dobbiamo curare la qualità del cibo: alimenti sani, meglio se “biologici”, meglio se “kilometro zero”, avendo cura di non introdurre troppi zuccheri solubili, sale, grassi animali, alcol, caffè, tutti alimenti che danneggiano la barriera mucosa, alterandone la permeabilità e modificando la flora batterica intestinale che ha anch’essa una funzione importantissima.
E' possibile guarire dalla Leaky Gut Syndrome cambiando regime alimentare?
Questa è sicuramente la prima cosa da fare, anche se non è sufficiente per avere risultati ottimali. La nutraceutica è una disciplina innovativa che prende in considerazione i componenti alimentari, quindi tutte sostanze naturali, e ne utilizza alcuni, da soli ma spesso in miscele per creare degli “alimenti” capaci di modificare il nostro organismo, utilizzandoli come veri e propri “farmaci”. Penso alla l-glutammina, all’aloe, alla liquirizia cui è stato tolto l’acido glicirretico che è quello che abbassa il potassio se consumato in grandi quantità, a alcune vitamine, a oligosaccaridi e proteine che sono in grado di aiutare la ricostruzione di una normale barriera gastrointestinale e mantenere una flora batterica intestinale sana e integra. Ma anche agli omega-3 che hanno un potente effetto antinfiammatorio o alla curcuma.
Risulta corretto sostenere che la Leaky Gut Syndrome sia una patologia non unicamente correlata all'apparato gastrointestinale, ma anche alle malattie allergiche, autoimmuni ed addirittura al cancro e quanto è importante la condizione del tratto gastrointestinale in questo tipo di malattie?
L’allergia è comunque una reazione antigene (l’allergene) anticorpo e l’allergene può essere negli alimenti, ma gli anticorpi sono sempre nel sangue, cioè dall’altra parte della barriera intestinale. Quindi, se questa è integra, niente reazione, niente sintomi. Nel momento in cui noi sensibilizziamo il nostro sistema immunitario verso qualche proteina o frammento di proteina, creiamo un mostro potenziale, perché le cellule, i globuli bianchi, i linfociti che si sono attivati poi girano per l’organismo e, se riconoscono qualche proteina che somiglia a quella che li ha messi in allarme possono decidere di andare all’attacco della tiroide, delle articolazioni e così via. Anche in questo modo nascono le tiroiditi autoimmuni, l’artrite reumatoide, ma anche l’arteriosclerosi. Il cancro è un qualcosa di più complesso, richiede per la sua formazione una certa predisposizione, ma è certo che un’infiammazione cronica è capace di indurre modificazioni anche negli oncogeni, creando situazioni predisponenti e favorenti l’insorgere delle neoplasie.
Ci può spiegare esattamente quali sono le malattie autoimmuni e per quale motivo vengono definite così?
Mac Burnet, un australiano premio Nobel per la Medicina per la sua teoria dei cloni linfocitari, dal 1957 quando cominciò ad occuparsi di immunologia fece molti studi sia sulle reazioni da rigetto che sull’autoimmunità, che sarebbe determinata da cloni (famiglie) impazziti di linfociti, specializzati ad aggredire un organo del proprio corpo di appartenenza, quasi che non riconoscessero più come “propri”, componenti cellulari prima “amici”. Le conseguenze sono una aggressione infiammatoria di un organo, fino alla sua lenta distruzione. Si pensi all’artrite reumatoide e alle sue gravi conseguenze. Io ho cercato di darvi in poche righe sopra una interpretazione funzionale, che salva il nostro corpo dall’idea che qualcosa possa un giorno impazzire, ma che spiega come dei diligenti soldati, in situazioni di infiltrazione nemica (attraverso un Leaky Gut), possano confondere i propri bersagli e scambiare per nemici anche tessuti componenti il proprio corpo.
Le sono capitati molti casi finora nella sua pratica quotidiana e quanto è importante in questo tipo di situazioni il confronto fra specialisti?
Da quando, ormai da molti anni, mi sono appassionato a questi argomenti di medicina funzionale sono moltissimi i pazienti nei quali ho riconosciuto questa diagnosi, quasi sempre con sintomi gastrointestinali, ma spesso che le malattie più disparate, e in genere con buoni risultati. Sarebbe importante come sempre un confronto fra i vari specialisti, ma la medicina di oggi, invece di tendere all’unitarietà sulla persona, tende a frammentarla in organi o apparati, quasi che non fossimo nati da un’unica cellula e che tutte le cellule del nostro organismo, che si chiamino cuore, cervello, fegato o altro non avessero lo stesso DNA e non fossero quindi legate indissolubilmente alla stessa sorte. C’è molto da fare e molto da cambiare.
Esistono o verranno create a breve delle Linee Guida per la corretta gestione della Leaky Gut Syndrome?
Per chi si occupa di Medicina Funzionale le idee sono abbastanza chiare, anche se, ovviamente, la ricerca continua e c’è ancora molto da imparare. Il problema quindi non è di Linee Guida, ma di riconoscimento. Ricordo quando si cominciò, negli anni ’80, a parlare di Helicobacter pylori come di agente causale dell’ulcera gastroduodenale e del cancro gastrico. Grande scetticismo! E quelli che come me ci credevano erano presi per visionari. Oggi la comunità scientifica ha preso atto di questa verità e quella che sembrava un’ipotesi molto ardua viene accettata come dogma. Sarà così anche per la Leaky Gut Syndrome. C’è bisogno di tempo e, soprattutto, di molta cultura.