Testa o croce? Un semplice lancio di moneta per decidere il destino di una scelta, per rimarcarne la forte imprevedibilità, spesso connessa ai rischi relativi a tale mancanza di certezza. Come assenza di certezza è il corso della vita, un percorso di scelte, in cui in gioco ci sono spesso due contrapposizioni: il piacere e la sua negazione, il riposo e l'azione, l'attesa e la fuga, la perdita e il guadagno, la malattia e la guarigione, fino all'estrema ratio vita e morte.
Ma testa o croce è anche un percorso analitico affrontato attraverso l'occhio di un obiettivo. A dirigerlo, Serafino Fasulo, attivo nell'ambito delle produzioni video e nella promozione della cultura audiovisiva, attualmente assessore alla Cultura del Comune di Livorno. Egli è autore della serie di elaborazioni fotografiche, lavoro conclusivo del corso avanzato di fotografia, organizzato nell'ambito del PhotoLux Festival di Lucca che dal 22 novembre al 14 dicembre, porta nella città delle cento chiese, il World Press Photo, la mostra di fotogiornalismo più famosa al mondo. Il tema del suo lavoro, insieme a quello dei colleghi di studio è esposto in Corte dell'Angelo fino al 12 Dicembre per la mostra Portfolio, una raccolta di immagini.
L'autore è partito da radiografie della testa o meglio del cranio, che visualizzato nelle sue quattro parti ortogonali, delinea e traccia una forma, ieratica, una croce. Da questo momento la croce diviene l'ossessione della ricerca. E' presente nella disposizione delle immagini, come telaio sovrapposto, come elemento esistente inconsapevolmente in un paesaggio che ritrae un'altura. Ed ecco che il dualismo altura-croce, rimanda istantaneamente al luogo sacro per eccellenza, il Golgota, il cui significato è per l'appunto luogo del cranio. Come guidato da un filo conduttore inimmaginato, il percorso si è concluso nello stesso concetto dal quale era partito, il cranio-la croce-il cranio, l'elaboratore funzionale del corpo umano, in questo caso un cranio vivo in quanto contenitore abitato, contrapposto alla croce simbolo della morte. Fasulo non sapeva inizialmente che il suo “Golgota” sarebbe stato un Uroboro, quella raffigurazione di serpente che si mangia la coda, divenuto simbolo della natura ciclica delle cose, della teoria dell'eterno ritorno, della vita, morte e di nuovo vita. Ma questo è il lato stupefacente del fare, dell'intraprendere percorsi, iniziare e non sapere dove e come terminare, testa o croce?
Cos'è PHOTO LUcca eXhibitions o Photo Lux?
E' un appuntamento che diviene evento biennale, rappresenta quindi il nuovo festival internazionale di fotografia. All'interno troviamo un contest di fotogiornalismo e mostre che saranno itineranti in tutto il mondo. Per tre settimane, tra novembre e dicembre, Lucca offre un'occasione unica di scambio culturale e di formazione con mostre, workshop e dibattiti negli antichi e suggestivi angoli del centro storico. L'allestimento per le fotografie vincitrici del World Press Photo Contest è stato realizzato all'interno della Chiesa di San Cristoforo in Via Fillungo. Menzionata per la prima volta nel 1053, adesso è chiusa al culto e resa fruibile per eventi culturali come del resto dettato dalla suggestiva alienazione a luogo dedito alla memoria dei soldati lucchesi caduti in guerra. La chiesa è nuda, spogliata da intonaci, altari barocchi e volte quattrocentesche, conserva soltanto i nomi dei soldati che sono stati incisi sulle pareti delle navate.
World Press Photo, organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede ad Amsterdam, Paesi Bassi, fondata nel 1955, ha selezionato e premiato un'immagine del fotografo americano John Stanmeyer della VII Photo Agency. L'immagine mostra alcuni migranti africani sulla riva della città di Gibuti di notte, che alzano i loro telefoni nel tentativo di catturare un segnale dalla vicina Somalia per mantenere quell'esile legame che li unisce ai loro parenti lontani. La fotografia è stata realizzata per il National Geographic.
Immagini delle opere della serie "Golgota" di Serafino Fasulo.