La mostra To tell a story riunisce fotografie, oggetti e dispositivi sonori di Laurent Montaron. È concepita come una riflessione sul modo in cui ci rapportiamo al mondo attraverso le narrazioni.
Include una serie di fotografie scattate nei luoghi di nascita della filosofia antica nel bacino del Mediterraneo: quasi 2.500 anni fa, i filosofi presocratici furono i primi in Occidente a cercare una descrizione oggettiva della realtà, basandosi sulle loro osservazioni piuttosto che sui miti.
Paradossalmente, questa ricerca della verità è arrivata fino a noi solo attraverso citazioni e testi riportati, ed è quindi grazie alle storie che conosciamo le origini del nostro pensiero razionale.
Già nel 1983 Susan Sontag, nell’intervista televisiva To tell a story, aveva sottolineato che la nozione di narrazione si riferisce a due definizioni diametralmente opposte: da un lato, si tratta di riportare i fatti, dall’altro di creare una finzione. La mostra esplora questa funzione ambivalente della narrazione sotto forma di un’archeologia delle rappresentazioni che mette in prospettiva l’onnipresenza delle immagini e della narrazione oggi.
In un’epoca in cui le nostre convinzioni sono più che mai attaccate alle storie con cui ci identifichiamo, e quando, sulla scia delle reti sociali e degli algoritmi dedicati all’economia dell’attenzione, coesistono varie narrazioni al punto di sostituire i fatti, le opere dell’artista ci invitano a riflettere su ciò che rende possibile un’esperienza del mondo condivisa: le immagini sollecitano la riflessione sull’incertezza del mondo che conosciamo attraverso la narrazione mentre i modelli astratti dei pezzi sonori possono essere percepiti solo attraverso un’esperienza cruda del presente.