La Carota selvatica, il cui nome scientifico è Daucus carota L. subsp. carota, è una pianta erbacea biennale, largamente diffusa nei terreni incolti, nei prati e lungo i margini di sentieri e strade. È caratterizzata da una radice a fittone, di colore biancastro, fibrosa e da un fusto eretto, ispido, scanalato, che può raggiungere un 1 metro di altezza, con ramificazioni allungate e patenti. Il termine daucus era impiegato dagli antichi romani per indicare varie specie appartenenti alla famiglia delle Ombrellifere; secondo alcuni autori deriva probabilmente dal greco daycos e daio, nel significato di caldo, bruciante (era considerata una pianta riscaldante). Anche il nome specifico ha un'etimologia incerta, forse riconducibile al greco krokotos, di colore del croco o dello zafferano oppure da karotón, nel senso di "carnosa" (radice).
In contrapposizione alla tradizione orientale, dove la Carota simboleggia la Bontà, l’Occidente ha visto in questo ortaggio l’incarnazione della Furbizia e della Menzogna. Tale simbolismo è confermato da una serie di detti popolari come ad esempio: “usare il bastone e la carota”, nel significato di miscelare saggiamente la forza e la mitezza per risolvere situazione critiche; “vendere carote per raperonzoli”, con l’intento di far credere una cosa per un’altra; “piantare carote”, si dice di una persona che dice bugie o che ingigantisce i fatti o ancora “pel di carota”, appellativo affibbiato per lo più ai giovani scaltri e con una particolare attitudine per le bugie. La sua fama di rimedio afrodisiaco, a esclusivo appannaggio maschile, è riconducibile alla particolare morfologia della radice, che secondo l'antica “teoria delle segnature”, era una conferma dello specifico campo d'azione di questa pianta, cioè curare l'impotenza e stimolare il concepimento. Nel Medioevo si credeva che l'infuso dei fiori, preparato in una notte di luna piena, fosse utile nella cura dell'epilessia.
Dal punto di vista alimentare l’impiego delle radici e delle foglie tenere ha una larga diffusione: nel periodo primaverile vengono consumate crude nelle insalate miste oppure cotte in zuppe e minestre. Le foglie, in particolare, contengono sostanze resinose, sali minerali e vitamina E: consumate crude o cotte oppure tostate e cosparse sulle pietanze, esercitano un’azione diuretica e mineralizzante. La varietà coltivata (Daucus carota L. subsp. sativus) deriva probabilmente da un processo d’ibridazione tra le sottospecie Daucus carota e D. maximus. Si differenzia per la presenza di una grossa radice fittonante, carnosa, di colore giallo-arancio. La colorazione e le dimensioni delle numerose varietà presenti sul mercato sono il frutto di selezioni e incroci operate dall'uomo nel corso del tempo. I colori della radice variano dal bianco al viola scuro, quasi nero, al rosso fino al caratteristico colore arancione, quest’ultimo ottenuto grazie all'opera dei botanici olandesi che in passato hanno lavorato in onore del re Guglielmo d'Orange.
Questo ortaggio da radice contiene glucosio, saccarosio, betacarotene (provitamina A), proantocianidine, vitamine B1, B2, C, PP, E e D, acido folico , asparagina, fitosteroli, glutatione, pectina, sali minerali, tra cui sodio, potassio, calcio, ferro e fosforo. Se si vogliono salvaguardare l’aroma e le proprietà vitaminiche della Carota è necessario consumarla cruda. Può essere mangiata intera oppure tagliata, nelle forme e nelle dimensioni preferite, ed è ottima in insalata, condita con olio o aceto oppure gustata come contorno o come semplice antipasto (in pinzimonio). Cotta a vapore o in acqua, rappresenta un ingrediente strategico per la preparazione di brodi, minestroni, ragù, ripieni, biscotti, torte dolci e salate. Può essere conservata anche sottaceto o sottolio. Per il suo elevato contenuto di fibre è consigliata nei casi di stipsi (migliora il regolare svuotamento intestinale) e e disbiosi (alterazione della flora batterica).
In ambito erboristico, la Carota è apprezzata soprattutto per la sua azione vitaminica, oftalmica, mineralizzante, diuretica, cicatrizzante (da applicare sotto forma di cataplasmi su piaghe e ustioni), depurativa, antiossidante (contro gli effetti nocivi dei radicali liberi, i quali sono direttamente responsabili dei processi d'invecchiamento cellulare), antinfiammatoria e rinforzante delle difese immunitarie (per l’elevato contenuto di vitamine). Il beta-carotene è la protovitamina destinata a essere trasformata in vitamina A (retinolo). Questo processo di trasformazione avviene nel fegato e la natura liposolubile di questa vitamina necessita della partecipazione dei sali biliari per essere trasportata e assorbita a livello intestinale. Pertanto un cattivo funzionamento epatico, in particolare una ridotta produzione di sali biliari o un'alterata attività colecistica possono ridurre l’assorbimento di questo indispensabile composto organico. La vitamina A è dotata di importanti effetti biologici, in particolare esplica una potente azione antiossidante (protegge da varie patologie tumorali, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e digerente) e di regolazione della funzionalità dei mitocondri (strutture presenti all’interno delle cellule, responsabili della produzione di energia), dei tessuti epiteliali, dell'apparato scheletrico e visivo (stimola la sintesi della rodopsina: il pigmento fotosensibile presente sulle membrane dei bastoncelli della retina che regolano l'acutezza visiva, specialmente quella notturna).
L’azione antiossidante della Carota è potenziata dalla presenza di una sostanza ad alto valore biologico, il glutatione: una molecola che protegge le cellula dall'azione distruttiva dei radicali liberi, stimola la produzione di globuli bianchi e svolge un'importante azione chelante nei confronti di numerosi metalli pesanti quali mercurio, piombo, cadmio e alluminio, facilitando la loro eliminazione dal corpo. Nella medicina popolare, il succo di carota, miscelato con polpa cruda di mela, limone e zucchero, trova applicazione come tonico generale e blando antidiarroico (particolarmente indicato per i bambini). L'unguento ricavato dai fiori di Carota cotti a bagno-maria insieme a una sostanza grassa (olio di oliva, burro oppure grasso di maiale), viene frizionato sulle parti doloranti, in caso di reumatismi, contusioni o attacchi di gotta.
Dai semi essiccati, tramite distillazione in corrente di vapore, si estrae un olio essenziale (ricco di carotolo, daucolo, asarone, acido isobutirrico, limonene, pinene) dalle proprietà carminative, aperitive, galattoghe e litontriche (scioglie i calcoli renali). Tale estratto trova impiego anche in dermatologia, nel trattamento di eczemi, psoriasi, dermatiti, e in ambito cosmetico, miscelato con altri oli vegetali (come ad esempio jojoba, nocciola, karité), per la sua azione tonica, antirughe (ideale per pelli secche e screpolate), abbronzante e rigenerante dei tessuti.
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