Ha smesso di piovere ad agosto, quest’anno si prevede una grave carestia.
Il raccolto è stato meno del 40% rispetto a quello abituale e ciò vuol dire che ci sarà cibo a sufficienza solo per tre o quattro mesi. Gente che di solito mangia una volta al giorno, ora forse mangerà ogni due giorni... per qualche tempo... e poi?
Il dilemma più grande in questo momento è se consumare il minimo possibile e risparmiare le scorte per la prossima stagione delle piogge, quando dovranno impiegare tutte le loro energie per la semina e la raccolta.
Forse è una decisione sensata, ma metterla in pratica richiederà una dose incredibile di fermezza.

Finora il governo ha promesso di ridurre le tasse sull’importazione del riso... ma sono i mercanti a trarne il maggior beneficio, non la popolazione.

Si dice che sia la peggiore siccità dal 1973.

La situazione ha creato molte tensioni tra gli abitanti dei villaggi in cui operiamo.

La prima manifestazione si è vista durante la festa di SIGUINOA (lett. “incontro di due stagioni”) a Sakouli, una tre-giorni in cui si mescolano riti animisti e una sorta di carnevale con carne arrostita su grandi falò, fiumi di dolo - l’onnipresente birra di miglio, bric-à-brac e stoffe in vendita, e tanta tanta musica e danza.
Quest’anno la parte secolare della festa è stata un po’ sottotono per via del magro raccolto...
Poi, una sera, un giovane ha pugnalato a morte un coetaneo... nessuno sa perché. Non erano abitanti del villaggio e non si sa cosa ci facessero là. All’inizio si è pensato a una rissa fra ubriachi, ora è reputato un fosco un presagio degli eventi successivi...

Vero o no, quello che è accaduto nelle ultime due settimane è una cosa senza precedenti.

Un abitante del villaggio - zio di Alexandre, membro della nostra onlus – chiaramente benestante, possedeva trenta mucche che ha portato a pascolare nel campo di miglio di un vicino, credendolo assente. Il proprietario però, ha scoperto l’uomo e le bestie nel suo campo e in un accesso di rabbia e indignazione, ha preso l’ascia e ucciso il suo vicino.
E’ stato portato al commissariato e trattenuto. Lo Chef de la Terre (il BOBO, capo animista) e i suoi cinque patriarchi hanno celebrato molti riti ed hanno poi incontrato lo Chef du Village e altri dignitari per decidere cosa fare per riportare la calma nel villaggio e fare giustizia per davvero.

Insieme alla gendarmerie, è stato deciso di permettere all’uomo che ha compiuto l’omicidio in seguito a una provocazione tanto grave, di andarsene alla chetichella in Costa d’Avorio. La sua famiglia è stata informata, ma non la famiglia della vittima.
Sembrava una decisione giusta...
Ma mentre l’assassino era ancora in prigione, cinque membri della sua famiglia hanno avvelenato tutte le mucche del vicino. I veterinari hanno stabilito che erano stati messi degli insetti velenosi nel foraggio. Sono stati individuati cinque complici, ma quello che tutti reputavano il colpevole, è fuggito. Agli altri sono stati dati cinque giorni per trovarlo.

Il Bobo e i suoi patriarchi hanno danzato e chiesto consiglio agli antenati.

L’omicida ha lasciato il commissariato ed è stato accompagnato in Costa d’Avorio dove, come tanti burkinabé, ha dei parenti.

Quasi due giorni dopo la sua “fuga”, l’uomo responsabile dell’avvelenamento delle mucche è stato trovato in un villaggio a quasi 50 chilometri di distanza... si era impiccato.

Il Bobo e i suoi patriarchi hanno danzato ancora, chiedendo di nuovo consiglio agli antenati.

E gli antenati hanno risposto... che si devono compiere dei sacrifici: un toro, una pecora e una gallina, tutti neri, devono essere sacrificati all’interno di apposite cerimonie. Fino ad allora, nel villaggio non potrà tornare la pace.
Tutto il villaggio deve contribuire all’acquisto di questi animali, operazione già difficile in un anno normale... Cos’altro deve succedere in quest’anno di siccità? Non si è ancora riusciti a raccogliere la somma necessaria, perciò si è chiesto aiuto a tutte le persone nate nel villaggio e trasferitesi altrove. Prima di questo... non potrà esserci pace...

Sono rimasta molto colpita dalla praticità delle decisioni prese dagli anziani del villaggio insieme alla gendarmerie...

La parte spirituale di questa vicenda, la tradizione, svolge un ruolo determinante nella riconciliazione, come ha sempre fatto a memoria d’uomo e di cronache storiche.

E le mucche avvelenate... nessuno ne parla finché le cerimonie non saranno state completate.

Credo che questo sia solo l’inizio di un anno che metterà a dura prova queste popolazioni e che al di là dell’inevitabile e terribile sofferenza, porterà anche tante forze e tante debolezze inaspettate.

In un altro dei nostri villaggi, un uomo con tre mogli e quindici figli si è impiccato a un albero sul suo terreno.

E ho letto che nessuno al mondo deve patire la fame... che c’è cibo a sufficienza per tutti... è questione di volontà, di strategie economiche, di metodi di distribuzione... e di potere.

Noi di FITIL abbiamo pensato che il modo migliore di aiutare i villaggi in questo momento fosse finanziare le quattro mense scolastiche, dato che i raccolti di miglio e legumi a esse destinati non hanno dato frutti.
La decisione è stata accolta con grande sollievo dai genitori degli alunni e da tutta la popolazione, perché nutrire i bambini è la prima preoccupazione di tutti.
Per inciso, le MENSE SCOLASTICHE... finora sono state gestite in maniera totalmente autosufficiente dai genitori degli alunni, che hanno coltivato, raccolto (grazie a un primo e unico finanziamento da parte di Fitil) e cucinato i pasti.

In una conversazione avuta con la gente del posto, una donna ha ironizzato sul fatto che i mulini costruiti da Fitil erano fantastici... ma quest’anno non c’era nulla da macinare...
Quando abbiamo fatto visita a uno di essi, abbiamo visto una sola grande ciotola di miglio bello bianco, le altre erano della stessa grandezza, ma piene di qualcosa in varie gradazioni di grigio. Ciò vuol dire che stanno macinando anche quello che prima scartavano. E’ l’unico modo per riempirsi la pancia, ma naturalmente le gradazioni di grigio corrispondono alla quantità di residui privi di valori nutritivi.

Le donne di Sakouli hanno avuto una buona idea... o meglio richiesta... Che Fitil sostenesse anche le donne incinta a rischio di grave malnutrizione per sé e per l’embrione, anziani e bambini in età pre-scolare.

Così Fitil ha inviato fondi in tutti e quattro i villaggi.

Autrice: Bettie Petith